L’incidente occorso a Tiger Woods è solo l’ultimo di una lunga serie d’infortuni che ne hanno condizionato la carriera. La carambola con la vettura con la conseguente frattura esposta a tibia e perone, placca nella tibia, viti e perni nella caviglia e nel piede, rischiano di porre fine al golf giocato ad alti livelli. Il 15 volte campione major non è nuovo a problemi con le auto.

Tiger Woods e l’inizio del declino non solo per infortuni

L’episodio più celebre, sinora, è stato quello del 2009 quando, dopo una lite con l’ex moglie, fuggì dalla propria casa in Florida con l’auto andando a sbattere contro un albero. Questo fu il primo di una serie di guai che segnarono anni di declino nella vita del campione.

Ricoverato per liberarsi da una presunta dipendenza dal sesso fu vittima di numerosi scandali legati alla costosa e sofferta separazione. Poi il divorzio dallo storico caddie Steve Williams, condito da non poche polemiche. E ancora. Numerosi cambi di allenatore ma anche continue relazioni durate poco, come quella con la campionessa dello sci Lindsey Vonn.

Tornando al volante, sempre in Florida, il 29 maggio del 2017 venne fermato dalla polizia locale alle 3 di mattina, a poca distanza da casa, e condotto in commissariato con l’accusa di guida in stato d’ebrezza. Sì scoprì in seguito che lo stato confusionale era dovuto all’assunzione errata di alcuni farmaci ma la foto segnaletica fece il giro del mondo.

Il calvario di Woods è stato anche fisico. Da sempre patito della forma fisica Woods si è sempre sottoposto ad allenamenti massacranti seguendo i rigidi protocolli dei Navy Seal, influenzato dal padre Earl, ex Berretto Verde. Cinque gli interventi al ginocchio, ultimo dei quali nell’agosto del 2019. Altrettanti quelli alla schiena. L’ultimo, in ordine temporale, qualche mese fa. Un intervento di microdiscectomia per rimuovere un frammento di disco pressurizzato che stava intaccando un nervo. Prima ne aveva già subiti altri due, sempre di microdiscectomia nel 2014 e nel 2015, oltre a una delicata operazione per ovviare alla fusione spinale nell’aprile 2017.

Sinora si è sempre risollevato tornando ai vertici

In compenso il talento lo aveva sempre riportato ai vertici. Nel novembre del 2019, a soli tre mesi dall’intervento al ginocchio sinistro, si era imposto nel Zozo Championship ottenendo la vittoria numero 82 sul PGA Tour, record assoluto al fianco della leggenda Sam Snead. Ad aprile aveva conquistato il quindicesimo titolo major avvicinando il record assoluto di Jack Nicklaus a quota 18.

Ora, mentre gli appassionati attendevano il suo ritorno in campo per il prossimo Masters Championship, la doccia fredda. L’incidente rischia di mettere definitivamente la parola fine alla carriera in campo del 45enne campione che ha rivoluzionato il golf moderno.