Care amiche e amici di Golf & Turismo, eccomi qui, felicissimo di entrare a far parte del team di editorialisti della rivista insieme ai miei colleghi di Tour Francesco ed Edoardo Molinari.

In queste pagine vi racconterò il dietro le quinte e alcuni degli aneddoti più divertenti dei tornei a cui parteciperò nel corso della stagione che porterà alla Ryder Cup al Marco Simone.

Inutile nascondervi che il mio obiettivo per questo 2023 è proprio quello di ricevere la chiamata di Luke Donald e farò tutto il possibile affinché questo accada a settembre.

Allenamento serrato

Per riuscirci ho iniziato la mia preparazione praticamente già dallo scorso anno. Subito dopo la bellissima vittoria ottenuta all’Open di Francia, insieme al mio coach Niccolò Bisazza abbiamo stilato un programma serrato di allenamenti che è iniziato già negli ultimi mesi del 2022, proseguendo poi nelle prime settimane di quest’anno.

Dopo un attento resoconto della stagione trascorsa, Bisazza mi ha raggiunto a Dubai, dove vivo attualmente, e ci siamo focalizzati maggiormente sul mio gioco lungo. Abbiamo quindi impostato sessioni di allenamento che prevedevano campo pratica la mattina e nove buche al pomeriggio per fissare bene le sensazioni acquisite.

Mi piace lavorare seguendo uno schema preciso dettato dal mio coach. Niccolò è stato al mio fianco un mese intero per preparare al meglio quest’anno, ricco di importanti appuntamenti. Lavorare con lui quotidianamente mi ha permesso di rendere proficuo l’allenamento ed evitare cali di concentrazione nella preparazione. Praticare da soli a volte può essere infatti poco stimolante. Il periodo di off season è stato quindi parecchio impegnativo ma ha portato subito i suoi frutti con la vittoria alla Hero Cup e il 20° posto all’HSBC Championship ad Abu Dhabi. 

Animale da match play

La Hero Cup è stata una fantastica esperienza. Oltre ad essermi piaciuta molto per il clima che si è creato nel team capitanato da Chicco Molinari, è stata una prova del nove come prima uscita ufficiale in un evento che ha un format che mi esalta particolarmente, il match play. Mi trovo parecchio a mio agio in questa tipologia di gara: posso controllare da vicino il mio avversario e sfruttare l’aspetto psicologico, elemento fondamentale del mio gioco.

Nei singoli della domenica Luke Donald mi ha inserito come ultimo giocatore in campo. Prima del via mi ha ricordato che si trattava di una grande responsabilità: avrei dovuto giocare come un “hammer” (martello) mi ha detto sul tee della 1. E così è stato, anche se in realtà ho iniziato a ‘martellare’ solo dopo che Donald ha smesso di seguirmi. A fine gara però non ha mancato di farmi i complimenti per la prestazione e per il punto conquistato.

Il sogno Ryder Cup

Spero tanto di poter partecipare a un altro evento match play quest’anno. Vorrà dire che avrò davvero raggiunto il mio principale obiettivo stagionale e coronato il mio grande sogno, quello di essere nel team europeo di Ryder Cup a Roma. Per riuscirci ho un’unica strada: essere costante nei risultati e arrivare in grande forma sotto data. 

Il Marco Simone è un campo che mi piace, come del resto tutti quei percorsi caratterizzati da rough importanti o da una fitta vegetazione sui lati dei fairway. Mi trovo più a mio agio nei tracciati stretti e lunghi perché nelle situazioni più complicate tiro sempre fuori il meglio di me. 

Questa tipologia di campi mi aiuta a visualizzare e definire correttamente il colpo che devo eseguire, a differenza di quelli che all’apparenza sembrano facili perché più larghi e che spesso mi mettono maggiormente in difficoltà.

Sono un giocatore a cui piace tirare sempre un colpo al 100% e non ho mai timore di farlo. L’esempio perfetto è il ferro 4 alla 72esima buca al Golf Le National di Parigi, colpo che mi ha permesso di vincere l’Open di Francia. Non si può quindi dire che io sia un giocatore da lay up… amo le sfide e le accetto, mi caricano.

Tornando al discorso Ryder, attualmente ci sono molti giovani talenti che stanno emergendo e che si faranno notare durante la stagione. Tra questi Robert MacIntyre, Adrian Meronk, Antoine Rozner e i fratelli Nicolai e Rasmus Højgaard.

Qualsiasi scelta farà Donald avremo comunque una squadra europea davvero competitiva al Marco Simone. Ma state certi di una cosa: anche io lotterò fino alla fine per esserci!