La storia ce lo insegna. Fra le migliaia di capolavori d’arte e naturali, il nostro meraviglioso Paese annovera una miriade di città, piccole e grandi, che da sole valgono un viaggio. Non è un caso che l’Italia assommi lungo la penisola ben 55 siti inseriti nel Patrimonio Mondiale dell’Unesco, record assoluto a pari merito con la Cina. Questa definizione nasce nel 1972, quando l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura adotta la convenzione per proteggere i siti di “eccezionale valore universale.” Inserito nell’elenco nel 1982 e quarto in Italia per “anzianità”, è l’intero centro di Firenze. Un vero e proprio museo a cielo aperto, composto da monumenti straordinari che punteggiano una meravigliosa zona di vie, piazze e vicoli che non ha uguali al mondo.

Il capoluogo toscano, capitale d’Italia dal 1865 al 1871, è la meta del nostro itinerario di questo mese. Dalla nostra sede di Milano, direzione sud sull’Autosole, verso uno dei grandi Circoli storici d’Italia: il celebre Ugolino di Firenze. Ad accompagnarci nel nostro viaggio, l’EQC 400 4MATIC, primo SUV elettrico di Mercedes-Benz.

1889: nasce a Firenze il golf italiano 

Il glorioso Circolo toscano come molti sanno ha un posto fondamentale nella realtà del golf in Italia. E il motivo è semplice quanto storico. La pratica ebbe infatti inizio a Firenze fin dal 1889 e quindi ben 132 anni fa. A dilettarsi con sacca e bastoni, manco a dirlo, era la folta colonia inglese presente nella città del Giglio, residente o in visita turistica. Il golf in Gran Bretagna stava crescendo velocemente come interesse e numero di praticanti e i britannici cominciavano a esportare il Gioco un po’ dovunque.

Fu così che venne realizzato un percorso di 18 buche sui terreni dei Principi Demidoff, situati a nord della città. In quella occasione venne fondato il “Florence Golf Club”, che quindi possiamo ritenere il più antico sodalizio del nostro Paese. Solo 45 anni dopo, nel 1934, fu invece inaugurato l’attuale e bellissimo percorso dell’Ugolino. La sede dell’Impruneta, appena fuori Firenze, ha il campo che accompagna i rilievi delle colline alle porte del Chianti ed è diventato un vero simbolo del golf italiano.

Quindi, fuor di discussioni, nel nostro Paese il club più antico è quello fiorentino, mentre il campo con la maggiore anzianità di servizio resta l’Acquasanta, aperto nel 1903 e sempre in attività da allora.

Ci incontriamo con Cristiano Bevilacqua, ormai da molti anni direttore dell’Ugolino e senz’altro fra i più apprezzati del panorama nazionale. Il Circolo, presieduto attualmente da Camilla Tolomei di Lippa, eccellente giocatrice, propone una clubhouse ormai storica. Sempre attuali gli interventi di manutenzione per salvaguardare questa struttura degli anni ’30 su tre livelli. Figlio dello stile “razionalista” anni ’30, è uscita dalla nobile matita dell’architetto Gherardo Bosio. L’edificio è semplice e funzionale, con alcuni squisiti tocchi di stile nei dettagli e nell’arredamento, che ne fanno una delle clubhouse più “speciali” del nostro Paese. Da applausi la piscina, vero gioiello dell’architettura di quel periodo.

Una decina di anni fa, i due edifici che accolgono gli ospiti al termine dei filari di cipressi sul viale d’ingresso, insinuato fra le buche 1 e 18, sono stati completamente ripensati. L’intervento ha consentito di ottenere un bel Pro shop/Reception staccato dalla clubhouse. Una scelta molto azzeccata, secondo noi, in quanto consente di accogliere quasi all’ingresso i giocatori ospiti, che trovano i propri spogliatoi dedicati al primo piano. 

L’Ugolino è stato fra i primi Circoli italiani in assoluto a dotarsi di un sistema elettronico di prenotazione dei tee time. E si è confermato poi all’avanguardia anche per le colonnine di ricarica destinate alle vetture elettriche. Da vari anni, ce ne sono due a disposizione di proprietari di auto plug-in hybrid o full electric. E noi naturalmente ne abbiamo approfittato subito, per fare una ricarica completa di energia, in vista del rientro a Milano dopo la realizzazione di questo servizio. 

L’altra costruzione, oltre alla palestra, accoglie una bella sala sacche, efficiente e ordinatissima come poche altre in Italia, in cui ben 150 carrelli sono collegati a una canalizzazione elettrica di ricarica delle batterie, intelligente quanto funzionale, e letteralmente inventata su misura per l’Ugolino.

Entrambi gli edifici si affacciano sulla piazzetta intitolata a Franco Rosi, indimenticabile maestro che per 50 anni ha insegnato al Circolo toscano ed è stato fra gli allenatori della squadra nazionale dei professionisti italiani. Rosi è uno dei fiorentini che fanno parte della “Hall of Fame” della PGAI Italiana, insieme ai fratelli Baldovino e Federica Dassù, da molto tempo anima tecnica (e non solo) del club.

18 deliziose buche nell’incanto del Chianti

Campo intrigante e complesso quello dell’Ugolino, che venne disegnato dalla coppia anglo-irlandese Blandford & Gannon. Integrato alla perfezione con le ondulate e meravigliose colline della via Chiantigiana, si adagia fra vigne, olivi e boschi. Molto tecnico, non lunghissimo, l’Ugolino deve però essere percorso più volte per scoprire i raffinati giochi di sponda su pendii e contropendenze. Sede dell’Open d’Italia 1983, ha green piccoli, ben difesi e quindi avversari molto ostici da affrontare. Numerose le buche interessanti. Difficile però dimenticare la 9, par 5 in salita con un grande pino marittimo a centro fairway. Altra buca degna di una citazione a parte la 17, par 5 che sfiora 500 metri. Chi spera nel colpo fortunato da hole in one potrà divertirsi su tutti i par 3. Belli quanto delicati, sono un magnifico challenge per chiunque.

E al termine, dopo i saluti di rito, un controllo sul panoramico e incredibile cruscotto della nostra Mercedes-Benz EQC 400 4MATIC. Le batterie sono cariche al 100 per cento e, con i circa 400 chilometri di autonomia, ci consentiranno un rientro senza soste. Arrivederci Ugolino, come sempre è stato un grande piacere.