Il 2023 non potrà mai essere ricordato come un anno qualsiasi nella storia del nostro sport. Il motivo principale, oltre alla ormai più che celebrata prima Ryder Cup sul suolo italiano, a cui Golf & Turismo dedicherà un numero speciale da collezione in uscita a metà settembre, ce lo hanno servito sul piatto d’argento i nostri ragazzi impegnati sui tour.

Matteo Manassero, Andrea Pavan, Lorenzo Scalise, ancora Matteo Manassero e infine, quasi nel momento di andare in stampa con il numero di agosto/settembre, Francesco Laporta.

Questo l’eccezionale pokerissimo che i nostri ragazzi hanno calato in quello che ormai si potrebbe tranquillamente rinominare di diritto ‘Italian Challenge Tour’. Cinque successi nella stessa stagione su un circuito il nostro golf non li aveva mai ottenuti. E non parliamo per favore di secondo tour continentale, perché chi conosce il livello di gioco dei suoi protagonisti sa benissimo che stiamo parlando di campioni con la C maiuscola. Un circuito dove la qualità di gioco non ha nulla ha da invidiare al DP World Tour.

Un esempio? Alex Fitzpatrick, fratello minore del campione U.S. Open 2022 Matthew, impegnato regolarmente sul Challenge, attraverso le qualifiche ha giocato il 151° Open Championship al Royal Liverpool. Non da comparsa, anzi, da assoluto protagonista, chiudendo il suo primo major in carriera 17°, facendo meglio di molti campioni navigati. 

Quello che i nostri ragazzi hanno messo insieme è un record non solo nazionale ma mondiale. Mai nessun Paese era stato in grado di registrare cinque titoli con quattro differenti giocatori nella stessa stagione, senza dimenticare il quinto (e sesto totale) sfiorato da Filippo Celli. Il giovane azzurro ha visto svanire poi il sogno perdendo al play off nell’Andalucia Challenge de Cadiz, giusto nella settimana tra i due titoli conquistati da Andrea Pavan e Lorenzo Scalise a giugno.

E non è finita. Sì, perché al termine della stagione del Challenge Tour mancano all’appello ancora dieci tornei prima del Grand Final di novembre a Mallorca. Il ‘rischio’ che l’Italia sollevi un altro trofeo è quindi altissima, e che sfoggi nella stagione 2024 del DP World Tour addirittura sette giocatori con la carta piena una più che probabile realtà. La risposta più bella che il nostro movimento poteva dare nell’anno di grazia della Ryder a Roma.

Dietro all’ultimo trofeo, quello di Francesco Laporta nel German Challenge, c’è l’ennesima conferma di un campione che non aveva certo perso né talento né tantomeno determinazione dopo aver lasciato il DP World Tour.

Per ‘Lapo’ si tratta del terzo titolo sul circuito dopo i due del 2019 (Hainan Open e Challenge Tour Grand Final), stagione in cui ha fatto suo anche l’ordine di merito. Ora sono quattro i giocatori azzurri nella parte che conta della Road To Mallorca che a fine anno concederà la ‘carta’ per il DP World Tour ai primi venti.

Dicono che a giocare con i vincenti si impara a farlo. Visto quanto sta accadendo ai nostri ragazzi, che spesso e volentieri condividono allenamenti e giri di prova, c’è davvero da crederci.