Vogliamo mettere a confronto tre diverse generazioni che possono essere prese come esempio dai nostri giovani golfisti: Francesco e Edoardo MolinariEmilie Alba Paltrinieri e Giovanni Binaghi.

Giovanni Binaghi

Ho conosciuto personalmente “Giovannino” Binaghi, come è solito chiamarlo  papà Alberto, occasione di una tappa della U.S. Kids Golf Italy.

Avrà avuto circa otto anni e già si intuiva il suo grande e speciale talento. Quel talento che fa sembrare ogni colpo la cosa più semplice a questo mondo che, sommato a una forte costanza negli allenamenti e a una spiccata attitudine per questo sport, gli hanno permesso di primeggiare a livello giovanile già in tenerissima età.

L’ascesa però è stata graduale, senza bruciare le tappe, aspetto che ha rappresentato sicuramente una delle chiavi per i suoi risultati ottenuti in questi anni a livello giovanile dilettantistico.

Parlando con suo papà Alberto, mi ha raccontato di come, una volta cominciato il liceo scientifico due anni fa, si sia buttato a capofitto nello studio, provando fin da subito a raggiungere ottimi risultati anche a livello scolastico, magari a discapito di qualche partecipazione in alcune gare.

Risultati e gratificazioni che non sono tardati ad arrivare anche tra i banchi di scuola grazie al suo impegno e alla dedizione allo studio.

Nello studio, così come nel golf, i risultati sono frutto di un assiduo lavoro di preparazione, pratica, dedizione, tenacia, caparbietà e voglia di superare i propri limiti.

Edoardo e Francesco Molinari

Ed è quello che negli scorsi anni è successo a Edoardo e Francesco, che prima di diventare i campioni che tutti noi oggi conosciamo, hanno completato entrambi il loro percorso di studi, con le lauree ottenute in Ingegneria (Dodo) ed Economia e Commercio (Chicco).

Questo aspetto ha sicuramente contribuito a far diventare i due fratelli di Torino uomini sicuri e consapevoli delle loro capacità e abilità a livello personale e lavorativo.

Dopo che entrambi hanno scelto la carriera del professionismo, il loro percorso di vita intrapreso fino a quel momento ha rappresentato sicuramente un fattore determinante, che ha permesso ai fratelli Molinari di raggiungere risultati straordinari e i numerosi successi ottenuti in campo nazionale e internazionale.

Emilie Alba Paltrinieri

Abbiamo raggiunto telefonicamente Emilie Alba Paltrinieri durante il raduno della Squadra Nazionale Femminile di fine dicembre a Villa Paradiso, da cui ne è uscita una chiacchierata molto interessante e di grande ispirazione per i tanti giovani golfisti che vogliono intraprendere un percorso simile al suo.

Emilie nella sua lunga carriera da dilettante nella Nazionale Femminile Italiana, ha vinto nel 2016 il Girls Amateur Championship, ha raggiunto nel 2019 le semifinali del Women’s Amateur Championship, e ha giocato nel 2021 il celebre Augusta National Women’s Amateur.

Oggi sta frequentando il quarto e ultimo anno alla UCLA di Los Angeles, in California, dove studia biologia molecolare e gioca a golf per la squadra agonistica dell’università.

Le abbiamo chiesto il motivo di questa scelta non propriamente canonica e tradizionale come corso di studi e lei ci ha risposto che ha intrapreso questa scelta vista la sua forte passione per le scienze.

Il percorso di studi di Emilie

“Biologia molecolare è sicuramente un indirizzo impegnativo, ma grazie alla mia grande passione e a una dedizione importante allo studio, riesco a conciliare al meglio gli allenamenti, le gare di golf e lo studio, coltivando allo stesso tempo entrambe le mie due grandi passioni”– ci racconta l’azzurra, che non voleva sprecare questa grande opportunità seguendo un percorso di studi generico.

Emilie crede fortemente che per chi studia ciò che davvero lo appassiona, l’intero percorso scolastico sarà sicuramente più interessante, stimolante e gratificante.

I tre consigli di Emilie per i giovani golfisti

Non tiratevi indietro se qualcosa vi piace e vi coinvolge. Vale sempre la pena seguire le proprie passioni e i propri sogni, anche se questo comporta sacrifici e se il cammino non sarà sempre semplice.

Studiare in America o all’estero e avere la possibilità di giocare per una squadra universitaria sicuramente è un’ottima esperienza per chi vuole intraprendere una carriera da giocatore professionista, senza rinunciare allo studio, provando a crearsi parallelamente una carriera nel mondo lavorativo al di fuori del golf. Stare lontani da casa aiuta a crescere e a maturare più velocemente, in primis come persone e poi anche come studenti e atleti.

Per chi desidera intraprendere questo percorso Emilie consiglia di provare a partecipare a più gare possibili all’estero, così da avere più visibilità vista la presenza di molti coach americani in queste manifestazioni, giunti per reclutare giovani giocatori. Inoltre, da quando le regole lo consentono, è possibile contattare direttamente e personalmente più università e coach allo stesso tempo, per capire quale scuola possa rappresentare la soluzione migliore.

Quale futuro ti aspetti negli anni a venire?

“Una volta che concluderò il quarto anno, proverò ad entrare in un master specializzante della durata di un anno e, una volta concluso, tenterò il passaggio al professionismo”.

Nel caso poi non dovesse essere questa la sua strada, a Emilie piacerebbe diventare consulente per un’azienda farmaceutica, cosicché, in entrambi gli scenari che il futuro e la vita avranno in serbo per lei, continuerebbe a seguire e vivere delle sue due grandi passioni: il golf e le scienze.

Il golf rappresenta sicuramente un aspetto importante nelle vite dei nostri giovani, ma quello che ci auguriamo per il loro sviluppo umano e personale, è che non diventi l’unica ragione di vita già dalla giovanissima età. Ogni bambino o bambina, ragazzo o ragazza, che si avvicini al nostro amato sport, dovrebbe provare a fare più esperienze possibili, con l’obiettivo di diventare prima di tutto bravi ragazzi e studenti, prima ancora che buoni giocatori.

Poi se durante il loro percorso di crescita, riusciranno ad ottenere ottimi risultati in ambito golfistico dilettantistico o professionistico, prendendo magari spunto anche dall’esperienza di Edoardo, Francesco, Emilie e Giovanni, saremo tutti contenti e orgogliosi di mostrare al mondo dei veri campioni di vita, prima ancora che sul campo di gioco.