A tenere banco in questi ultimi giorni di avvicinamento alla Ryder Cup sono state ovviamente le scelte del capitano europeo e, come era facile prevedere, le wild card non potevano accontentare tutti.

Per la compagine europea sono stati selezionati Justin Rose e Shane Lowry

Il 43enne inglese è alla sua sesta Ryder Cup e rappresenta senza ombra di dubbio una scelta saggia vista l’esperienza e l’abitudine di Rose nel giocare questo evento. La medaglia d’oro olimpica a Rio 2016 in questa stagione è ritornato alla vittoria nell’AT&T Pebble Beach Pro-Am dopo quattro anni dall’ultimo titolo ed è rientrato tra i primi 50 dei Playoff della FedEx Cup. Sarà comunque fondamentale vedere come arriverà all’appuntamento dell’anno nella Capitale.

Discorso analogo per l’irlandese Shane Lowry, giunto alla sua seconda apparizione dopo l’edizione di Whistling Straits nel 2021.

Il carattere di Lowry può certamente rappresentare un valore aggiunto, se saprà fare squadra e caricare il suo compagno di turno.

Quello che è certo è che se Donald li ha selezionati, sicuramente li farà giocare in quasi tutti i match di doppio. 

C’è comunque un buon equilibrio con i quattro rookie, Robert MacIntyre, Sepp Straka, Nicolai Højgaard e Ludvig Aberg, e sei giocatori che possiamo definire ‘Top Class’, visto che da anni giocano stabilmente sul PGA Tour e disputano abitualmente i major, Rory McIlroy, Jon Rahm, Viktor Hovland, Tyrrell Hatton, Matt Fitzpatrick e Tommy Fleetwood. Cinque di loro si sono qualificati di diritto visto l’ottima stagione disputata, partendo dal fresco vincitore della FedEx Cup Hovland, sicuramente il più in forma del momento a livello mondiale.

Tornando alle scelte di Donald, ineccepibile quella del rookie Sepp Straka, visto che l’austriaco, cresciuto golfisticamente negli Stati Uniti, in Alabama, quest’anno ha vinto una tappa del PGA Tour (il John Deere Classic), arrivando addirittura secondo all’Open Championship di Hoylake. Sicuramente le due scelte che hanno fatto discutere e non poco, vista soprattutto l’esclusione eccellente di Adrian Meronk, sono state quelle di Nicolai Højgaard e di Ludvig Aberg.

Se su Aberg qualcuno può nutrire dubbi, a mio avviso è stata una scelta super azzeccata, fortemente caldeggiata dal vicecapitano Edoardo Molinari

Il giovane 23enne svedese, passato professionista nel giugno di quest’anno, dopo aver concluso il 2022 come numero uno del mondo amateur, ha partecipato a sette tornei sul PGA Tour, superando sei tagli e finendo per quattro volte tra i Top 25. Ciliegina sulla torta poi, che di fatto gli ha aperto le porte per la chiamata di Luke Donald, la vittoria in extremis nell’OMEGA European Masters, primo titolo sul DP World Tour in carriera.

Discorso diverso per Nicolai Højgaard, che aveva partecipato e vinto in coppia con Francesco Molinari a inizio anno l’Hero Cup. Il danese è stato scelto, oltre per aver vinto nel 2021 l’Open d’Italia sul percorso che ospita la Ryder Cup, per la sua capacità di fare team e di essere un uomo squadra.

Come abbiamo detto il grande escluso dalle scelte di Luke Donald è stato Adrian Meronk. Finito quinto nella European Points List, il polacco da luglio 2022 ha vinto tre titoli, compreso il DS Automobiles Italian Open al Marco Simone, e proprio per questo motivo tutti gli addetti ai lavori si sarebbero aspettati una sua chiamata. Detto ciò, penso che ad oggi le due squadre siano molto più equilibrate di quello che si pensi.

La stampa d’Oltreoceano sta definendo il Team USA tra i più deboli della storia. Non sono assolutamente d’accordo, infatti hanno delle coppie collaudate e decisamente temibili come Jordan Spieth e Justin Thomas, oppure Xander Schauffele e Patrick Cantlay. Come rookie schiereranno nientemeno che due vincitori di major, Brian Harman e Wyndham Clark, quindi non si può proprio dire che partano sfavoriti, ma sono sicuro che l’Europa se la giocherà fino alla fine.

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