Il conto alla rovescia è terminato. È tempo di Open d’Italia e l’arena dell’Olgiata Golf Club è pronta a ospitare i suoi 138 gladiatori.

Un field stellare

Il contesto è quello da grande torneo, gli allestimenti e l’organizzazione di primissima qualità, il field di assoluto rispetto. Tanto per far capire l’importanza che oggi ricopre il nostro evento, inserito dal 2017 nelle Rolex Series, in campo a Roma per questa 76esima edizione ci saranno ben 28 giocatori tra i Top 100 del World Ranking, contro i soli 7 che la settimana scorsa vantava l’Open di Spagna. Scusate se è poco.

Certo, mancano i top player americani, che ancora preferiscono ricaricare le pile in attesa di rientrare in gioco quando il PGA Tour 2019/2020, già iniziato, proporrà i primi appuntamenti pesanti. Ma non preoccupatevi, arriveranno anche loro in quel di Roma, forse già a partire dal prossimo anno ma certamente dal 2021, anno in cui per la prima volta il nostro Open si giocherà sul rinnovato e spettacolare Marco Simone, sede nel 2022 della Ryder Cup.

Roma Capitale del golf mondiale

Ci attendono quindi anni di golf indimenticabile sui nostri fairway, a partire proprio da questa prima romana, giunta 17 anni dopo l’ultima edizione disputata nella Capitale proprio all’Olgiata e vinta da uno dei giocatori più carismatici degli ultimi vent’anni, Ian Poulter, presente anche quest’anno e pronto a cercare uno storico tris nel nostro Paese (vinse anche a Is Molas nel 2000).

Stesso obiettivo quello di Francesco Molinari, che torna in Italia per la prima volta dopo l’Open d’Italia di Gardagolf dello scorso anno, dove sfiorò il terzo successo dopo quelli di Tolcinasco 2006 e Milano 2016 solo grazie alla caparbietà e al sangue freddo del danese Thorbjorn Olesen, che lo superò per un solo colpo alla 18.

Da ‘Just-in-case’ a numero 1 del mondo, la parabola di Rose

La star per eccellenza è Justin Rose, favorito numero uno all’Olgiata, che torna a giocare il nostro Open a distanza di 17 anni proprio all’Olgiata. In quell’occasione, ancora giovanissimo, non superò il taglio, uno dei tanti che caratterizzò l’inizio della sua carriera da professionista al punto da meritarsi l’ironico soprannome di ‘Just-in-case’ (fu autore di uno storico record di 27 tagli consecutivi mancati).

Quello che però poi è riuscito a mettere insieme Rose è una carriera da applausi: un major (U.S. Open 2013 a Merion), 10 successi sul PGA Tour, 12 sull’European, 2 WGC, l’Ordine di Merito del circuito europeo nel 2007, la FedEx Cup del 2018, senza dimenticare il titolo olimpico a Rio del 2016 e le cinque partecipazioni alla Ryder Cup (con tre vittorie, 2012, 2014 e 2018).

A settembre del 2018 ha raggiunto il numero 1 del World Ranking, titolo che ha conservato per 13 settimane. Attuale numero 5 (è stato superato settimana scorsa da Jon Rahm, vincitore a Madrid dell’Open di Spagna) ha vinto quest’anno a Torrey Pines il Farmers Insurance Open e a Roma arriva non certo per fare il turista. Ama i parkland e i campi dove talento, creatività e immaginazione vanno a braccetto con la potenza per gestire i quasi 7.000 metri dell’Olgiata, arrivato all’appuntamento con l’Open nelle migliori condizioni possibili.

Obiettivo numero uno: domare l’Olgiata

Sarà un test duro per tutti e probabilmente non assisteremo agli score devastanti delle ultime edizioni dell’Open d’Italia, dove la soglia per ambire alla vittoria si assestava stabilmente intorno e oltre i 20 colpi sotto il par.

Lowry cerca il controsorpasso

Impossibile non citare l’eroe di Royal Portrush, Shane Lowry, che ha dominato la 148esima edizione dell’Open Championship lo scorso luglio nella sua Irlanda dando prova di essere ormai di diritto una stella a livello mondiale. Lowry ha sempre giocato bene anche sui parkland e a Roma arriva con l’obiettivo dichiarato di effettuare il controsorpasso su Jon Rahm, che con la vittoria all’Open di Spagna di settimana scorsa lo ha scalzato dalla vetta della Race to Dubai.

Sognando la coppa

In prima fila partono anche Paul Casey, altro grande nome del firmamento mondiale alla prima assoluta nel nostro torneo, il rinato Danny Willett, Masters champion 2016 e vincitore quest’anno a Wentworth del BMW PGA Championship, i connazionali Matt Wallace, Matthew Fitzpatrick ed Eddie Pepperell, e l’austriaco Brendt Wiesberger, tutti tra i Top 50 del World Ranking. Capitolo azzurri: saranno in 13 a sognare la settimana della vita, tutti a caccia di una prestazione maiuscola che, grazie ai 7.000 punti in palio, consentirebbe un notevole balzo in avanti nella Race to Dubai.

Con la Rolex Pro Am si apre oggi ufficialmente una settimana di golf davvero imperdibile. Lo spettacolo è più che assicurato, l’Open d’Italia ha già vinto in partenza.