I dollari della Superlega non comprano i campioni né lo spettacolo. Questo almeno nel golf. Dopo i rifiuti di Jon Rahm, Brooks Koepka, Justin Thomas e Collin Morikawa è arrivato anche quello, per molti versi clamoroso di Bryson DeChambeau. Il no di dell’americano risuona forte tra i palazzi arabi poiché voci di corridoio parlavano di un’offerta di oltre 100 milioni di dollari per diventare ambassador del tour. Quello del 28enne californiano segue il “no, grazie” di Dustin Johnson: “È arrivato il momento di dire basta a questi rumors. Sono pienamente impegnato sul PGA Tour e mi sento davvero onorato di poter continuare a giocare sul miglior circuito al mondo”.

DeChambeau ha affidato a Twitter il proprio commento che ha tranquillizzato fans e followers: “Nonostante le speculazioni di questo mese, voglio chiarire che fino a quando i migliori giocatori rimarranno sul PGA Tour, non mi muoverò da qui”.

Vacillano le certezze e la credibilità della Superlega che, costretta a fare i conti con i rifiuti eccellenti dei due americani, dovrà inventarsi nuovi nomi. Un’impresa tutt’altro che semplice per il Ceo Greg Norman nonostante i dollari messi a disposizione dal Pif, fondo sovrano dell’Arabia Saudita.

Non bastano le offerte monstre a per sottrarre giocatori al PGA Tour e pare che il progetto Superlega sia defunto prima ancora di spiccare il volo, almeno questo il pensiero di Rory McIlroy. “I sogni della Superlega sono svaniti, morti”. Questa, la sua sentenza.