Bastoni e tecnologia sono materie assai delicate e devono essere spiegate da un vero esperto del nostro gioco. Il nostro editorialista e campione azzurro, Edoardo Molinari, ci da il suo parere da esperto.

Bastoni

Spesso ci chiedono con che frequenza noi professionisti cambiamo i bastoni. Non c’è una regola, ognuno decide quando farlo. Personalmente quando trovo un bastone che funziona cerco di tenerlo più a lungo possibile. Spesso uso driver che non sono dell’ultimo anno. Ogni stagione escono nuovi attrezzi che spesso presentano minimi cambiamenti. Il fine è più legato all’estetica che alla sostanza.

Palline

Anche le palline hanno terminato il proprio processo evolutivo e non vengono più stravolte. Possono essere più o meno dure ma non cambiano in modo totale. Oggi non ci sono più palle che spinnano tantissimo e si segnano facilmente. Quelle attuali anche noi a volte facciamo fatica a farle spinnare. Diciamo che con le palline più morbide si hanno dei vantaggi intorno al green con approcci e putt. Un handicap medio non sente la differenza ma utilizzarle male non fa.

Gli strumenti per l’allenamento stanno facendo passi importanti. Le tecnologie sono ormai definite ma l’attrezzatura sta diventando sempre più facile da comprendere e aiuta tutti i livelli di gioco. Se ci si sottopone a un fitting questo sarà più specifico se si ha uno swing ripetitivo ma è importante in ogni caso. Penso sia intelligente testare più prodotti possibili prima di decidere quale acquistare. Rendersi conto di aver comprato un bastone inadatto alle proprie caratteristiche può costare caro al gioco e al portafogli. Oggi è possibile provare modelli diversi e con differenti shaft. Certo, l’effetto del fitting sarà migliore sui giocatori ‘one digit’, ma anche gli handicap medio-alti ne trarranno giovamento.

La tecnologia

L’uso della tecnologia nell’insegnamento è un tema delicato: dipende dal professionista. Alcuni lavorano con Trackman, video e altri strumenti tecnologici e sono in grado di usarlo con qualsiasi handicap. Altri preferiscono invece andare più ad occhio. È una questione personale. Quando si sceglie un maestro è quindi importante farlo in base alle proprie preferenze e al tempo disponibile. Con più dati è possibile focalizzarsi anche sui dettagli ma serve poi un lavoro specifico in campo pratica. Noi professionisti usiamo la tecnologia al 100%.

In questo contesto ho sviluppato il sistema di analisi dati per i professionisti. Il riscontro è stato talmente positivo che al momento abbiamo deciso di sospendere l’acquisizione di nuovi clienti. Seguiamo una ventina di giocatori in Europa, una decina sul PGA Tour più altri in Asia e sul LIV. Oggi accettiamo clienti nuovi solo se qualcuno lascia. Stiamo lavorando a una nuova piattaforma per dare un servizio live anche durante i tornei e poterlo ampliare al mondo dei dilettanti. Abbiamo ottimi feedback e i nuovi chiedono come poter sfruttare il servizio al meglio. Tutto è iniziato come un hobby ma ora non lo è più. Ritengo che la statistica serva a qualsiasi livello. I dilettanti devono trovare un sistema veloce per inserire i dati e poi utilizzarli. Se fate una statistica annotando i vostri errori potete capire su quali aspetti lavorare maggiormente e quali sono le parti del gioco da migliorare. Dalle numerose esperienze in Pro-Am noto che molti perdono colpi dal tee non per la distanza ma per la precisione. Il tallone d’Achille restano i putt da media distanza, tra i 5 e 15 metri. Per evitare i tre putt allenatevi almeno 5 minuti a sessione, risparmierete parecchi colpi.