Crediamo che l’argomento di cui trattiamo in questo numero, per la maggior parte dei giocatori che durante le gare si scambiano consigli – ignari di quanto prevedono le regole del golf in merito – sarà una sorpresa. Non sappiamo quanto gradita, ma certamente una sorpresa.

Abbiamo in mente un episodio che ci ha coinvolto in una gara singola di circolo di una domenica primaverile. Lo starter, dopo aver eseguito correttamente il suo compito per il match in partenza, conclude dicendo: “Mi raccomando oggi non si danno consigli…”.

I giocatori lo guardano increduli e partono per la loro gara. Al termine del giro alcuni di loro avvicinano lo starter e gli dicono: “Oggi non ci siamo dati reciprocamente consigli, anche se normalmente lo facciamo”.

Lo starter, che conosce bene i soci coinvolti, sorride e nuovamente raccomanda di rispettare sempre le regole del golf e non solo quando sollecitati a farlo.

Il consiglio

La questione “consiglio” è trattata dalla definizione che spiega che cosa ciò significhi e precisamente: qualsiasi commento verbale o azione (come, per esempio, mostrare quale bastone sia stato appena utilizzato per eseguire un colpo) che sono intesi a “influenzare” un giocatore nello scegliere un bastone, eseguire un colpo, o decidere come giocare durante una buca o un giro. Quindi, un commento tipo: «Se fossi in te utilizzerei questo bastone – oppure – farei un tipo di colpo diverso da quello che stai facendo» è chiaramente un’infrazione alla regola. 

Un giocatore può sbirciare nella sacca del compagno di gioco, senza toccare o muovere nulla, per capire quale bastone sia stato utilizzato per eseguire l’ultimo colpo. Ma se, per capire ciò, dovesse, per esempio, spostare un asciugamano che copre la sacca, quest’azione equivale a chiedere consiglio, con la conseguente penalità generale. 

Tuttavia, il consiglio non include informazioni pubbliche, come per esempio in che punto del putting green si trovi la bandiera, oppure se in una certa posizione della buca si trovasse un’area di penalità o un fuori limite (tutte cose considerate di “pubblico dominio” per le regole del golf). Un giocatore può anche chiedere informazioni su dove si trovi la palla di un altro giocatore e anche la distanza da un punto a un altro (quindi posso chiedere al mio compagno di gioco a quanti metri dall’asta ci si trovi), la direzione del vento o le regole. Inoltre, un giocatore può chiedere – e ricevere – consiglio dal proprio caddie. 

A livello umano è comprensibile che giocatori si scambino consigli; il genitore con i figli, la moglie con il marito oppure gli amici, giocando insieme ed essendo in confidenza, violano palesemente la regola 10.2a incorrendo nella penalità generale che prevede 2 colpi di penalità in stroke play medal e Stableford, nonché la perdita della buca in match play. Lo scopo della regola 10.2a spiega in modo chiaro che nel gioco del golf, una sfida fondamentale per il giocatore è il decidere in autonomia la strategia per il proprio gioco ed è per questo che negli anni R&A e USGA sono sempre più restrittivi in tal senso. Nonostante la tecnologia a disposizione e le capacità degli altri giocatori, il “talento” del giocatore stesso deve essere preponderante nel risultato di una gara. 

Oltre che, come abbiamo visto, al proprio caddie, nelle forme di gioco che coinvolgono i partner (due o più giocatori che gareggiano come singola unità e formano una parte), un giocatore può dare consiglio al proprio partner (o chiederlo al suo caddie), per rafforzare il concetto di squadra. 

Speriamo di essere stati di aiuto per approfondire un interessante regola del golf e arrivederci alla prossima rubrica.