Una volta tanto, permettetemi di aprire questo itinerario con un lontano ricordo privato. Mia madre, nata a Varese, nelle nostre passeggiate in bicicletta mi portava spesso lungo la riva del lago. Dalla Schiranna a Calcinate del Pesce, per vedere volare i primi alianti, l’itinerario variava spesso per poi concludersi in quel di Casbeno, fra zii, prozii e parenti vari. Restando all’interno, una volta invece finimmo a Luvinate. Mi ricordo come ora cosa mi disse: “Qui c’è una cosa molto bella, un campo da golf.” E quel giorno imparai una parola nuova.

Ci misi piede per la prima volta una quarantina di anni dopo con una certa emozione, E sulla bellezza di tutto il Circolo, potevo solo dare ragione a mia madre, che oggi riposa a una manciata di minuti dal club. Accogliente come pochi, con una struttura unica in Italia in cui storia e tradizione si mescolano in un cocktail irripetibile, il Golf Club Varese è sempre stato un gioiello del nostro sport in Lombardia. Fin troppo semplice il parallelo con Villa d’Este per fascino, stile, tipologia di campo. Le sue 18 buche forse non compariranno mai ai vertici di qualche classifica, ma è impossibile non amarle fin dal primo, insolito tee shot in discesa. E ognuna sa ogni volta regalarvi una magnifica sorpresa, fra alberi secolari, viste mozzafiato e buche complesse, movimentate e mai banali.

È quindi inutile dire quale sia il piacere, tempo permettendo, di ritornare a Luvinate e riscoprire un’atmosfera calma, accogliente, rilassante che mette subito al tappeto le frenesie e le difficoltà di tutti i giorni. Qui c’è golf e solo golf, senza alternative. E immergersi nella clubhouse e poi sul campo regala momenti di rara soddisfazione.

Un viaggio davvero breve quello che da Milano ci porta a Luvinate, in compagnia della DS 3 CROSSBACK E-TENSE Performance, vettura full electric fra le ultime nate del prestigioso marchio DS Automobiles, uno dei molti inseriti nella nuova galassia Stellantis, che comprende 15 affermati brand automobilistici. Da Milano, Autostrada dei Laghi fino ad Azzate/Buguggiate e poi strada provinciale 1 fino a Masnago e quindi verso la meta. L’alternativa è invece continuare sulla A8, che è la più antica autostrada d’Italia, completata nel 1924, fino quasi a entrare in Varese. Poi SP 341 fino a Masnago e Luvinate.

Il Golf Club Varese ha una lunghissima storia, che risale addirittura al XIX secolo. Venne infatti fondato nel 1897, anche se poi si è stabilito nell’attuale sede nel 1934. La scelta è caduta su un’ampia zona collinosa imperniata attorno alla magnifica clubhouse. Come già detto si tratta di un vero e proprio monumento, unico nel suo genere.

Infatti stiamo parlando di un antico Convento, esempio di architettura Romanico-Lombarda, edificato nel XII secolo dai “Magistri Comacini”. Fu il rifugio spirituale di suore Benedettine fino al XVI secolo. A decretarne la chiusura, nientemeno che San Carlo Borromeo, reso immortale anche dal Manzoni sullo sfondo del XXII capitolo de “I promessi sposi”.

La clubhouse del Circolo è caratterizzata dal magnifico chiostro, che si apre proprio davanti al parcheggio. Appena dietro la chiesa, recentemente restaurata. Un bel porticato, dove si aprono gli spogliatoi, introduce nella zona in cui abitualmente si svolgono le premiazioni delle gare. Sulle pareti si possono ammirare affreschi che accurati studi fanno con ogni probabilità risalire al 1500. L’angolo bar introduce al luminoso ristorante, arricchito da grandi vetrate. E davanti la bella terrazza con i suoi grandi ombrelloni e i tavoli per pranzi estivi (eccellente il ristorante con un menù sapientemente calibrato). Dalla propria sedia, poi, basta volgere lo sguardo per ammirare il delizioso panorama sulla buca 1 e, sullo sfondo, sul lago di Varese.

E veniamo al campo, che come abbiamo già detto rappresenta sicuramente un unicum per la caratterizzazione delle sue buche. Progettato originariamente dagli architetti Peter Gannon e Cecil Blanford, è stato ampliato a 18 buche attorno alla metà degli anni ’50. Irlandese il primo e inglese il secondo, hanno rappresentato uno dei migliori team di progettazione di campi da golf prima della Seconda Guerra mondiale. In Italia, agli albori del golf, trovarono terreno fertile. Nel loro carnet, anche la realizzazione dei campi di Milano, dell’Ugolino a Firenze e del Golf degli Ulivi a Sanremo.

La vicinanza delle Prealpi e l’altitudine (425 metri slm) garantiscono un clima piacevolmente fresco in estate e mai troppo rigido durante l’inverno. Nella storia del Circolo, anche un’edizione dell’Open d’Italia 1958. La vinse Peter Alliss, scomparso lo scorso dicembre, grande giocatore inglese che poi passò a commentare le maggiori gare per BBC e ABC, meritandosi il soprannome “The Voice of Golf”.

Par 72 ondulato e ricco di insidie, si presenta come tecnicamente molto interessante. La cornice di alberi secolari è spettacolare, da gigantesche querce americane a maestosi abeti, a faggi e all’ultima arrivata, una splendida sequoia. Ogni buca, offre scorci di notevole bellezza. Alle spalle, la vista raggiunge la catena del Monte Rosa nonché le colline del Sacro Monte e del Campo dei Fiori. A valle, i laghi Maggiore, di Varese e di Monate.

Il percorso è caratterizzato da diverse buche dogleg che devono essere interpretate con cautela, da parecchi dislivelli e da green di piccole dimensioni. La regina del campo è senz’altro la buca 10, suggestiva come poche altre e che inseriremmo senz’altro in un ipotetico campo formato dalle 18 buche più belle d’Italia. È un par 4 in decisa discesa e all’orizzonte si allarga sul lago di Varese e sulle Alpi.

Per descrivervi ancora meglio il percorso, prendiamo a prestito alcuni passaggi scritti da Alberto Binaghi, allenatore e responsabile tecnico delle Squadre Nazionali.

Varese si può definire un campo vecchio solo per la data di nascita; per il resto credo sia un percorso ancora in grado di ospitare manifestazioni importanti. Il fatto che quasi tutte le buche si stringono notevolmente all’altezza dei 230 metri suggerisce che non sia un campo per ‘picchiatori’ ed è uno dei motivi per il quale gli score non siano scesi così drasticamente come in altri percorsi. Oltre alla varietà della natura in cui è immerso, Varese offre 18 buche nelle quali non esistono doppioni. Ogni buca è infatti completamente differente dalle altre.

Un consiglio: per chi avesse problemi con lo slice cerchi di guarire in tempo in quanto, unica pecca del campo, tutti i problemi sono sulla parte destra dei fairway.

La buca più difficile è sicuramente la 16 ma quella dove si può perdere facilmente più di un colpo è la 4. Alcuni green sono molto mossi e presentano scalini piuttosto accentuati ma, fortunatamente, non sono quasi mai rapidi ed è quindi più facile non incorrere negli odiati tre putt.

Ultime annotazioni. La buca 9 non rientra in clubhouse, come succede nei più antichi campi britannici, quindi sappiatevi regolare. E tenetevi un po’ di forze per il trittico finale, perché 16, 17 e 18 sono discretamente in salita. E buon gioco.