La Repubblica Dominicana è la regina indiscussa dei Caraibi. Spiagge di sabbia bianca, incredibili piscine naturali e movida a ritmo di merengue.

Questa la ricetta base di uno dei paradisi tropicali più conosciuti di sempre.

Un’isola in forte crescita che nel corso degli ultimi dieci anni si è ritagliata un ruolo fra quelli in veloce evoluzione a livello di istruzione, ricchezza e benessere.

Paese più visitato nell’area dei Caraibi, ha numerose aree con strutture ricettive di ogni livello, illuminate da alcune eccellenze assolute nella fascia del turismo più ricercato. E non a caso, il golf ha un posto di primo piano in questo ambito.

Sono 28 i golf club ideati da leggende come Nick Faldo, Robert Trent Jones Sr., Jack Nicklaus, Pete Dye, Gary Player, Tom Fazio, Nick Price e Greg Norman. 

I percorsi sono immersi in contesti naturalistici di grande bellezza sparsi sul territorio dominicano: sia in città, dove nella sola Santo Domingo (la capitale) se ne trovano tre, che nell’entroterra e sulla costa settentrionale, a Puerto Plata, ed orientale a La Romana e Punta Cana. Campi che hanno segnato indelebilmente la storia dell’isola e l’hanno fatta entrare nell’élite del golf mondiale.

Come il Teeth of the Dog, considerato uno dei must assoluti nel mondo, e fra i famosi campi che ogni golfista dovrebbe giocare almeno una volta nella vita.

Sette le buche in riva al mare, in uno scenario da cartolina, fra scogliere e mare cristallino. In uno dei libri più belli dedicati al golf, che qualche anno fa ha raccolto in uno splendido volume le 500 buche più belle del mondo, il Teeth of the Dog ne mette in evidenza addirittura quattro. 

La bellezza delle 18 buche a La Romana è scaturita dalla matita dell’architetto Pete Dye legato con un filo diretto a questa parte dell’isola.

Se il Teeth of the Dog viaggia ormai verso il mezzo secolo di vita, gli altri due gioielli del grande architetto americano hanno invece visto la luce durante questo secolo.

Il Dye Fore, nato come 18 buche nel 2002, tre anni dopo si è poi allargato a 27. Tredici di queste godono di una spettacolare vista panoramica sul Mar dei Caraibi e la Marina di Casa de Campo, dall’alto delle sponde verdissime che dominano la profonda gola del Rio Chavón.

Per concludere con The Links, datato 1975, ma totalmente rivisitato nel 2012. Di stile tipicamente britannico, queste 18 buche si insinuano nel cuore di Casa de Campo.

Spostandosi a nord della grande isola tropicale i percorsi di Playa Dorada e Playa Grande lungo la costa settentrionale sono invece contornati da una catena montuosa e da oltre 128 chilometri di spiagge.

A Playa Grande di notevole importanza è il Playa Grande Golf Course di Robert Trent Jones, Senior. 

La regione centrale del Paese si caratterizza invece per un panorama composto di montagne e alti boschi di pini che caratterizza i campi da golf qui presenti: Las Aromas, Santiago Golf Club, Golf Club Jarabacoa, Golf Club Bonao, in cui le cui rispettive città di Santiago, Jarabacoa e Bonao sono anche ideali per conoscere l’autentica cultura dominicana. 

Ma è nella zona est della penisola che si concentrano ben 18 dei 28 campi totali fra cui: Barceló Golf de Bávaro, Cana Bay Golf Club, Catalonia Cabeza de Toro, Catalonia Caribe Golf Club, Cocotal Golf and Country Club, Corales e Iberostate Bávaro Golf & Club.

L’imbarazzo della scelta per i tantissimi appassionati che ogni anno decidono di trascorrere le vacanze in Repubblica Dominicana con la sacca da golf a seguito. 

E non c’è da meravigliarsi se l’isola sia stata nominata recentemente come “Miglior Destinazione golfistica dei Caraibi 2020”. 

Grazie ai suoi campi impeccabili e favorita dal clima caldo, la Repubblica Dominicana è la destinazione ideale per giocare a golf in ogni stagione. 

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