Sarà che è il periodo delle ferie, sarà la curiosità, fatto sta che, come lo scorso anno, ho deciso qualche domenica fa di dare il cambio allo starter di turno e mettermi sul tee della 1 di Terre dei Consoli a gestire le partenze e, ovviamente, ad analizzare le varie scelte dei giocatori in gara. Chi ci legge sempre si ricorderà che circa dodici mesi fa vi avevo raccontato da testimone oculare quella ‘Via Crucis’ che separa il driving range dal tee della buca 1, quegli interminabili metri che portano a quello che determinerà il successo o il dramma nella testa di tutti quanti voi golfisti seriali. Gioia, speranza, aspettativa, confronto. Emozioni che si intrecciano e si spezzano dopo neanche tre secondi dal primo tee shot. 

L’idea che un colpo possa per sempre rovinare il vostro week end golfistico e farvi ripiombare nel tunnel che porta diretto agli inferi.

Questa volta invece voglio aiutarvi nel capire insieme quel punto d’incontro tra percezione e realtà. 

Premetto che consiglio a tutti i manager o direttori di circolo di uscire dall’ufficio, di non pensare che il loro lavoro sia fatto solo di numeri, di accordi commerciali, di aspetti finanziari che portano solo allo stress ed alla perdita di energie.

Andare fuori, godersi l’ufficio più bello del mondo, mettersi a disposizione degli abbonati-soci e uscire dagli schemi vi aiuterà e di molto a capire tante cose e soprattutto ad allacciare rapporti veri e sinceri con chi frequenta il club. L’esperienza da starter, così come quella del marshal, è un modo per ricevere feedback (fondamentali) e capire come gestire il campo in base alla media degli errori dal tee di partenza o per un colpo al green.

Tornando a noi, parlavamo di percezione. Fermo restando che la lezione con il maestro (che sia PGAI) è l’unico strumento per programmare, migliorare e divertirsi, ci sono alcuni accorgimenti che vi possono aiutare a evitare il harakiri sul primo colpo della vostra gara.

Prima regola: a meno che non si tratti di un par 3 corto o che siate ‘One Digit’ tirate sempre il driver. Evitate ferri o ibridi per la paura di sbagliare. Più la testa del bastone è grande, più è facile colpirla, anche per un tiro preso non al centro.

Seconda regola: imparate a mirare correttamente. Ho visto il 70% dei giocatori mirare tremendamente a destro o sinistra (e sto parlando di 30-40 metri rispetto al fairway). Ricordatevi che il corpo compensa, ma non può fare miracoli.

Terza regola: se tentate di fare un colpo con il fade o slice, posizionatevi vicino all’indicatore di destra, e mirate a sinistra di qualche metro. Viceversa per il draw o hook.

Quarta regola: RESPIRATE… e prima di effettuare il colpo, tirate tutto fuori e poi Boom!

Quinta regola: imparate a gestire le energie, partendo da ciò che berrete o mangerete prima e durante le vostre 18 buche.

Ci sono tante indicazioni fondamentali a preservare le vostre forze e il vostro dispendio calorico. 

Quante volte vi è capitato di fare 22 punti le prime e 13 le seconde? Non siete diventati improvvisamente delle pippe ma semplicemente avete finito la benzina o l’avete annacquata con qualcosa di sbagliato.

Ultima regola: uno ‘sticazzi’ ogni tanto fa bene, vi alleggerisce e vi fa ripartire con meno aspettativa e stress.

Il golf per voi non è lavoro ma un mezzo per evolvere, migliorare e divertirsi.