A due giorni dall’inizio della 78esima edizione del DS Automobiles Italian Open, Francesco Molinari racconta le sue emozioni nel tornare a competere in Italia dove tutto ebbe inizio nel 2006 a Tolcinasco.

Il campione Open Championship 2018 ha umilmente dichiarato che il suo percorso per tornare ai livelli di un paio di anni fa è ancora lungo. Dopo un buon inizio di stagione i problemi fisici alla schiena hanno rallentato tutto impedendogli di allenarsi e giocare con continuità.

“Sto vivendo una stagione a singhiozzo a causa dei dolori continui che mi impediscono di scendere in campo come vorrei. A questo si è aggiunto il trasferimento in America e l’impossibilità di confrontarmi dal vivo con il mio staff, rimasto dall’altra parte del mondo.
Le restrizioni internazionali a causa della pandemia rendono tutto più difficile per chi non ha il proprio gruppo di lavoro con sé.  Ci vuole ancora un po’ di pazienza, devo prendere le misure della mia nuova vita e organizzarmi al meglio con tutti loro”.

Cosa pensi del nuovo tracciato del Marco Simone?

Il campo non ha deluso le aspettative. Sono davvero contento di essere qui dopo l’assenza del 2020 e spero in una buona settimana. Oggi ho giocato le prime 9 buche e devo ammettere che il livello tecnico è davvero elevato soprattutto in due par 3. Bisognerà essere precisi da tee a green e puttare bene. I green sono mossi, molto belli e duri quindi premieranno la precisione. Nel complesso il disegno è di ottima qualità, studiato per esprimersi al meglio durante i match-play della Ryder Cup. Il Marco Simone è degno della competizioni che andrà a ospitare e speriamo, finita la sfida Europa-Stati Uniti, rimanga un fiore all’occhiello tra i circoli italiani.

Vuoi fare un pronostico di come sarà il tuo Open d’Italia?

Al momento vico giorno per giorno non ho grandi aspettative e tutto quello che arriverà sarà un bel risultato. l’importante è non avere dolori e riuscire a chiudere 72 buche senza problemi fisici. Prima di tutto devo risolvere i problemi e mantenere una continuità di allenamento. Bisogna essere umili e prendere coscienza di dove si è e quali siano, attualmente, le proprie capacità. Non mi faccio voli pindarici bisogna essere concreti e realisti. Non credo nella vittoria ma mai dire mai…

Quali saranno i tuoi prossimi programmi dopo Roma?

Andrò a Wentworth e poi volerà a casa dove farò una pausa di quasi un mese prima di riprendere la stagione sul PGA Tour. conti di giocare almeno tre/quattro gare prima di Natale.

Parliamo della Ryder Cup. Ti vedi nel team europeo?

Quest’anno no non sarà insieme ai miei compagni a Whistling Straits ma l’obiettivo è quello di qualificarmi alla Ryder qua al ,Marco Simone tra due anni.

Se fossi Harrington a chi daresti le tre wild card?

Bella domanda… così su due piedi ti dico Sergio Garcia, Poulter e Justin Rose. Tre ottimi giocatori dalle qualità eccezionali e dal carattere combattivo.

Quest’anno la coppia Moliwood purtroppo non ci sarà. Con chi pensi verrà accoppiato Fleetwood?
Tommy Fleetwood è un giocatore che si adatta perfettamente con tutti. Ha un carattere solare e va d’accordo con chiunque della squadra. Forse lo vedrei bene con Justin Rose qualora ottenesse la wild card. Poi però tra due anni tornerà a giocare con me!