Se state giocando male è il momento di cambiare la vostra strategia. Il consiglio di Will Robins? Caricatevi di meno aspettative e rilassatevi.

Sul tee

Cominciamo da dove tutto ha inizio: il tee della 1. Ma prima di parlare di questo colpo consideriamo come siete giunti lì. Siete arrivati di corsa, controllando i messaggi e bevendo un caffè al volo, siete corsi in campo pratica dove avete tirato una sfilza di drive (non buoni), avete evitato il putting green e vi siete precipitati sul tee, esausti e nervosi.

Poi, in un atto di totale ignoranza, afferrate lo stesso infedele driver e vi aspettate di schiantarlo in mezzo al fairway. Invece la mandate nel bosco o peggio out, vi girate verso i vostri compagni di gioco e dite: “Ma che diavolo era quel colpo?”.

‘Quel colpo’ era esattamente ciò che qualsiasi osservatore sano di mente avrebbe previsto. Potreste affermare che tirare il drive è segno di una mentalità positiva – l’avete sentito dire da uno psicologo sportivo. Beh, non è così. Siate realistici; prima di tirare un colpo chiedetevi se pensate di poterlo eseguire otto volte su dieci. Sei volte? Due? Lo scopo di quel primo swing è quello di mandare la palla dove potete trovarla, per poi giocare il secondo colpo. Dovete avere un piano per rendere quel colpo il più semplice possibile. Impegnarsi di più, sperare di più, non è il modo per giocare bene a golf.

Scegliete il bastone giusto

Se siete come la maggior parte dei golfisti avete difficoltà a scrollarvi di dosso il pensiero dei brutti colpi e non imparate molto da questi.

Dopo quel disastroso primo tiro alla 1, salite sul tee della 2 ancora con il driver in mano. Una cosa da pazzi – in sostanza vi state fissando su una strategia che vi ha appena fatto segnare un brutto punteggio sullo score. Ora, se il fairway è molto largo, tiratelo pure, ma se vedete degli ostacoli dove tendete a sbagliare, lasciate stare il driver e mettete semplicemente la palla in gioco. Pensate alla scelta del bastone (foto a sinistra) come alle ‘marce del gioco’. Il driver è una quarta e dovrebbe essere utilizzato solo per i colpi con pochissimo rischio. La terza potrebbe essere un legno 3 o un 5 – ancora un sacco di potenza ma con più sicurezza. La seconda potrebbe essere un ibrido, e la prima, un ferro 5. Il punto è scegliere un bastone che vi terrà in gioco. Piazzare un ibrido a 165 metri è un inizio molto accettabile.

Il golf non è fisica quantistica e nemmeno fisica normale. La sfida non è mentale, è emotiva. Sentimenti di orgoglio e vanità possono farvi fare cose stupide sul campo. Pensate alle emozioni che provate quando giocate bene: gioia, soddisfazione, appagamento. Teneteli a mente ed entrate in uno stato d’animo che vi farà giocare felici. Dimenticatevi la vecchia immagine del golfista a testa in giù, demoralizzato – vi sembra divertente? Se vi sentirete meglio giocherete meglio.

Sfruttate il vostro hcp

Ecco un ottimo modo per tenere sotto controllo le vostre aspettative sul tee. Sfruttando il vostro handicap alzate il par di ogni buca dove avete il colpo. Quindi, se giocate 18, tutti i par 5 diventeranno par 6, tutti i par 4 par 5 e così via. Se la pensate in questo modo i colpi dal tee diventeranno il primo passo di un percorso. Ora avete tre colpi per raggiungere quella buca di 380 metri, e potete fare una scelta più intelligente col primo, giocando verso un punto che vi terrà lontani dai guai (foto sopra).

Adesso, tutto ciò che dovete fare, è realizzare uno o due par ‘veri’ e starete giocando meglio del vostro handicap. La chiave è cambiare i par prima di iniziare la buca perché salirete sul tee e penserete: “Ok, ecco dove voglio andare con il primo” invece di “Devo schiantare questo drive lungo e dritto”.

Dal fairway

Prima o poi arriverete a una distanza da dove potrete giocare al green.

A questo punto il vostro livello di stress salirà alle stelle perché avrete la palla messa chissà come e vi servirà un colpo miracoloso per raggiungere il green. Il problema è che non sapete farlo e sapete che non ci riuscirete mai, ma ci provate comunque. Quello che nella vostra testa doveva essere un leggero fade che supera il bunker davanti al green e si ferma vicino alla buca, nella realtà diventa un rattone che si fa tutto il bunker, viene bloccato dalla sponda e ricade nella sabbia. Era l’unico posto dove non volevate andare, ma anche stavolta era molto prevedibile.

Proprio come per il vostro tee shot alla 1 le vostre aspettative erano esagerate.

Vi sentivate sotto pressione e avete scelto di fare il colpo impossibile. Quindi cosa fate dopo? Buttate giù un’altra palla e tirate una Mulligan, che vola alta e perfetta e atterra in green. Siete appena diventati quello che chiamo ‘il golfista da seconda palla’, un giocatore che quando tira la seconda gli esce sempre un colpo perfetto (strettamente correlato al golfista che beve due birre alla 9 e poi fa 12 colpi in meno sulle seconde). Perché? Nessuna tensione, nessuna aspettativa, fate uno swing sciolto e ottenete risultati migliori. Il trucco è entrare in quella mentalità senza prima fare tutti quegli errori prima. E questa è una scelta che potete fare solo voi, nessun altro.

Scegliete i colpi facili

Quando siete troppo lontani per raggiungere il green non commettete l’errore insensato di afferrare un fairway wood per provare ad arrivare il più vicino possibile. Quello è un colpo difficile, e anche se lo colpite perfettamente, avrete comunque un mezzo pitch – un altro tiro delicato. Tirate invece un ferro corto e poi un altro ferro corto per fare la stessa distanza del legno da terra e del pitch. Sostituirete due colpi da patema d’animo con due tranquilli.

Spostate mentalmente la bandiera

Anche la posizione dell’asta, nella parte sinistra o destra del green, ha un grande effetto sul vostro livello di stress: una bandiera rischiosa richiede più impegno e più impegno significa maggiore tensione. Nella maggior parte dei casi non dovreste pensare all’asta come al vostro obiettivo: non siete abbastanza bravi. Pensare positivo vi porta a giocare a bandiere che sono impensabili per voi e se fallite il vostro livello di stress aumenta. In questi casi provate il mio metodo in due fasi: (1) Individuate il peggior ostacolo intorno al green e assicuratevi di scegliere un colpo che non vi farà andare lì; (2) spostate la bandiera nella vostra mente in un punto che favorisca il vostro tipo di colpo.

Ad esempio se fate spesso fade spostate l’asta con il pensiero sul lato sinistro del green. Puntate lì e il vostro fade vi farà arrivare al centro del green (foto a sinistra). Se non fate fade con quel colpo sarete comunque in green. Così eviterete i guai più grossi e prenderete molti più green.

Puntate al fondo del green

Ditemi se questo vi suona familiare: puntate la bandiera con il vostro sofisticato telemetro, prendete un bastone con il quale avete fatto quella distanza, tipo, cinque volte negli ultimi anni, e tirate.

Poi, quando il vostro colpo rimane dieci metri corto, riuscite a malapena a credere ai vostri occhi.

Controllate il vento, controllate la faccia del bastone, vi guardate intorno in cerca di risposte, ma la verità è che avete fatto il colpo che fate di solito; avete solo considerato la distanza sbagliata.

Quindi, piuttosto che puntare alla bandiera, guardate quanti metri ci sono alla fine del green e considerate quella distanza. Agli architetti di solito piace mettere dei bellissimi laghetti o dei pittoreschi bunker davanti al green, non li nascondono quasi mai dietro. Non rimanete corti, prendete un ferro in più ed effettuate il vostro colpo perfettamente nella media.

Intorno al green

Avere un pessimo gioco corto è la cosa più demoralizzante.

Vedete ad esempio che il vostro approccio si dirige verso il bunker laterale del green ma non ne siete sicuri, quindi con la voce tremante chiedete: “Si è fermata?”. Triste risposta del compagno di gioco: “No, bunker, è finita in bunker.” È come ascoltare un verdetto di colpevolezza, e camminate fino alla vostra palla chiedendovi quanti colpi vi farà perdere quell’errore. 

Il colpo successivo è una frustata imbarazzante, con un downswing a scatti e fuori controllo che siete già fortunati a non esservi fatti male. I polsi si piegano, le braccia collassano, il bastone tocca 30 centimetri prima della palla e il colpo non va da nessuna parte (foto sopra). Di nuovo colpa della tensione, più la vostra tendenza dannosa a cercare di accompagnare la palla fuori dalla sabbia. Ho promesso che non vi avrei dato alcun consiglio sullo swing in questo articolo ma questa volta lo faccio. Lo swing dal bunker è esattamente uguale a quello che fareste con un pitching wedge da 45 metri in rough: un bel backswing pieno e poi una botta secca coi polsi fermi. Avete mai provato a correre veloci sulla sabbia soffice? Non ce la fate perché la sabbia fa resistenza. Lo stesso accade dal bunker. Non potete essere morbidi, dovete fare un’uscita esplosiva che spinga la sabbia fino al green.

ll successo intorno ai green dipende dai colpi che scegliete di fare. Se siete deboli dal bunker prendete un bastone in più quando c’è la sabbia davanti al green o giocate a sinistra quando c’è la sabbia a destra. Sui green dovete sapere che il putt 50-50, quello che si sbaglia tante volte quanto lo si imbuca, per il golfista medio è quello da un metro e mezzo. Quindi quando sbagliate un putt con la doppia pendenza da due metri e mezzo non arrabbiatevi, è normale che accada. Siate realistici così ridurrete la tensione e giocherete meglio a golf.

Non siate megalomani

Volete che la palla voli il bunker, atterri morbida e si fermi subito. Il vostro problema è che guardate troppo golf in tivù, e questo vi fa pensare che un lob shot sia di routine. State delirando. Quando tirate questo colpo nella vita reale voi decelerate all’impatto e, il più delle volte, la mandate in bunker. Ecco quindi cosa voglio che facciate: invece di cercare di far cadere delicatamente la palla sull’avant-green prima dell’asta, puntate ad andare lunghi (foto a sinistra). Così quando decelerate probabilmente arriverete comunque ad altezza asta. E se la mandate leggermente lunga non c’è niente di male nel fare un putt da sei metri da dietro la buca. Due putt da lì e avrete fatto il vostro bogey – o dovrei dire par sul vostro score aggiustato.

La cosa fondamentale per i colpi intorno al green è azzeccare la distanza; è difficile che la mandiate molto storta. E fare la distanza giusta dipende dall’avere un contatto solido.

Puttare dovrebbe essere la vostra prima scelta intorno al green perché è più facile colpire un putt solido di qualsiasi altro bastone. L’opzione successiva dovrebbe essere quella di puttare con un ibrido, che vi darà un po’ più di loft e vi aiuterà a far rotolare meglio la palla sull’avant-green (foto sopra). Se c’è un po’ di rough tra voi e il green potrebbe essere necessario fare un chippettino, e in caso di parecchio rough potrebbe volerci un pitch o persino un lob. Ma il vostro obiettivo dovrebbe essere quello di usare il bastone con meno loft – e lo swing più semplice – possibile.

Morale della favola: non cercate di effettuare il colpo che tirerebbe un buon golfista. Come vostro maestro vi sto dando il permesso di usare il putter o l’ibrido, a meno che voi non possiate proprio fare altrimenti. Questo vi farà risparmiare almeno 5 colpi. Siete contenti adesso?

(testo raccolto da Peter Morrice)