Lo sapevate che molti dei più grandi giocatori sui green sono Australiani? Lucas Herbert ci spiega perché gli Aussie sono in grado di imbucare più spesso.

lmio paese d’origine, l’Australia, produce molti ottimi puttatori. La mia teoria è che i green di casa non sono così curati e lisci come quelli negli Stati Uniti, quindi dobbiamo diventare molto bravi a far rotolare la palla su superfici non perfette.

Quando siamo negli Stati Uniti è come giocare a un videogioco. Da quando è stata introdotta la statistica dei colpi guadagnati/sul green nel 2011, quattro australiani – Greg Chalmers, Aaron Baddeley, Jason Day e il sottoscritto – si sono classificati al primo posto nel PGA Tour in questa categoria. Chalmers per ben due volte.

Un altro aussie, Cameron Smith, è arrivato nella Top 10 due volte. Potete imparare molto dal nostro metodo: Baddeley ad esempio è ossessionato dal putter, non dal suo movimento. Day è molto ponderato nel suo processo e lo ammiro per questo. Io? Non sono molto meccanico. Mi alleno in modo da rendere il mio colpo il più libero possibile quando gioco. Questo è il primo “segreto” che volevo condividere con voi. Non pensate troppo quando siete sul green. Cercate di colpire ogni putt con la mente vuota. Questo vi permetterà di eseguire un movimento più sciolto. Se volete puttare come un vero australiano, continuate a leggere…

ACCAREZZATE LA PALLA, NON DATEGLI UNA BOTTA

Passo cinque minuti ogni giorno a lavorare sulla meccanica del mio colpo, in modo che quando sono in campo non debba pensarci. Il movimento corretto ce l’ho già inculcato. Così facendo, ho la mente libera e devo solo immaginare la pallina che entra in buca con l’angolo e la velocità ideali.

La mia sensazione quando eseguo il movimento è quella di “versare” il putt nella buca, proprio come voi versate del latte in una ciotola. Probabilmente non rovesciate l’intero cartone di latte tutto insieme e non lo versate molto velocemente. Si tratta di un movimento fluido.

Quando putto voglio che la testa del putter raccolga la palla. Non do una botta secca e non mi sento come se stessi accelerando o decelerando. Lascio solo che lo slancio del bastone muova la palla sulla linea prevista (foto sotto). Se vi serve un’immagine il mio putter si muove come il pendolo di un vecchio orologio a colonna.

FATE UN MOVIMENTO PIÙ PIATTO

Diversi anni fa avevo difficoltà a mantenere il braccio sinistro dritto durante l’impatto. Sollevavo il gomito sinistro e la testa del putter e “smanettavo” troppo il colpo. Era l’unica cosa che avevo in comune con molti golfisti dilettanti.

Per generare il top spin e far rotolare la palla in linea molti pensano che si debba colpire la palla dal basso verso l’alto. In realtà il colpo va eseguito su una linea molto più piatta.

Per correggere il mio movimento ho iniziato a esercitarmi mettendo la mano sinistra sopra alla destra, il che significa che ho invertito la posizione delle mie mani sul grip (foto).

Ho iniziato a puttare così bene in questo modo che questa è diventata la mia impugnatura fissa. La mano sinistra sopra rende più facile tenere la parte posteriore del polso sinistro e il gomito rivolti verso il basso. Di conseguenza il putter rimane basso e si rilascia il colpo correttamente (foto sotto). Le persone raramente pensano a ciò che accade dopo l’impatto ma la faccia deve rimanere bassa e continuare a muoversi seguendo l’arco, sempre square rispetto al suo percorso. 

REGOLATE LA VELOCITÀ

Ho un modo insolito di calcolare la velocità sui green. Molti buoni puttatori cercano di colpire ogni putt in modo che la palla finisca sempre alla stessa distanza oltre la buca, quando non entra. Io tratto ogni putt in modo diverso.

Su un putt la velocità ottimale per imbucare potrebbe essere quella che mi farà finire un metro oltre la buca. Su un altro, 15 centimetri. Perché cambio? Cerco di colpire ogni putt alla velocità che mi consenta di “sbordare dentro” nel caso dovessi prendere il bordo. La stabilisco in base a come penso che la palla reagirà con il retro della buca. Se il green è super veloce voglio che la palla entri piano, in modo che colpisca il portabandiera nella parte inferiore della buca. Se il green è lento, la palla deve colpire tra la parte superiore e quella inferiore del rivestimento della buca . Variare la velocità vi darà più possibilità di imbucare da un putt all’altro.

ABBINATE LA FACCIA DEL BASTONE AL MOVIMENTO

Prima di un giro faccio questo esercizio per abituarmi a colpire la pallina sempre nello stesso modo: trovo un putt dritto in salita e posiziono un tappetino speciale sull’erba (chiamato Wellstroke) che mi aiuta a vedere l’arco che il mio bastone dovrebbe percorrere per far rotolare la palla in buca. Il movimento del mio bastone non è completamente dritto lungo la linea di tiro.

Cercare di mantenere il putter su una linea dritta vi costringe a coinvolgere maggiormente le mani nel colpo, e questo rende più difficile avere la faccia square all’impatto. Se non l’avete già fatto provate a passare a un movimento ad arco. Lavorateci facendo un canale di tee che costringerà la testa del vostro putter a muoversi su una leggera curva. Il canale dovrebbe essere leggermente più largo della larghezza della testa del putter e l’obiettivo sarà quello di fare un putt dritto senza sbattere contro i tee.

La grandezza dell’arco varierà leggermente a seconda del vostro putter e del vostro corpo, ma la curva standard è di circa 12 gradi su entrambi i lati della palla. L’obiettivo è quello di mantenere la testa del putter sempre square. Questo esercizio aiuterà i vostri muscoli a ricordare il movimento corretto, così sarà più facile eseguirlo in campo. 

ABITUATEVI A IMBUCARE I PUTT CHE CONTANO

Il mio esercizio principale i giorni di un torneo è quello del “cerchio da un metro e mezzo. Posizionate 12 palline in modo uniforme in un cerchio, a un metro e mezzo di distanza dalla buca. Usate una buca un po’ in pendenza in modo da ottenere 12 putt della stessa lunghezza.

Il più delle volte li imbuco tutti e 12, ma se ne manco uno, torno indietro e imbuco quel putt una volta finito tutto il giro, e se non dovessi imbucarlo di nuovo, ricomincio da capo. Mi trovo spesso a fare putt da un metro e mezzo alle prime due o tre buche in campo e questo esercizio mi dà la sicurezza di imbucare quei putt (quelli che decidono le sorti di un giro).

Siccome ne ho già imbucati un sacco in putting green facendo questo esercizio mi sento rilassato quando li devo puttare in campo. Questo sistema vi obbligherà anche a concentrarvi e a far partire la pallina sulla linea giusta, che è molto più importante della velocità, su questi putt “che vanno messi”. 

AUMENTATE LA PRESSIONE

Questo esercizio è uno con cui termino spesso una sessione di pratica e non torno a casa finché non l’ho completato. Posizionate quattro palline a spirale a 1.5, 3, 4.5 e 6 metri dalla buca. Poi colpitele. Sommate la distanza totale dei putt imbucati e ripetete questa configurazione altre tre volte, con altre quattro palle, a buche diverse.

Obiettivo: imbucare 22 metri di putt in un massimo di 16 tentativi. Proprio come se steste giocando un torneo o una gara importante, volete avere la mentalità di provare a imbucare sempre ogni putt, ma se doveste sbagliarlo, l’obiettivo è che la palla finisca il più vicino possibile alla buca. 

Questo è un ottimo esercizio per migliorare il controllo della velocità e, soprattutto, per farvi sentire a vostro agio a imbucare i putt quando siete sotto pressione. Provatelo e diventerete presto dei puttatori dai nervi d’acciaio. Ma non dite a nessuno di questo esercizio. Sarà il nostro segreto!