La Scandinavia è grande una volta e mezza l’Italia con un sesto della nostra popolazione (circa 10 milioni).

La densità è perciò bassa e gli abitanti si concentrano nelle principali città.

Il resto è un’infinita distesa verde di foreste, in cui trovano posto facilmente circa 450 campi da golf.

I giocatori tesserati sono 470mila (in media un migliaio per club) e collocano la Svezia al terzo posto in Europa dopo Inghilterra e Germania, davanti alla Francia.


C’è una lunga strada che attraversa la parte meridionale della Svezia, quella più popolata.

A ovest si trova il principale porto della penisola scandinava, Göteborg, a est la capitale Stoccolma.

Eppure è sufficiente allontanarsi un poco da queste due grandi città per attraversare immense foreste di conifere, che talvolta diradano sino a rivelare un orizzonte di campi coltivati.

Al verde cupo delle abetaie si alterna la tavolozza geometrica dei campi che si colora dell’oro del grano, della segale e dell’orzo, poiché qui le messi si raccolgono anche dopo la metà di agosto.

Sparse nella campagna, si scorgono le case di legno dipinte di quel tipico rosso scuro che caratterizza il paesaggio nordico.

Sono le mille sfumature di uno stesso colore, di una vernice ricavata dalla lavorazione delle scorie delle miniere di rame che sin dall’antichità riesce a proteggere il legno delle abitazioni dal rigore invernale anche per vent’anni.

D’estate il clima è assai gradevole e anche quando per gli svedesi fa ormai troppo caldo, le temperature massime si aggirano tra i 25 e i 28 gradi.

Questo è lo Småland, la regione in cui è racchiuso il cuore antico della Svezia.

Svedesi e danesi se la contesero per secoli a causa della sua collocazione strategica tra il mare interno, il Baltico, e le acque libere del Mare del Nord.

Con il tempo, lo Småland divenne una “terra di mezzo”, un fertile territorio da far fruttare con l’agricoltura e con la pesca nei suoi numerosissimi laghi, fino a diventare una specie di buen retiro per la piccola nobiltà svedese.

Così almeno fino alla metà del ‘900, quando una nuova linfa vitale la trasformò in uno dei più dinamici centri europei del design del mobile.

Anche qui, come in tutta la Svezia, ci sono tanti campi da golf ma sulle strade troverete soltanto piccoli e discreti cartelli con la semplice indicazione: golf bana.

Il primo che incontriamo è quello del Vara-Bjertorp Golfklubb (6.335 metri par 72).

Si trova tra Vara e Skara, non lontano da lago Vättern, proprio accanto all’Hotel Bjertorps Slott con il quale non c’è soluzione di continuità.

Questa residenza di campagna è un piccolo gioiello dell’Art Nouveau, terminato nel 1914 sui disegni di Ferdinand Boberg, che fu uno dei più famosi architetti svedesi del suo tempo.

I proprietari attuali, Helen e Anders Junger, lo hanno dotato di un ottimo ristorante e di un magnifico campo da golf al quale si può accedere direttamente dal parco intorno alla residenza.

Offre un gioco rilassato con linee di tiro molto ampie, fairway larghi, piatti e con il secondo taglio molto basso.

Il bosco ceduo nel quale è stato disegnato conserva ancora tutti i suoi tratti naturali e il suo fascino originario.

A meno di un’ora d’auto da Bjertorps si trova lo Skövde GK (6.215 metri par 72) che ha un carattere completamente diverso.

Inizialmente disegnato da Peter Nordwall, il percorso è stato nuovamente inaugurato quest’anno dopo le modifiche fondamentali dall’architetto Christian Lundin, su disegni di Henrik Stenson.

Ora è un vero campo all’inglese con fairway molto ampi, ma dove la festuca rappresenta un rough alto e ingiocabile: un sottobosco che compare spesso ai limiti estremi vicino al fuori limite.

Infine, per alzarne ulteriormente il tasso tecnico, sono stati aggiunti altri 50 bunker.

Il lato più affascinante del gioco è che si ha sempre l’impressione di perdersi in mezzo a una sconfinata distesa di querce, abeti e betulle.

I green sono di ottima qualità e leggermente mossi seguendo l’inclinazione del terreno.

Magari non è facile per chi ha un handicap un po’ alto ma l’impegno è peraltro ricambiato dall’aver giocato su uno dei migliori campi attualmente presenti in Svezia.

Un’accogliente e confortevole clubhouse e un piccolo circuito di nove buche par 3 completano la dotazione di eccellenza del club.

Intorno alla cittadina di Jönköping i numerosi campi del circuito offrono un’offerta di gioco molto varia.

Ne abbiamo visitati tre e quello che ci ha stupiti di più è il Sands GK (6.687 metri par 72), un vero links scozzese lontano oltre cento chilometri dalla costa più vicina e a meno di dieci dal capoluogo.

È un club giovane, inaugurato solo nel 2007, ma di eccellente qualità e con un percorso bello quanto inusuale.

Arthur Hills e Steve Forrest, i due architetti, hanno creato un’altra delle loro spettacolari invenzioni, spingendosi a sfruttare un susseguirsi di dune di sabbia e di erba ondeggiante al vento, con un tracciato di grande difficoltà.

Le dune di sabbia dividono le diverse buche e ospitano naturalmente i bunker che punteggiano il terreno.

Quasi impossibile contarli, basti pensare solo ai 18 che contornano la 15.

I fairway sono sempre molto ondulati e i green di piccole dimensioni, in rilevante pendenza. Infine un ampio lago impegna diverse buche.

La clubhouse è eccezionalmente accogliente.

Quanto poco appariscente dall’esterno, tanto è luminosa e confortevole all’interno.

Anche la palestra, la sauna, e la zona massaggi offrono splendide viste sul campo e le consentono di essere aperta tutto l’anno per i suoi soci come un qualsiasi fitness club di città.

A una trentina di chilometri a nord di Jönköping si trova invece il grazioso villaggio di Gränna con il suo Gränna GK (6.014 metri par 72).

Disegnato da Peter Nordwall, si sviluppa armonicamente sul terreno collinoso rispettandone i contorni e sfruttando le sue caratteristiche naturali per impegnare maggiormente il gioco.

I fairway, apparentemente stretti se visti dai tee, si rivelano comunque piuttosto amichevoli, così come largo e ben giocabile è il secondo taglio.

I green sono grandi, veloci e mossi a sufficienza da rendere il putter l’attrezzo più importante della sacca.

Ma il carattere saliente di questo percorso è proprio l’alternanza dei colpi, dei dislivelli e delle difficoltà.

Pochi chilometri a sud di Jönköping si trova lo Hööks GK, estensione naturale dell’omonimo hotel che, per consentire di giocare a tutti i livelli, possiede due percorsi da 18 buche.

Il più recente e più lungo è di 6.015 metri par 72, disegnato da Jan Sederholm nel 1991, mentre la maggior parte delle buche più incantevoli (le prime 4 furono costruite nel 1934) si trovano lungo le sponde del lago e appartengono a quello più corto (5.683 metri par 72), disegnato da Ture Bruce e Siguard Edberg.

Il gioco è molto piacevole e presenta scorci notevoli.

È sicuramente un’alternativa più facile rispetto ai campi precedenti, ma ugualmente ricca di soddisfazioni.

Tornando verso Göteborg merita di effettuare una piccola deviazione fino alla stazione turistica di Isaberg dove, tra foreste di abeti rossi e betulle, si scia d’inverno e si gioca a golf d’estate.

L’Isaberg GK possiede due campi da 18 buche, l’Östra banan (6.157 metri par 72) e il Västra banan (5.803 metri par 71), affiancati da ben cinque aree di pratica.

Questo club ha dato un contributo molto importante nell’avvicinare i giovani svedesi al golf creando il “metodo Isaberg” e anche oggi oltre 300 dei suoi membri sono junior.

Entrambi i percorsi sono stati disegnati in modo da avere buche sia nella parte elevata della collina, sia nella parte più vicina al lago e occorre un impegno notevole per concentrarsi sul gioco senza lasciarsi irretire dalla bellezza degli scorci offerti da tee e green che sembrano galleggiare sull’acqua.

Adjö, come dicono qui: arrivederci a presto.


Block Notes

In Svezia, come noto, si può giocare anche molto tardi in estate.

Le giornate sono davvero lunghe, tant’è che gli ultimi tee time possono essere fissati anche oltre le ore 18.00 senza aver bisogno di giocare le buche finali con la pila.

Il Bruno Mathsson Center (Tånnögatan 17, Värnamo) a Värnamo mostra le opere e lo spirito innovatore di questo designer di mobili capace di dar forma al concetto di ergonomia quando questo neologismo non era ancora stato inventato.

A pochi isolati di distanza si trova inoltre la sede di Källemo mobili, altro interessante atelier dove vengono esposte le creazioni di giovani designer svedesi.

Due passi nella cittadina di Gränna possono regalare momenti assai dolci.

Qui è stato inventato il “Polkagris”, quelle caramelle durissime e i bastoncini di zucchero colorati e tipici delle illustrazioni natalizie del nord.

All’inizio venivano chiamate anche “peppermint rocks”, pietre alla menta, ma adesso le fanno di tutte le forme, colori e quindi anche gusti.

Vengono fatte direttamente nei laboratori dei negozi lungo la via principale, dietro ad ampie vetrate lungo le quali si affacciano orde di bambini in religioso silenzio ed incontenibile bramosia.

Il più conosciuto è il Gränna Polkagriskokeri mentre una buona pasticceria con the e caffè, per una sosta più prolungata, è “Fiket” proprio di fronte alla piazza centrale.

Una trentina di chilometri a nord di Gränna si trova Vadstena, il centro più interessante sulle rive del grande lago ­Vättern dal punto di vista storico.

Imperdibile una visita al suo castello rinascimentale (nella foto), costruito nel 1545 da Gustavo I Vasa, re considerato il padre della nazione svedese a cui viene dedicata la celeberrima Vasaloppet di gran fondo sugli sci (90 chilometri).

Numerose le stanze da visitare, con un museo dedicato ai mobili antichi.

Nel cortile, in estate concerti musicali di ogni tipo dalla musica classica al pop.

Una particolarità: nella cappella del castello si può far risuonare un’incredibile eco, che dura fino a 17 secondi!