Quando potremo tornare a giocare a golf? Questa l’ovvia domanda che oltre 60 milioni di appassionati (il golf è lo sport più praticato al mondo) si pongono in questo triste e difficile periodo. La pandemia del COVID-19 è ormai estesa dovunque, mettendo un freno o bloccando tutte le attività.

In Italia la speranza è che in maggio, con data ancora da stabilire, si possa ritornare in campo con tutte le avvertenze e le regole del caso. Ma cosa succede all’estero? Siamo andati un po’ in giro per il mondo e studiato la situazione di altri cinque Paesi: Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Francia e Spagna. Ecco quello che sta succedendo all’estero.

Stati Uniti

Sono sicuramente la nazione che anche in questo momento concede la maggiore libertà di praticare il golf. La situazione è diversa fra Stato e Stato, ma la stragrande maggioranza consente di giocare. Anche se poi vari circoli restano comunque al momento chiusi. Qui sotto potete vedere la situazione aggiornata a ieri. Gli Stati in verde non hanno proibizioni, quelli arancioni hanno annunciato la riapertura, quelli rossi non permettono di giocare. In California e alle Hawaii ci sono divieti in alcune contee e in altre no.

Qui sotto invece il grafico che dimostra la percentuale di campi chiusi su un panel di oltre 5.000 Circoli americani, circa un terzo del numero complessivo. Il punto massimo di chiusura (circa 50%) è del 21 aprile, poi è iniziata una lenta discesa, che continuerà, visto che altri Stati hanno già annunciato di voler dare via libera.

Gran Bretagna

Al momento, secondo quanto evidenziato sul sito di England Golf, l’Associazione che può essere paragonata alla nostra Federgolf (anche se con molte differenze statutarie e operative), il golf britannico è off limits. Non si gioca, quindi. Tutte le gare e gli eventi nazionali e internazionali sono stati spostati a dopo il 27 luglio o cancellati. Per i dilettanti si spera in un’apertura nelle prossime settimane.

Germania

A partire dal 20 aprile, è possibile giocare a golf in alcuni Länder tedeschi. Ad esempio nel Meclemburgo-Pomerania Anteriore, nel Brandeburgo e nella Renania Palatinato. Gli stati federali hanno consentito a singoli sport, come il tennis e il golf, di riavviare le operazioni in condizioni adeguate. Nel caso del Meclemburgo Pomerania occidentale, tuttavia, è ancora in vigore l’attuale divieto di ingresso per i turisti. Ciò significa che i golfisti che non vivono nello Stato non possono accedere ai campi da golf. Lo stesso vale per lo Schleswig Holstein, che prevede la ripresa delle operazioni per i campi da golf dal 4 maggio. In linea di principio, si applicano anche le vigenti misure di autorizzazione e igiene del governo federale.

Francia

Di recente, l’European Tour ha annunciato la cancellazione dell’Open di Francia, in programma dal 2 al 5 luglio al Golf National. Un vero shock per i fan della pallina bianca in Francia, privata del torneo professionistico di punta della stagione. La decisione del Circuito europeo è arrivata dopo il discorso del presidente Emmanuel Macron, che ha annunciato una “graduale riapertura dall’11 maggio”. No all’Open di Francia, quindi, ma per le centinaia di migliaia di giocatori (sono 410.000 solo i tesserati)  e i 15.000 professionisti del settore c’è la speranza di poter rimettere i piedi in campo dal 12 maggio.

Spagna

Situazione analoga a quella di Francia e Italia. Gli Stati Generali del golf spagnolo (federazione, associazioni di proprietari di campi, di gestori, di pro e greenkeeper) hanno preparato un documento presentato al Governo centrale per le norme da rispettare alla riapertura dei campi. Il problema in Spagna è alquanto sentito, visto che un milione e 400mila turisti stranieri hanno frequentato i percorsi del Paese lo scorso anno, generando un introito di due miliardi e mezzo di euro, in un’industria che coinvolge in prima persona 30.000 addetti. Cui si aggiungono altre decine di migliaia di lavoratori dell’indotto.

Conclusioni

Gli Stati Uniti fanno storia a sé. Il golf oltreoceano è una macchina da 80 miliardi di dollari l’anno ed è perlomeno comprensibile che si cerchi di non fermarla del tutto. Discorso diverso in Europa, dove la sola Germania ha già consentito aperture in vari Länder. Metà maggio sembra per tutti una data possibile per provare a ripartire. E in Italia, come detto all’inizio, siamo più o meno sulla stessa lunghezza d’onda.