Corrado Graglia, l’ultima volta ero nell’ultimo banco in fondo alla Scuola Nazionale quando ti presentavi come professore alla lavagna.

Posso parlarti da ex alunno oppure mantengo le distanze?

Ci mancherebbe, facciamo una cosa, parlami da collega. Chi lavora nel golf deve avere sempre un confronto diretto e sincero.

Sei direttore di Cherasco, arbitro internazionale e professore a Roma per chi vuole intraprendere una professione nel mondo del golf.

Come riesci a districarti tra questi impegni?

Mi sveglio alle 4 del mattino e inizio a lavorare. Ho avuto una fortuna enorme, il circolo dove lavoro adesso ha creduto in me e nella mia vita professionale. Questo mi ha permesso di dedicare tempo alla scuola e alle regole, tutte situazioni che mi hanno migliorato e che, riportate al circolo, hanno permesso al club di viaggiare con una marcia in più.

Quale delle tre professioni richiede uno studio più impegnativo? Ricordo che sai le regole a memoria, situazione che potrebbe essere un talento oppure un potere oscuro…

Dai (ride), non le so tutte a memoria! Solo i numeri! L’impegno c’è dappertutto perché il nostro è un lavoro in continua evoluzione. Per il direttore lo studio è alla base del miglioramento. La Scuola richiede attenzione perché devi dare l’esempio e cercare di essere un buon punto di riferimento, mentre fare l’arbitro è una meraviglia che consiglio a tutti. Mi piacerebbe quasi tornare alle origini quando arbitravo le prime gare, essere in prima linea, sporcarmi le mani.

Entriamo nel mondo regole, stai collaborando con la Federazione Italiana Golf insieme a Davide Lantos, siete stati interpellati per gestire le nuove regole in tempo di Covid-19?

Si, è stato molto interessante perché è stato un esercizio di buon senso. Dovevamo divulgare proposte e parametri spesso lontani dalle regole abituali. Ci sono stati tavoli di lavoro che ci hanno fatto riflettere molto e vedere il golf anche sotto altre prospettive. Vedremo, alla ripresa delle gare, come saranno effettivamente le applicazioni, ma siamo fiduciosi.

Quale rapporto esiste tra R&A e l’Italia? È vero che c’è una procedura per poter presentare una modifica alle regole? Come prendono in considerazione i nostri consigli nella sala delle regole?

Sì, esistono delle procedure. Ora è più semplice perché Davide Lantos fa parte del Rules Committee e quindi abbiamo un filo diretto per le nostre proposte. Anche io ho fatto presente nel 2009 una situazione su una regola (cambio caddie in corso di una buca), da quella segnalazione è nata la decisione 8.1/26 (prima delle modifiche del 2019).

Dimmi la verità, all’esame per diventare Internazionale hai copiato? Giuro che noi in classe non l’abbiamo mai fatto!!!

Era il 31 gennaio 2008, ma non ho mai nemmeno preso in considerazione di fare il furbo. È stata un’esperienza unica che ripeterei all’infinito. Mi ha portato fortuna perché a fine anno mi hanno chiesto di insegnare alla Scuola Nazionale di Golf. L’onestà paga sempre.

Mi dicevi tempo fa che sei onorato di poter crescere i ragazzi che fanno la Scuola con te, quali sono le più grandi soddisfazioni che trai da questo lavoro?

La più grande soddisfazione è sentire che i ragazzi percepiscano l’impegno di chi sta insegnando e la possibilità di cambiare vita imparando un nuovo lavoro. Per me la vicinanza con le persone è fondamentale.

Lo sai vero che tutti gli ex alunni sanno imitarti alla perfezione quando sei alla lavagna? Ricordo perle da bacheca cinematografica…

Lo so, lo so. Ma c’è anche lo zampino di Lantos in questo, è un imitatore nato.

Corrado, quale è il futuro delle Regole del golf? Quali cambiamenti prevedi e quali invece ti hanno dato fastidio?

Nessun fastidio perché le regole sono sempre in evoluzione. Io le studio perché vanno interpretate, è lì il bello. Forse sulla forma avrei qualcosa da dire, talvolta le avrei scritte in maniera più chiara anche se spesso è una questione soggettiva. Semplificare rimane però una mia costante.

Tornando alla tua figura nel club, come dovrà essere il direttore di circolo del futuro? Quali abilità secondo te vanno apprese o migliorate?

Domanda interessante, potevi avvisarmi che l’avresti fatta! Io vorrei che il direttore del futuro lavorasse con 500.000 golfisti, ma per fare questo i colleghi attuali dovrebbero pensare a come crearne di nuovi. Questo per dire che il direttore non ha bisogno solo di esperienza, ma di una valutazione continua degli stimoli nuovi. Va capito il mercato e aiutato a espandersi.

“Corri”, dai, dimmi la verità, come mi avresti visto come direttore di un circolo?

Benissimo, ci mancherebbe. Ma stai fermo lì dove sei.

Se Corrado dovesse tornare indietro nel tempo cosa rifarebbe e cosa cambierebbe del nostro sport?

Rifarei tutto, anche gli errori perché sono quelli che fanno prendere coscienza. Forse cambierei la percezione del golf, non siamo mai riusciti a far capire che è lo sport più bello del mondo. Inoltre è inclusivo e adatto a tutti, quindi dovremmo spingere di più su questi concetti. Anche la fantasia è un ottimo ingrediente da comunicare, penso ai colpi di recupero, alle strategie di gioco, tutti fattori molto affascinanti.

A fine intervista strappo sempre una promessa. Sei pronto? Quando andrai in pensione mi regalerai la tua valigetta con il kit dell’arbitro perfetto?

No, ti regalerò qualcos’altro ma quella proprio no, ci sono affezionato.

Corrado, un’ultima domanda, posso pubblicare la foto di quella famosa cena a Sutri dove noi allievi vi abbiamo fatto una sorpresa?

Assolutamente no!!! Se non sbaglio fu l’anno in cui qualcuno ballava sui tavoli. Situazione imbarazzante e poi, sei sicuro di far vedere a tutti come eri vestito? Potrebbe rovinarti l’immagine.

Grazie Corrado per la tua passione, sempre molto coinvolgente.

Grazie a te, quando vuoi fare due chiacchiere di golf sono qui. Dico solo un’ultima cosa, non smettiamo mai di studiare il nostro sport e viverlo con passione, c’è tanto da fare e tutti insieme potremmo portarlo in alto. Ma forse fra un po’ ti manderò dei file da leggere, sto lavorando con Davide su idee interessanti, dateci ancora un attimo.