La copertina della prima giornata del 150° Open Championship se l’è presa Cameron Young, alla prima al major britannico, ma la notizia vera è che Rory McIlroy non ha tradito le attese della vigilia e con un giro d’apertura in 66 è a due colpi dalla vetta.

Thomas Bjorn, capitano di Ryder Cup a Parigi – ospite d’onore ieri al Mercedes-Benz Pavillon nel corso di un evento speciale organizzato dalla casa automobilistica di Stoccarda per i suoi clienti, ha così commentato la sua prestazione: “Rory McIlroy è stato eccellente -. Da tempo non lo vedevo giocare così sciolto e in modo consistente. Ha detto che non ha avvertito nessuno stress e si è visto in campo”.

Bjorn è stato il primo danese a vincere sull’European Tour nel 1996 e per ben due volte ha sfiorato la Claret Jug nel 2000 proprio a St Andrews e nel 2003 al Royal St. George’s.

“Rory ha sicuramente una voglia incredibile addosso in questo momento – ha aggiunto -, di dimostrare al mondo che si sta avvicinando sempre più al Rory che aveva sbalordito tutti nei primi 4/5 anni della sua carriera. È partito bene ma l’ha fatto anche negli ultimi due major per poi perdere nei giorni successivi contatto con i primi. Quindi venerdì è un giorno decisivo per lui, deve tornare in campo e dimostrare di essere tornato ad avere continuità ad alti livelli se vuole davvero aspirare al titolo”.

Bjorn si è poi soffermato anche sulla deludente prestazione di Tiger Woods, che ha chiuso con un pesante 78 iniziato con un brutto doppio bogey alla 1.

“Siamo tutti entusiasti che Tiger sia qui questa settimana. Gran parte del pubblico era attorno a lui e dopo le prime quattro buche si avvertiva molta delusione ma è stato bravo a riprendersi e non mollare”.

Woods ha vinto tre volte l’Open Championship, la prima volta proprio sull’Old Course nel 2000 superando di ben otto colpi Bjorn ed Ernie Els.

“Nel 2000 e nel 2001 era molto difficile vincere un major o un grande torneo – ha ricordato Bjorn -. Tiger era su un altro pianeta, giovana un golf che nessuno aveva mai visto e ha cambiato questo sport. Ho avuto la fortuna di giocare con lui molte volte e dentro di me pensavo di avere in quel momento il miglior posto per osservare da vicino il miglior giocatore della storia. Nell’Open del 2000 ho giocato con lui il sabato e apprezzare il suo controllo, il suo atteggiamento e il modo in cui si faceva strada di fronte alle difficoltà del campo. Tiger si esalta nelle difficoltà per dimostrare a tutti di essere il migliore. Lo faceva allora e lo fa anche adesso, l’atteggiamento non è cambiato”.

Occhio anche a Scottie Scheffler, che secondo il danese sarà uno dei possibili vincitori di questa edizione. “Qualcosa dentro di me dice che Scottie Scheffler sarà molto vicino alla vetta domenica pomeriggio”, ha detto Bjorn. “Quando giocavo al meglio delle mie possibilità in vetta c’erano sempre Tiger e Phil Mickelson ma in questo momento ci sono 25 o 30 top player che possono giocarsi il titolo, quindi domenica sarà una vera e propria battaglia. Ci sono molti giocatori interessanti in questo momento: Scheffler, Xander Schauffele, Viktor Hovland, Jon Rahm. Per il golf di questi tempi è certamente un’ottima cosa”.

La prima giornata è stata caratterizzata da poco vento e la situazione non dovrebbe cambiare nei prossimi giorni. Il rischio quindi che l’Old Course venga demolito in termini di punteggio è quindi piuttosto alto.

“Si dice che qualcuno potrà addirittura firmare un 59 questa settimana”, ha detto Bjorn, “ma visto dove la R&A sta collocando le aste non credo che sarà poi così facile. Cameron Young ha fatto 64 ieri e il suo score avrebbe potuto essere anche più basso ma a parte il suo i risultati del field sono stati abbastanza nella media di un Open Championship.

“Giovedì c’erano una serie di bandiere difficili. L’R&A non potrà renderlo ancora più complicato ma certamente non renderà le cose più facili ai giocatori. Cercheranno di rendere ancora più duro il campo e questo è un fattore che farà perdere il controllo a molti giocatori. Una cosa è certa, lo spettacolo e le sorprese non mancheranno fino alle ultime buche”.