La domanda è lecita, soprattutto dopo che a parlare è stato nientemeno che il numero 1 del mondo, Dustin Johnson. Lo scorso 13 marzo DJ ha ribadito il suo pensiero sulle Olimpiadi di Tokyo, posticipate di un anno per la pandemia. “No grazie, preferisco concentrarmi sulla mia stagione del PGA Tour”.

Dalla famosa zika in Brasile, che ha impaurito molti dei top player al punto di farli riunciare ai Giochi di Rio de Janeiro del 2016, al pericolo di contagio da Covid-19 il risultato sembre essere praticamente lo stesso.

Il destino del torneo olimpico di golf pare proprio aver preso la stessa strada di quattro anni fa, quando la disdetta di molti dei top player mondiali sgonfiò e non poco l’interesse per il ritorno del nostro sport ai Giochi dopo oltre un secolo (St Louis 1904).

Per Johnson la motivazione principale è la difficoltà di spostamenti dettata dall’attuale situazione pandemica, tutt’altro che risolta. Nulla da ridire ovviamente ma ora, dopo che a parlare è stato il giocatore più forte del mondo, il rischio che in molti lo seguano su questa linea è davvero dietro l’angolo.

In più il calendario dei Tour principali non aiuta di certo: a luglio, dal 15 al 18, DJ e tutto il meglio del golf mondiale si ritroverà al Royal St George’s per l’Open Championship, l’unico major lo scorso anno cancellato per pandemia.

Le date previste invece per il Torneo Olimpico maschile sono dal 29 luglio al 1° agosto al Kasumigaseki Country Club di Saitama. Un viaggio quindi tutt’altro che breve da Londra a Tokyo, per poi risalire subito dopo sull’aereo destinazione Memphis, in Tennessee, dove la settimana successiva nessuno dei top player vorrà perdersi il WGC FedEx St Jude Invitational, sia per gli importanti punti in palio per il World Ranking sia per il suo allettante montepremi, 10,5 milioni di dollari.

Davanti alla pandemia e a questi incroci di calendario, il timore che in molti seguiranno la strada aperta da DJ è quindi più che plausibile. Le prossime settimane ci faranno capire di più ma il rischio di un dejavù di Rio è serio. Nel 2016 in Brasile declinarono l’invito oltre che Dustin Johnson calibri come Rory McIlroy, Jason Day, Jordan Spieth e pure il numero uno azzurro, Francesco Molinari.

Con il forfait di DJ resta apertissimo il discorso qualificazione per Tokyo dei giocatori americani: tra i Top 15 del World Ranking ci sono ben 11 statunitensi, il che significa, regolamento alla mano, che gli USA saranno l’unico paese che avrà diritto a quattro rappresentanti. Per tutti gli altri invece saranno solo due, regola che viene applicata sia al torneo maschile che a quello femminile, entrambi con un field di 60 giocatori totali.

Capitolo Italia: seppur uscito nuovamente dai Top 100 del World Ranking, Francesco Molinari resta ampiamente il numero uno azzurro (104°). Il secondo posto valido per andare a Tokyo se lo giocheranno invece sino al termine Renato Paratore (168°), Guido Migliozzi (173°) e Francesco Laporta (201°).

A Rio rappresentarono l’Italia Matteo Manassero, che chiuse 27° con -2, e Nino Bertasio, 30° con -1. Justin Rose conquistò la medaglia d’oro con -16, l’argento andò a Henrik Stenson (-14) e il bronzo a Matt Kuchar (-13).