Dopo il rammarico di un Open d’Italia non vissuto da protagonista, sono pronto a riprendere la mia corsa cercando quelle sensazioni che nel 2021 mi portarono al quarto posto nel mio primo major.

Non dimenticherò mai lo U.S. Open di Torrey Pines, la mia prima volta in un torneo dello Slam.

D’accordo con il mio coach di allora, Alberto Binaghi, decidemmo insieme al mio caddie e la mia famiglia di anticipare l’arrivo in California di qualche giorno, per prendere dimestichezza con i ritmi americani, abituarmi a quei luoghi e riprendermi dal fuso.

Per farlo, prima di raggiungere San Diego, sono stato a giocare in alcuni dei campi più famosi del mondo, tra cui Pebble Beach, così da distrarmi un po’ e prendere le misure con quei percorsi sacri.

Mi ero qualificato a quella edizione dopo un mini-ranking formato da alcune gare del DP World Tour, dove a staccare il biglietto per Torrey Pines erano in dieci. Io per fortuna nelle settimane precedenti avevo ottenuto due ottimi secondi posti, uno al British Masters in Inghilterra e l’altro in Danimarca, riuscendo a qualificarmi per disputare il major americano più antico di tutti: per me un vero sogno che si realizzava.

E così, dopo i giri di prova e le prime 36 buche in 71 e 70 che mi hanno permesso di superare il taglio, già un ottimo traguardo, il mio gioco con il passare dei giorni è diventato sempre più solido, tanto da arrivare a disputare le ultime 18 buche indovinate un po’ insieme a chi? Richard Bland, che non più tardi di un mese prima mi aveva battuto al play off del British Masters…

In quel quarto e ultimo giro chiuso in 68, oltre ad ottenere un insperato quanto incredibile quarto posto, ero riuscito a prendermi una piccola rivincita personale proprio contro Bland, il quale molto carinamente a fine gara si è poi complimentato per come avessi giocato, scherzando e ricordando il nostro famoso spareggio.

È stato davvero emozionante essere tra i protagonisti assoluti di quell’Open, e un motivo di grande soddisfazione ottenere quel risultato, impensabile per me all’inizio della settimana. Tutt’oggi rappresenta sicuramente una delle pagine più belle della mia vita su un campo da golf.

Venendo ai giorni nostri e tornando sul mio Open d’Italia, c’è sicuramente un filo di rammarico per come ho giocato soprattutto nel weekend, dove ho fatto qualche errore stupido, che mi ha fatto perdere il ritmo in campo senza riuscire a recuperare.

Ma il golf è così, lo sappiamo. Basta vedere il quarto giro in 81 con il 10 all’ultima buca in occasione del KLM Open: noi professionisti dobbiamo essere bravi a resettare tutto e ripartire più concentrati e più forti di prima.

A Roma però ci sono stati anche aspetti positivi, come l’affetto che mi ha riservato il pubblico di casa, che mi ha seguito in campo per tutte e quattro le giornate. Prendere parte a un Open casalingo ha sempre qualcosa di magico per noi italiani.

Con l’arrivo dell’estate, mi aspettano cinque settimane davvero di fuoco in giro per l’Europa e sono pronto a ripartire più forte che mai, anche se devo dire che per la ‘prova costume’ c’è ancora da lavorarci un po’ su!

Un abbraccio dal vostro Migliaus