I risultati deludenti degli ultimi anni e il cambio di vita con il ritorno a Torino hanno creato un effetto domino con un reset dell’intero staff. In campo pratica si iniziano a vedere i primi risultati in vista dell’inizio  della mia nuova stagione sul PGA Tour a gennaio.

Tirando le somme del 2023 la Ryder Cup è stata sicuramente il picco della stagione. Direi che le soddisfazioni finiscono qui.

L’annata non è stata soddisfacente per i risultati così come per il fatto di non essere riuscito ad andare a Roma da giocatore, che era un sogno ancor prima che un obiettivo.

Era l’unica possibilità per me di giocare una Ryder Cup in casa. Ho avuto la fortuna di partecipare in altra veste, che non è la stessa cosa, ma questo mi ha permesso di essere lì, far parte dello spogliatoio e cercare, nel mio piccolo, di aiutare i giocatori.

Un nuovo team per il cambio di rotta

La prima parte della stagione è stata all’insegna della confusione su quello che cercavo di fare per migliorare e togliermi dal momento di stallo nel quale mi trovo da un po’ di tempo.

Dopo l’Open Championship, di comune accordo con Denis Pugh, abbiamo preso la decisione di separarci.

Da lì non ho giocato molto, cinque gare da agosto a dicembre, ma ho iniziato a lavorare con Jerome Theunis, un belga relativamente giovane con cui mi trovo molto bene e con il quale stiamo facendo dei progressi.

Certo, per ora li vedo io perché ho giocato poco ma è l’inizio di un percorso nel quale ho trovato chiarezza su cosa fare, un aspetto che non avevo da tempo.

I cambiamenti non sono solo legati solo allo swing ma anche al team oltre che a livello personale. Il ritorno in Italia questa estate ha provocato un effetto domino che mi ha fatto resettare tutto e iniziare da capo.

Sandro Donati mi aiuta per la parte atletica e fisica ma anche sotto l’aspetto di gestione dell’allenamento golfistico e di performance. Sono alla ricerca di un nuovo caddie che mi supporti non tanto sulla tecnica in campo, nel quale penso di aver maturato l’esperienza sufficiente, quanto per gestire i momenti più difficili. Sento di aver bisogno di una persona giovane ed energica che riesca a trasmettermi positività.

La mia prossima stagione tra i due Tour

Avendo l’esenzione del PGA Tour sino al 2025, ho ancora almeno due anni garantiti in America.

La mia idea è quella di dividere il mio tempo tra i due Tour. Grazie al nuovo calendario, con la stagione del PGA concentrata da gennaio ad agosto, giocherò maggiormente in USA all’inizio e poi, dopo l’estate, mi concentrerò maggiormente in Europa.

In fondo, non sarà molto diverso rispetto agli anni passati anche se, essendo in Italia, l’organizzazione sarà differente.

L’aspetto del gioco sul quale mi sto concentrando maggiormente è tornare a essere preciso e migliore nella qualità dei colpi. Non è tanto un cambiamento radicale bensì una pulizia dello swing che tolga gli errori che si sono inseriti negli anni scorsi.

Uno degli aspetti che mi piace di Jerome è la semplicità con cui mi trasmette il messaggio e analizza le cose. È un lavoro semplice che comunque richiede tempo perché sono problemi che ci sono da qualche anno.

Devo curare la parte del gioco corto e la strategia per fare score, inoltre trovare un caddie con il quale costruire un rapporto con delle meccaniche in campo che funzionino bene. È un processo composto da tanti fattori che magari richiederanno sei mesi oppure due, questo si scoprirà solo vivendo.

Dopo il Covid, con una pausa lunga e un lavoro diverso, che con il senno di poi non rifarei (pesi per cercare di guadagnare massa), non ho avuto benefici e, al contrario, ero aumentato di peso. Ora con Sandro ho cambiato anche l’approccio e la filosofia. Ci sono aspetti legati alla preparazione che richiamano la ginnastica posturale, utile anche a prevenire gli infortuni, con carichi meno pesanti più votati alla rapidità. 

È interessante e stimolante, specie dopo anni con un lavoro simile, cambiare approccio.

Sogno olimpico?

Le Olimpiadi? Sicuramente mi piacerebbe giocarle, così come mi sarebbe piaciuto in passato. Avere come obiettivo farne parte mi sembra poco utile perché, eventualmente, il vero obiettivo è vincere una medaglia. In questo momento non mi sembra realistico perché, nonostante il format, ci saranno una trentina di giocatori fortissimi. Mancano pochi mesi ma spero di esserci e non per essere solo una comparsa.