È stato il primo dei quattro major a dare forfait di fronte al dilagare del contagio da Covid-19 nel mondo.

Sembrava impossibile ma poi alla fine anche il tradizionalissimo Masters, in programma ogni stagione la prima settimana di aprile, ha dovuto farsi momentaneamente da parte di fronte a un’emergenza sanitaria senza precedenti che ha costretto alla cancellazione o al rinvio tutti i principali avvenimenti sportivi internazionali di questa prima parte di stagione.

Le ultime notizie in arrivo dalla Georgia dicono però che si stia già lavorando su molto più che una semplice speranza, ovvero quella di far disputare l’84esima edizione del Masters nel prossimo mese di novembre, periodo perfetto per clima e condizioni del campo a quelle latitudini.

In attesa di ulteriori aggiornamenti, il club di golf più ambito del mondo ha comunicato ufficialmente che effettuerà una donazione di due milioni di dollari per la lotta contro il Coronavirus.

«Abbiamo la speranza che questa piccola donazione possa contribuire ad aiutare la città di Augusta e la sua area a gestire al meglio l’emergenza Coronavirus» ha dichiarato il presidente del circolo, Fred Ridley. «Crediamo che l’Augusta National abbia la responsabilità di scendere in campo di fronte a questa situazione con l’obiettivo di appoggiare e proteggere la sua comunità che da sempre è al nostro fianco. Ringraziamo la Community Foundation per i suoi sforzi e siamo vicini a tutti gli operatori sanitari che stanno lottando in prima linea per sconfiggere questo male invisibile».

Nel comunicato ufficiale si afferma che un milione di dollari sarà donato all’Università di Augusta per aumentare il numero dei tamponi nella zona, mentre l’altro milione verrà indirizzato al fondo d’emergenza CSV Covid-19, per «aiutare direttamente la popolazione più vulnerabile che ha contratto il virus nella nostra comunità».

Al momento gli Stati Uniti contano quasi 170 mila contagi e oltre 3.000 decessi. In Georgia più di 3.000 persone sono risultate positive al Coronavirus e attualmente si contano oltre cento morti.