Lunga vita a U.S. Kids, al grande lavoro che sta facendo Lola Geerts e a tutto il suo encomiabile staff. Nel weekend del 15 e 16 ottobre scorso è infatti andata in scena al Terre dei Consoli la U.S. Kids Golf Rome Classic, tappa mondiale del circuito dedicato ai futuri campioni. La fortuna di avere 27 buche ci ha permesso di poter ospitare più di 130 ragazzi di età compresa tra i 5 e i 18 anni, provenienti da tutto il pianeta.

La forza di questo successo va ricercato, in primis, in chi lo ha creato, U.S. Kids, in chi lo gestisce con entusiasmo su tutto il territorio italiano, ovvero Lola Geerts, e nel grande sforzo di tutto il mio staff, che per cinque giorni ha lavorato incessantemente per la perfetta riuscita di questa manifestazione. 

Ora, vi chiederete il perché del titolo di questo editoriale. Circa tre settimane prima dell’inizio del torneo ricevo una mail da un papà, il quale chiede la possibilità di trovare un caddie per suo figlio di 15 anni, per i due giorni di prova campo e di gara.

Dati gli impegni dei maestri del circolo, ho deciso così di intraprendere questa nuova avventura. Il giocatore in questione si chiama Joshweere Chadha, è di origini indiane, vive in California e suo padre faceva parte delle forze speciali indiane. Un ragazzo educato, bello come il sole, cordiale, appassionato, simpatico e umile. Questa premessa per farvi capire la fortuna che ho avuto.

Mi torna ancora in mente quello che mi raccontava mentre passeggiavamo sul fairway della 18 il giorno di prova e di cosa vedesse dalla finestra della sua classe: una buca di Spyglass. Per quei pochi di voi che non sapessero cosa sia Spyglass, consiglio di andare su Google Earth, cliccare la 17-Mile Drive in California, nella penisola di Monterey, e vi renderete subito conto che questo adolescente dagli occhi azzurri come il mare, ha la fortuna di studiare e allenarsi nel paradiso del golf mondiale. Vi do solo alcuni nomi e poi non aggiungo altro: Pebble Beach, Spanish Bay, Spyglass, Cypress Point e Poppy Hills.

Vorrei raccontarvi tutte le 36 buche di Josh e del sottoscritto nel ruolo di caddie. È stata una grande emozione e un grande lavoro di coppia. Quello che ho capito, è che la mia lunga carriera di insuccessi golfistici, le mie amarezze e mortificazioni che ho provato dopo tagli non passati, mi hanno reso un giocatore migliore e, soprattutto, un ottimo mental coach in queste situazioni.

È proprio vero che le esperienze negative ti fortificano tantissimo e ti danno la possibilità di aiutare gli altri. Il senso di positività, di rimanere nel presente, di giocare colpo dopo colpo, di non pensare agli altri e di accettare situazioni difficili ti aiutano a essere lucido e aspettare quello che viene definito il “turning point”. 

Tutto può cambiare, anche quando sembra impossibile. Anche quando si fanno solo ganci o super slice e quando la buca diventa larga come una moneta da cinque centesimi.

La gara purtroppo non è andata bene, nonostante al giro di boa Josh fosse primo.

Però, come ho scritto al padre, questa avventura non ha fatto altro che arricchire il suo zainetto di esperienze. Ecco, sono queste le cose che fanno bene al nostro amato e meraviglioso sport.

I complimenti vanno a Edoardo Straulino, vincitore del torneo con un grandissimo secondo giro in 68 colpi, frutto di due eagle e tre birdie. Ha giocando con noi e sono stato testimone oculare della sua grande prestazione.

clubmanager@terredeiconsoli.it