La settimana del 121° U.S. Open ci ha regalato il primo major di Jon Rahm ma soprattutto l’eccezionale prestazione di Guido Migliozzi, spendido quarto al suo esordio assoluto in una prova del Grande Slam.

Questa volta partiamo proprio dagli azzurri, che a Torrey Pines sono tornati protagonisti con un torneo di grandissimo spessore.

Se sull’European Tour Guido Migliozzi aveva già fatto vedere di che pasta è fatto, conquistando nel 2019 due titoli (Kenya Open e Belgian Knockout) al suo primo anno sul circuito continentale, il grande pubblico americano ha scoperto a Torrey Pines una nuova stella.

Il suo 4° posto finale allo U.S. Open a soli quattro colpi dal vincitore lo hanno consacrato definitivamente a livello mondiale. Alla fine del 2019 il 24enne vicentino era già entrato per la prima volta nei Top 100 del mondo ma per poche settimane.

Questa volta, grazie allo strepitoso 4° posto nel più antico major americano, Migliozzi torna di prepotenza nell’elite del golf mondiale occupando ora la 72esima piazza (dalla 103 di settimana scorsa) , confermandosi al momento il miglior azzurro nel World Ranking.

Il risultato di Torrey Pines gli consente automaticamente di disputare l’Open Championship a luglio a Royal St. George’s, il prossimo U.S. Open, in programma al Country Club di Brookline nel giugno del 2022, e il Masters, oltre a qualficarlo di diritto per le Olimpiadi di Tokyo insieme a Francesco Molinari, ottimo 13° a Torrey Pines.

Chicco è tornato finalmente a mostrare il gioco che lo ha portato solo tre anni fa ad essere numero 5 del mondo e ha così iniziato la scalata alle posizioni del World Ranking che da sempre gli competono.

In una sola gara ha recuperato 40 posizioni, passando dalla 173esima alla 133esima, pronto a rientrare presto nei Top 100. Grande prestazione anche per Edoardo Molinari, tornato a calcare i grandi palcoscenici dei major a Torrey Pines, dove ha chiuso 35°, penalizzato solo da un secondo giro in 76 che non gli ha permesso di restare tra i primissimi della classifica. Dodo passa dalla 375esima posizione alla 336esima, confermando il suo ottimo stato di forma e una ritrovata convinzione ad altissimi livelli.

Jon Rahm lo aveva sempre detto: Torrey Pines è per lui un posto magico. Lì ha conquistato il suo primo titolo sul PGA Tour, il Farmers Insurance Open nel gennaio del 2017, e lì ha i ricordi più belli legati a sua moglie Kelley Cahill, da cui ha avuto ad aprile il loro primogenito, Kepa.

Rahm è il primo spagnolo a conquistare in 121 edizioni lo U.S. Open, vittoria che gli ha permesso di scavalcare Dustin Johnson e tornare numero 1 del mondo, posizione che già aveva occupato per 4 settimane nel luglio del 2020.

Con questo successo diventa anche il quarto iberico a vincere un major dopo Severiano Ballesteros, José María Olazábal e Sergio Garcia.

Nulla da fare ancora una volta per Louis Oosthuizen. Il sudafricano, vincitore dell’Open Championship a St Andrews nel 2010, è al sesto secondo posto in un major in carriera.

A maggio si è arreso a Phil Mickelson nel PGA Championship e in California il risultato è stato identico, con l’ennesima grande occesione sfumata. Una piccola consolazione le sei posizioni guadagnate nel World Ranking, in cui passa dalla 18esima alla 12esima piazza.

Harris English, terzo a Torrey Pines, passa dalla 25 alla 19esima posizione, sale ancora Jordan Spieth, da 24 a 22.

Tra i Top 10 rientrano Brooks Koepka (8°) e Rory McIlroy (10°) ai danni di Tyrrell Hatton (11°). Tra i Top 100 infine un gradito ritorno, quello di Martin Kaymer, 26° a Torrey Pines, che passa da numero 104 a 99 del mondo.