Vento padrone del campo nella terza giornata del Genesis Open a Los Angeles. Gli impegnativi fairway del Riviera di Pacific Palisades sono stati spazzati da raffiche fino a 50 orari, che hanno costretto a sospendere il gioco per varie ore. Incompleto quindi il programma del sabato, con un totale di 43 giocatori che non sono stati in grado di completare il terzo giro. Sam Burns, che conserva il comando anche se con soli due colpi contro i cinque del giro di boa, deve ancora giocare cinque buche.

Ottimo recupero di Francesco Molinari. In una giornata quanto mai difficile, con un bellissimo sole ma terribili folate a spazzare il campo, i punteggi sono scesi sotto il par solo in pochi casi. Chicco, con il suo -1, è riuscito così a recuperare ben 21 posizioni. Al momento dell’interruzione inevitabile dovuta al buio, riposava in clubhouse al 19° posto. Partito alla 10, ha chiuso in par (un birdie e un bogey) le prime nove, riuscendo invece a fare meglio sulle seconde (due birdie e un bogey). Per lui -2 dopo 54 buche che lo lasciano lontano dalla vetta, in una classifica che però si è molto accorciata rispetto alla chiusura di venerdì.

Dopo aver giocato brillantemente nei primi due turni, Sam Burns ha registrato un record nel torneo di -12 dopo 36 buche. Mentre stava cercando di continuare il suo assalto al primo successo in carriera sul Tour, il 24enne della Louisiana è stato bloccato dalle avverse condizioni meteo per circa quattro ore. Vento leggero e improvvise raffiche hanno reso difficile la vita a quasi tutti. A Burns sono costati tre bogey (con un solo birdie) fra la 8 e la 13. Il suo pingue vantaggio di cinque colpi si è così ridotto solo a due,

A inseguirlo Matthew Fitzpatrick, il più a proprio agio in mezzo al vento. “Sono le condizioni che spesso trovo sul mio percorso di casa”, ha dichiarato l’inglese. Arrivato alla 17 prima della sospensione, aveva segnato un ottimo-3 sul suo score. A un colpo da lui (-7), il terzetto formato da Dustin Johnson, Max Homa e Wyndham Clark. Fra i tre solo DJ è già arrivato alla buca numero 54, mentre gli altri due si sono visti fermare rispettivamente alla 13 e alla 15.

Dopo Patrick Cantlay, solo a quota – 6 (alla 16), seguono in cinque a -5. A quattro sotto il par è invece crollato Jordan Spieth, che si era portato addirittura a – 9, migliorando di tre colpi la prestazione del venerdi. Ma nel vento ha poi perso completamente la bussola, come dimostrano i cinque bogey accumulati dalla 7 alla 15, la sua ultima buca giocata.

Gli altri big rientrati in clubhouse viaggiano fra il -3 di Victor Hovland e il -2 di Schauffele e Rahm. Disastroso lo score di Brooks Koepka, che con un pesante + 6 ha perso 36 posizioni, finendo 50°. Per la giornata finale, che inizierà prima del consueto per recuperare il tempo perduto, si prevedono ancora venti forti per le prime ore. Non una bella notizie per tutti quelli che hanno ancora davanti buche del terzo giro da recuperare.