Il tanto atteso 2023 sta per iniziare. Sarà un anno davvero speciale per il golf italiano che avrà l’onore di ospitare un evento di risonanza mondiale quale la 44esima edizione della Ryder Cup.

Quando l’Italia propose la sua candidatura nell’ormai lontano 2014 era sembrata a tutti un’idea folle, senza la minima speranza di successo. Evidentemente gli avversari che ci avevano deriso non avevano fatto i conti con il nostro presidente Franco Chimenti, che con determinazione e astuzia è riuscito a battere sul filo del rasoio gli altri concorrenti e regalare a Roma questo prestigioso evento tra Europa e Stati Uniti. 

Ora non ci resta che onorare l’impegno e cercare di replicare l’enorme successo riscosso dalla Francia nel 2018.

In che stato di salute si trova il golf italiano alla vigilia di questo tanto atteso evento? L’anno agonistico 2022 si sta concludendo e il bilancio del DP World Tour purtroppo non è stato per nulla favorevole ai nostri colori. Per la prima volta da parecchi anni ci ritroviamo con due soli atleti a tempo pieno sul circuito maggiore, Guido Migliozzi ed Edoardo Molinari. La nota positiva è che avremo il piacere di rivedere più spesso in Europa il nostro campione major Francesco Molinari che, pur militando sul PGA Tour, giocherà parecchi tornei nel Vecchio Continente in cerca di preziosi punti proprio per la Ryder romana.

Il field che ci auguriamo

Quali sono quindi le reali possibilità di vedere uno dei nostri atleti fra i dodici convocati dal capitano Luke Donald?

Chicco nella Ryder 2018 è riuscito in una memorabile impresa che nessuno ha mai compiuto in passato: si è trasformato in uomo squadra conquistando cinque vittorie su cinque, ha demolito gli avversari a suon di birdie e ha incantato il mondo intero grazie alla perfezione del gioco espresso. Rispetto a molti altri contendenti, se dovesse essere vicino alle posizioni che contano, ha il più che meritato vantaggio di essere in pole position per una wild card. Guido Migliozzi ha sicuramente attirato l’attenzione su di sé vincendo il prestigioso Open di Francia con un birdie alla 72esima buca che nessuno dimenticherà mai. Chi ha in corpo la follia e la capacità di produrre un colpo del genere sotto tensione ha senza dubbio le caratteristiche perfette per giocare una Ryder Cup.

Edoardo Molinari ci proverà di sicuro, nonostante sia stato eletto vice capitano del Team Europe. Sta giocando il miglior golf della sua vita e se il putt dovesse tornare quello di una volta non mi sorprenderebbe vederlo in lotta per un posto in squadra.

Renato Paratore sulla carta ha le caratteristiche perfette per giocare una Ryder: potente dal tee, gioco corto e putt stellari, altissima capacità di rendimento sotto tensione. Purtroppo è rimasto fuori dalla carta piena del DP World Tour per una sola posizione, potrà giocare comunque parecchi tornei ma non potrà partecipare a quelli più ricchi di punti Ryder. Il suo obbiettivo sarà quindi quello di vincere subito una delle gare minori per poter accedere all’intero circuito e avere la possibilità di lottare per un posto in squadra.

Un doppio Migliozzi/Paratore sarebbe davvero un sogno per tutti noi italiani, non mi perderei lo spettacolo per nulla al mondo!

Anche Francesco Laporta si trova in questa scomoda posizione e dovrà quindi puntare su una vittoria a inizio anno per poter ambire ad un posto in Ryder. Andrea Pavan, Nino Bertasio e Lorenzo Gagli hanno purtroppo perso il diritto di giocare a tempo pieno sul DP World Tour e si concentreranno quindi sul Challenge, con ottime possibilità di finire tra i Top 20 e riguadagnare la carta piena per il tour maggiore.

La forza azzurra

Oltre a questi tre eccellenti nomi sul Challenge 2023 avremo davvero un gruppo di giocatori straordinari pronti a dare battaglia per guadagnarsi la promozione nella Serie A del golf continentale: Matteo Manassero, Lorenzo Scalise, Gregorio De Leo e Stefano Mazzoli inizieranno la stagione con grandi ambizioni.

I nostri atleti del Challenge Tour andranno quindi seguiti e supportati nella maniera migliore, perché dobbiamo fare di tutto per riportarli sul DP World Tour il più presto possibile.

Un altro atleta molto interessante nel panorama italiano è Filippo Celli. Il giovane romano, dopo un anno pieno di successi da amateur, è pronto a iniziare la sua prima stagione piena da professionista. Avrà sicuramente la possibilità di giocare sia sul DP World Tour che sul Challenge tramite inviti, che dovrà cercare di sfruttare al meglio per guadagnarsi un ranking. In questi casi la calma è davvero la virtù dei forti, mentre la fretta di arrivare rende il nemico più temibile. Bisogna stare con i piedi per terra e con la testa sempre nel presente per non cadere in errori.

Per il settore dilettantistico italiano il 2022 è stato invece un anno pieno di grandi soddisfazioni. La vittoria del Mondiale, l’Europeo e la Silver Medal conquistate da Filippo Celli hanno ripagato con gli interessi tutto il lavoro svolto dallo staff in questi ultimi anni. Nel 2023 porteremo sulle spalle la responsabilità di questi titoli, non sarà facile mantenere questo ritmo perché i nostri numeri sono davvero bassi rispetto alle nazioni avversarie e se altri giocatori della Nazionale dovessero decidere di passare al professionismo saremo costretti a fare i salti mortali per rimanere competitivi.

Al momento i nostri migliori dilettanti sono impegnati nelle università americane e in Italia lo staff della Nazionale sta quindi lavorando con gli Under 18 per preparare il futuro cambio generazionale. 

Gli appuntamenti principali di inizio stagione saranno come sempre i vari Internazionali dei Paesi mediterranei. A luglio avremo gli Europei, mentre a ottobre saremo in campo a Dubai per difendere il titolo Mondiale. Non sarà facile ma cercheremo di preparare al meglio tutti gli appuntamenti, senza tralasciare alcun dettaglio.

In questi anni ho spesso sentito dire anche da persone del settore che i nostri dilettanti non vincono più come una volta. Non mi interessa il fatto che queste affermazioni siano state smentite dalle vittorie del 2022, vorrei solo che ci si documentasse meglio prima di fare esternazioni di questo tipo e che si capisse in che direzione sta andando il golf nel settore maschile. I numeri stanno crescendo in maniera esponenziale in tutto il mondo.

I folli montepremi dei quali sentiamo spesso parlare hanno scaturito una vera e propria caccia all’oro. 

La maggior parte dei nostri avversari sono ormai dei professionisti travestiti da amateur che si allenano quotidianamente e che non frequentano certo scuole del livello italiano. Se ragazzi che abbiamo allenato dalla tenera età come Manassero, Paratore e Migliozzi non fossero passati così presto al professionismo avremmo probabilmente vinto altri titoli europei e mondiali ma fortunatamente sono diventati dei tour pro e, insieme a Pavan, hanno collezionato ben 11 vittorie sul circuito europeo.

I nostri numeri e il nostro sistema non ci permettono di garantire vittorie sia sul tour che fra gli amateur, in questi ultimi venti anni siamo riusciti a farlo ma ogni giorno che passa diventa sempre più difficile. Per rimanere competitivi, anche nel caso in cui alcuni giovani talenti passino molto presto al professionismo, dobbiamo allargare la base dei veri agonisti e allenarli in strutture idonee dove possano anche studiare.

In questo modo vi assicuro che saremo in grado di sfornare campioni con più continuità e di non accusare il peso dei precoci passaggi al professionismo che al momento penalizzano la squadra dilettanti in termini di possibili vittorie.