Il 2023 sarà una stagione incredibile, l’Italia ospiterà la Ryder Cup, la voglia di far bene e il letargo invernale spingerà ognuno di voi a presentarsi in forma per la primavera e per i tornei che contano.

Abbiamo visto negli ultimi anni a causa di crisi economiche, pandemie e improvvisazione di certi personaggi un’evidente discesa della curva sulla qualità dei tornei per voi amateur. Sono rimaste poche le strutture solide che riescono, grazie alle loro competenze, a costruire eventi importanti, a coinvolgere sponsor e brand di valore, con lo scopo di far vivere una vera experience a tutti i partecipanti.

Personalmente vivo nel mondo del golf da quanto avevo sei anni. Erano gli anni 80, gli anni del boom economico, gli anni in cui in Italia, salvo rare eccezioni, per giocare a golf dovevi essere socio di un circolo privato.

Ne ho visti e giocati tanti di tornei amatoriali. Sì, le famose gare della domenica. Avendo poi un padre che è stato un antesignano dei promoter golfistici (tra i suoi clienti c’erano American Express, GM, Thai Airways e Brioni, giusto per citarne alcuni a caso e alla rinfusa) ho imparato fin da piccolo a capire la differenza tra qualità, capacità e cura del dettaglio, rispetto a chi improvvisava (e succede ancora oggi) con il mero scopo di arruffarsi qualche euro, grazie a escamotage o rivendite di green fee.

Certo, in quegli anni giravano tanti soldi, le coppe erano sempre d’argento o addirittura d’oro, i gadget molto spesso valevano dieci volte la tassa d’iscrizione e i buffet sembravano quelli dei party hollywoodiani.

Si vincevano finali in posti esotici dove tutto era incluso, dalla prima classe di volo ad alberghi lussuosi e campi da sogno.

Come dicevo, i tempi sono cambiati, l’economia ci ha menato per anni e adesso tra l’incertezza post pandemia e la guerra in Ucraina la situazione non sembra migliorare.

Quindi, l’anno che verrà dovrà essere gestito da voi ‘addicted’ non solo nell’evolvervi come atteggiamento in campo, nel migliorare con il vostro coach (che sia PGAI) il lato oscuro dello swing, ma anche la scelta delle gare de fare avrà la sua importanza.

La cosa peggiore da fare è quella di spingere il pulsante “modalità automatica” e partecipare ogni settimana a una gara, sempre nello stesso percorso. Cambiare fa bene, vi crea situazioni nuove, imprevedibili, e soprattutto con il giusto atteggiamento, sarà diversa anche la vostra percezione sull’aspettativa.

La gara deve essere un momento di sfida, competizione, aggregazione e condivisone.

Prendete il calendario, cercatevi delle gare in giro per la vostra regione e per l’Italia, chiamate i vostri amici, coinvolgete le vostre compagne/i e partite. Quei 2-3 giorni vi daranno la possibilità di fare nuove amicizie, di avvicinare più persone a questo sport e di tornare a casa con la “lacrimuccia” per qualcosa di bello che è finito, ma che sarà presto replicabile.

Condividete e fatevi testimonial del più bel gioco della nostra vita.