Diciamolo, Lee Westwood è per tutti noi il vincitore morale del The Players.

Per due settimane di seguito è terminato secondo in due dei più importanti tornei dell’anno. E l’ha fatto sempre con il sorriso sulle labbra e con una calma e tranquillità a cui non siamo abituati.

Prima l’Arnold Palmer alle spalle di DeChambeau e domenica al The Players, a un colpo da Justin Thomas.

Mentre imbucava il suo ultimo putt alla 72esima buca del TPC Sawgrass , Lee Westwood alzava le braccia la cielo. Ha imbucato un putt di 4 metri e mezzo per assicurarsi il secondo posto in solitaria dietro a Justin Thomas. La palla è entrata in buca e l’inglese ha fatto un respiro profondo e una bella risata, come per dire “ho fatto tutto quello che potevo fare”.

Sul green della 18 gli applausi erano tutti per lui, il giocatore che a 47 anni è tornato sulla cresta dell’onda con un atteggiamento da cui prendere ispirazione.
Probabilmente il Westwood di 20 anni fa avrebbe reagito diversamente. Dopo alcuni brutti colpi nelle prime buche di domenica si sarebbe imbronciato e avrebbe fatto sì che il suo umore influenzasse l’intera giornata.

Ma non la versione 3.0 di Westwood

Questa versione di Westy era orgogliosa della sua performance domenicale.
Sì, era orgoglioso di perdere. E lo dice senza rammarico ma con la piena consapevolezza di aver lottato fino alla fine dando tutto se stesso. Gioca con ragazzi di 20/25 anni meno di lui e, nonostante l’età anagrafica, offre una lezione di vita e di sport a tutti loro.
Ieri sui fairway dello Stadium Course, Westwood non ha perso. Non perdi quando combatti come ha fatto lui.
“Non ho giocato il mio miglior golf oggi ma ho dato tutto me stesso”, ha detto Westwood “Sono molto orgoglioso e soddisfatto del giocatore che sono diventato. La gente si domanda se sono ancora in grado di imbucare i putt sotto pressione e ho dimostrato che è ancora così. Mi sto divertendo tantissimo. Compio 48 anni tra un mese e sono ancora qui a giocare tornei importanti accanto a campioni del calibro di Bryson DeChambeau e Justin Thomas. Per me tutto questo è solo un’immensa gioia”.

Ora la domanda è quale sarà la sua prossima mossa?
Lo rivedremo al Masters con la speranza che possa finalmente vincere quel tanto agognato major e lo ritroveremo in squadra alla Ryder Cup a Whistling Straits. Sarà la sua 11esima partecipazione.

Nel frattempo, Westwood si gode quello che ha e prende il golf per quello che realmente è: un gioco. “Ritengo che questo sport venga trattato troppo seriamente di tanto in tanto. Con quello che sta succedendo nel mondo bisogna essere solo grati alla vita. È divertente e appagante fare il lavoro che amo e che sto facendo da 28 anni”.

Non solo gioca ancora, ma compete con l’élite del golf mondiale

Dopo la caduta al 78° posto nel World Ranking nel 2019, ora Westwood è risalito fino alla 19esima posizione. E lo ha fatto con la sua fidanzata Helen Storey, caddie sempre al suo fianco in tutte le 18 buche e, al Masters, lo farà con suo figlio Sam.
Il fuoriclasse inglese gira il mondo, sta giocando il miglior golf della sua vita accanto alle persone che ama più di qualsiasi altra cosa, e lo sta facendo con un atteggiamento straordinariamente positivo.

Come non possiamo pensare che il meglio debba ancora venire?