È arrivata l’ufficialità. Rory McIlroy sarà una delle stelle al Marco Simone in occasione del prossimo 79° DS Automobiles Open d’Italia, in programma dal 15 al 18 settembre.

Il giocatore che da molti è considerato il degno erede di Tiger Woods torna nel nostro Paese dopo un’assenza lunga 15 anni. L’ultima volta che è sceso in campo in Italia era il 2007 in occasione degli Internazionali d’Italia Under 16 a Biella, evento che vinse a mani basse con record del campo il primo giro in 65 colpi.

La storia di un campione

Il suo curriculum parla da solo: 35 titoli da professionista di cui ben 22 sul PGA Tour, l’ultimo lo storico trionfo al Tour Championship che gli è valsa la nomina di re della FedEx Cup in tre edizioni, 2016-2019 e 2022. Mai nessuno come lui.
Il ragazzino riccioluto di Holywood si presenterà sul tee della 1 del percorso di Guidonia da protagonista in una stagione da incorniciare con il titolo di numero 1 del PGA Tour, due vittorie sul massimo circuito americano, ben quattro top 10 in tutti e quattro i major ed è pronto a fare l’en plein con la vittoria del DP World Tour Ranking, a fine novembre.

Un’ascesa nell’olimpo del golf mondiale iniziata nel 2007 all’età di 17 anni. Nel 2011, all’età di 22 anni, è diventato il più giovane giocatore a raggiungere i 10 milioni di euro di guadagni in carriera nel DP World Tour. Traguardo bissato due anni dopo anche sul PGA Tour.

Avere la fortuna di vedere il numero 3 del mondo sarà un vero spettacolo: ci si renderà conto di quanto il fuoriclasse nordirlandese giochi uno sport diverso dalla maggior parte dei suoi colleghi avversari. Fin dai primi anni di professionismo ha attirato ed entusiasmato il pubblico di tutto il mondo grazie al suo modo esuberante di interpretare il golf, sempre all’attacco e incurante dei pericoli. La perfezione dei suoi movimenti, la fisicità del suo swing, il suono della sua palla quando viene compressa dai ferri insieme alla straripante potenza e al suo modo di stare in campo rendono McIlory un giocatore unico nel suo genere.