Era una delle novità più attese di questa ripartenza del PGA Tour al Charles Schwab Challenge. A Al Colonial Country Club di Fort Worth niente pubblico, a meno pochi curiosi che hanno cercato in tutti i modi di crearsi delle postazioni improvvisate fuori dai cancelli del circolo per sbirciare i protagonisti del circuito di nuovo in azione.

Ecco allora che per alzare l’asticella del gradimento televisivo il Commissioner Jay Manahan si è inventato qualcosa che, agli occhi dei profani, può sembrare piuttosto invasivo per la sacralità del gioco del golf: microfoni in campo e in alcuni casi addirittura indossati dai giocatori stessi, per caprire segreti, strategie, commenti e reazioni.

Se l’idea televisivamente parlando è certamente stata brillante, più di uno dei campioni del Tour ha però storto subito il naso, e non poco. Tra loro chi si è apertamente schierato contro sono stati Jon Rahm e Justin Thomas, rispettivamente numero 2 e 4 del World Ranking.

Lo spagnolo ha mostrato il suo disappunto sulla questione. “Non penso sia un qualcosa di divertente come qualcuno può pensare. Sicuramente è un sistema che deve essere testato e, chissà, a cui potremmo un domani anche abituarci. Ma in questo momento non credo sia la priorità”.

Sulla stessa linea Justin Thomas: “Nessuna offesa, ma non ho alcuna intenzione d’indossare un microfono in campo. Le conversazioni con il mio caddie Jimmy Johnson devono restare private. Se voglio far sapere qualcosa lo faccio in conferenza stampa. Lo dico in un’intervista o attraverso i social media, ovunque sia ma non in campo, non sarò uno di quelli che lo indosserà”.

Il PGA Tour alla vigilia aveva dichiarato invece, presentando l’iniziativa, che molti dei protagonisti si erano mostrati favorevoli all’idea, pur riservandosi di elencarne i nomi. Ma tra i big sono già tante le voci contrarie e la prima giornata di gioco ha aumentato il disappunto.

Rickie Fowler è stato uno di coloro che si è prestato alla novità ma sicuramente l’essere stato ascoltato per 18 buche da migliaia di fan non gli ha portato praticolarmente fortuna visto il suo deludente 73 finale (+3).

Le prime buche sono trascorse nel silenzio assoluto, con il fruscio della polo di Fowler intanto che camminava come sottofondo. Poi sono iniziate alcune discussioni interessanti con il caddie Joe Skovron che hanno soprattutto mostrato le difficoltà nella selezione di alcuni ferri al green che hanno causato al campione californiano pesanti bogey.

L’unica esternazione pittoresca della giornata è arrivata da Brooks Koepka, che si è lasciato scappare un “Pretty f—kin’ good” nel commentare il chip di Jon Rahm finito in buca per il bidie alla 8. Peccato che nessuno dei due fosse microfonato e la voce di Koepka arrivasse dal microfono di Jim Nantz della CBS che era al loro seguito, che si è messo a ridere poi scusandosi con i giocatori. 

Del resto ora non è più tempo di esibizioni ma di colpi che hanno un peso specifico tutto diverso.