Il golf è entrato finalmente nel vivo con un calendario che al momento si sta svolgendo regolarmente, sia nel settore pro che in quello amateur.

Ma come si sono preparati alla nuova stagione i nostri ragazzi?

Per i professionisti è stato possibile giustificare gli spostamenti per comprovati motivi di lavoro ed hanno quindi avuto la possibilità di fuggire dal rigido inverno italiano e dalle severe restrizioni che hanno costretto alla chiusura la maggior parte dei circoli.

Dubai è stata in assoluto la meta più gettonata dai nostri pro e dai golfisti di tutta Europa. Il clima mite, i numerosi e splendidi campi da golf e l’abbattimento dei prezzi dovuti alla grave crisi del turismo in tutto il mondo, hanno contribuito a rendere Dubai il paradiso dei golfisti dell’era Covid.

Nonostante vi siano ogni giorno aerei in arrivo da ogni parte del mondo e i rigidi protocolli di entrata nel Paese, che prevedono ovviamente un tampone negativo per poter sbarcare e l’obbligo ormai da molti mesi dell’uso della mascherina anche all’aperto, fanno sì che a Dubai non si avverta lo stato di allarme e di terrore che viviamo in Europa.

Sembra quasi che il virus non esista, o per lo meno che non faccia paura, anche se sappiamo bene che non è così. Anche in questi luoghi apparentemente sicuri è meglio mantenere il massimo stato di allerta in ogni istante della giornata.

Comunque sia i campi da golf degli Emirati sono stati letteralmente presi d’assalto da migliaia di golfisti che si contendevano quotidianamente i tee time dalle 6:30 del mattino fino al tardo pomeriggio.

Per gli amanti del fresco, ovvero coloro che non sopportano le temperature intorno ai 25/28 gradi, vi è stata anche la possibilità di giocare dalle 18 in poi: 20 gradi, una leggera brezza e campi pratica illuminati fino a tarda serata sono una combinazione vincente e irresistibile per chiunque ami questo sport.

Per questi motivi la maggior parte dei Tour Player europei si è ritrovata a Dubai ad allenarsi. Ogni giorno poteva capitare di vedere partenze con giocatori del calibro di Lee Westwood, Tommy Fleetwood e Tyrrell Hatton inserite in mezzo a quelle dei comuni turisti, che ovviamente non credevano ai loro occhi nel vedere arrivare sul battitore questi mostri sacri del golf.

Il vero vantaggio che Dubai offre ai giocatori del Tour, oltre al clima e alle tante ore di luce che puoi comunque trovare in tanti altri luoghi, è l’altissima qualità dell’allenamento. Quando arrivi in campo pratica hai sempre a disposizione le palle da competizione, le zone gioco corto sono enormi e tenute alla perfezione e i percorsi hanno condizioni molto simili a quelle di gara, con fairway bassi e green duri.

Questi sono i particolari che fanno la vera differenza, poter sfruttare nel migliore dei modi le ore di lavoro e alzare il proprio livello tecnico grazie a strutture di eccellenza.

Un’ora di allenamento a Dubai vale più che un’intera giornata a tirar palle in Italia, dove al momento in nessun campo hai la possibilità di trovare facilities simili. Il clima europeo certo non ci aiuta, ma un luogo per gli allenamenti invernali di alta qualità per i nostri pro e per tutti gli appassionati di golf si potrebbe anche pensare di organizzarlo nel Sud Italia.

La Sicilia si presterebbe molto bene a questa tipologia di resort di eccellenza e avrebbe la possibilità di diventare in poco tempo anche una meta gradita a tutti i golfisti europei, soprattutto a quelli provenienti dai Paesi con inverni rigidi. Spagna, Portogallo e tante altre nazioni lo hanno capito da decenni e al momento sono avanti anni luce rispetto a noi, pur non avendo né la bellezza né la storia del nostro territorio.

Il business che crea il golf tramite il turismo è davvero enorme e solitamente ne beneficiano anche tutte le attività della zona adiacente al campo. Prima o poi speriamo che lo capisca anche la nostra splendida patria.

Per quanto riguarda il mondo dei dilettanti, i nostri migliori atleti sono purtroppo rimasti in Italia e non sono riusciti quindi a dare continuità ai loro allenamenti, per molti di loro è stato un inverno buttato al vento.

Con i golf e le palestre chiuse, la maggior parte dei nostri giocatori ha dovuto organizzare allenamenti di emergenza e i più fortunati si sono visti costretti a sollevare pesi nei garage di casa e a tirare palle contro una rete, interagendo con i propri coach soltanto tramite i video inviati via cellulare. In realtà gli atleti di interesse Nazionale avrebbero anche potuto continuare ad allenarsi ma la maggior parte dei nostri circoli ha ritenuto inopportuno ed economicamente controproducente mantenere il campo aperto per poche persone e quindi anche questa possibilità è svanita.

A livello mondiale il golf nel 2020 ha avuto il pregio di essere stato riconosciuto come uno degli sport più sicuri e salutari e in parecchi paesi vi è stato addirittura un notevole incremento dei numeri.

Chi ha saputo prendere la palla a balzo, sfruttando il fatto che la maggior parte degli sport sono stati messi in lockdown, ha attirato e coinvolto nelle proprie strutture quel gran numero di persone rimaste orfane dei propri hobby settimanali.

Tutti i Paesi con campi pubblici e campi pratica in città hanno incrementato il numero dei golfisti. In tanti hanno finalmente scoperto le numerose qualità del golf: passatempo divertente adatto a tutte le fasce d’età, che ti permette, a differenza di quasi tutti gli altri sport, di giocare e fare sfide con giocatori di un livello completamente diverso rispetto al tuo.

Rendiamolo quindi più accessibile anche in Italia e facciamolo scoprire ai giovani, quando saranno grandi ci ringrazieranno per il regalo che gli abbiamo fatto. Il golf è un vero amico, ti rimane fedele per tutta la vita e non ti abbandona mai, ti fa divertire e ti tiene attivo fino a tarda età.