Iano, posso dire che alla Scuola della Federazione Italiana Golf copiavi le regole da me per il test?

Certo che puoi dirlo, poi però cancella il mio numero dalla rubrica e intervista altre persone. Iniziamo bene con le domande, ne hai altre?

Sì, perché tutta questa passione per le regole?

In verità la passionea è per il golf in generale. Arriva dai corsi per diventare arbitro ma anche da quelli per diventare golf manager in giro per il mondo. Ho lavorato al Pìcciolo e poi ho avuto una grande opportunità al Donnafugata Resort, dove il Tour è approdato per il primo Sicilian Open. Nel vedere l’organizzazione di un torneo così importante mi sono detto che sarebbe stato il lavoro della mia vita.

Dalla Sicilia all’European Tour, come si fa? Si telefona e si chiede “Scusi, vorrei diventare arbitro…”

Questo lo sanno in pochi, quindi non so se puoi scriverlo. Io durante il Sicilian Open ho conosciuto i miei attuali capi dell’European Tour. Da lì ho iniziato, ogni anno per cinque stagioni, a mandare la mia candidatura con il curriculum aggiornato. Nel 2016 ho avuto una proposta da Dublino dopo l’ennesimo corso per la gestione dei golf e, come spesso accade, nello stesso momento è arrivata la possibilità per due posti sul Tour con venti candidati. Non me ne vogliano i ragazzi di Dublino, ma ho fatto subito il famoso colloquio per diventare arbitro del Tour. Il sogno prendeva forma…

Nel colloquio hai fatto qualche ruling?

Tu ridi ma assolutamente sì. Però si è parlato di più di cultura golfistica e della mia propensione alla gestione del club e delle dinamiche del Tour. Ti dico solo che durante il confronto c’era anche John Paramor, e tu sai di che arbitro stiamo parlando…

A proposito di Paramor, è vero che sta andando in pensione? Cosa farete, suonerete le cornamuse in onore della sua carriera?

Non so cosa succeda (ride), anche perché loro sono sul Tour da sempre, non conosco il protocollo per la pensione. Probabilmente anche Andy McFee, altro pilastro del circuito, chiuderà a breve la carriera. Loro hanno fatto veramente tanto per la nostra categoria. Chissà, magari regaleremo uno stimpmeter d’oro o un libro delle regole rilegato alla perfezione.

Iano, dimmi il sogno di un arbitro. Fare un ruling a Tiger Woods ad Augusta?

A me andrebbe bene aiutare con il mio lavoro al Masters, all’Open Championship e, senza ombra di dubbio, alla Ryder Cup.

È più difficile fare un ruling sul Tour come quello a Matt Wallace all’Open d’Italia 2017 al Golf Club Milano oppure dare la penalità a un amico?

A te darei la penalità senza problemi, ma credo che non riuscirei a rimanere serio. A parte gli scherzi noi non diamo la penalità, semplicemente aiutiamo i giocatori a capire se stanno applicando correttamente le regole. Le regole con le relative penalità sono già scritte, noi dobbiamo solo prenderne atto, aiutando con l’interpretazione e l’esperienza. Wallace ha imbucato dopo il ruling, devo dirti che ho dovuto gestire un po’ di commenti del pubblico subito dopo…

Torno all’amata Sicilia, come ti sei avvicinato al golf?

1999, uno zio mi porta a provare questo “strano sport”. Appena entrato sono stato invaso dal fascino del golf e subito ho pensato di lavorare in questo mondo piuttosto che giocarlo. Ho anche giocato tanto e forse in quegli anni ero uno dei pochissimi golfisti Under 18 della mia isola.

Appena arrivato sul Tour hai fatto gavetta oppure subito in campo ad arbitrare?

Ci sono varie posizioni a rotazione per ogni torneo quindi si impara sempre e non ci si annoia mai. A dirti la verità al Tour sta piacendo la mia conoscenza della gestione dei club e della manutenzione del verde, quindi, oltre a dare ruling, mi sto specializzando nella gestione del torneo, nel rapporto con il circolo e con i greenkeeper.

Niccolò Nesti, Iano Torrisi, Gaia Zonchello… sbaglio o abbiamo tre arbitri italiani sul Tour?

Sì, abbiamo passione per questo lavoro e un amore profondo per il nostro sport. Sappiamo viaggiare, studiamo molto e ci dicono sempre che lavoriamo con il sorriso. Sono felicissimo per Gaia, è la prima Rules Official donna del Tour! È brava e conosce tutti i giocatori per la sua passata esperienza a diretto contatto con loro. Insieme stiamo crescendo moltissimo.

Iano, quale regola non ti trova d’accordo?

Possiamo dire che prima del 2019 non ero d’accordo quando si prendeva penalità per palla mossa durante la ricerca. Sempre ragionando in buona fede era difficile cercare una palla con il rischio di essere penalizzati se mossa accidentalmente. Ora se si muove la palla la si può ripiazzare senza alcun problema. Mi piace questa nuova regola che strizza l’occhio al fairplay.

Allungare i campi o frenare lo swing di DeChambeau? Cosa pensi della polemica sui bombardieri del Tour?

È difficile fermare il progresso quindi un restyling ai percorsi potrebbe giovare al golf e al suo show. Ma preferirei che tutte le modifiche andassero nella direzione della sostenibilità sia per il territorio che per l’economia del club. Il futuro è green e tutte le scelte non devono appesantire le casse dei circoli.

Ultime due domande, cosa porti in valigia?

Tutto, dal maglione al costume. Pensa che a Dubai, a gennaio, ho usato tutto quello che avevo messo in valigia. Lavorando all’aria aperta non sai mai cosa ci si possa aspettare dal meteo. Poi porto anche un sand e un putt. Prima che tu me lo chieda servono per testare velocità e posizioni di bandiera.

Iano, solita promessa da mantenere: alla Ryder Cup 2023 in Italia mi porterai sul cart con te almeno per cinque minuti?

Belli, hai fatto flappa! Gli arbitri alla Ryder Cup vanno a piedi per seguire da vicino ogni match. Quindi non manterrò la promessa.

A spalle, Iano, mi porterai sulle tue spalle… grazie mille e complimenti per la carriera. Felice di aver fatto gli anni di Scuola con te.

Smettila che poi scende la lacrimuccia.