Peter Dowson ci svela i segreti del gioco corto, semplificando le cose e facendo lavorare il loft del bastone.

Credo fermamente che una tecnica unica si adatti a ogni bastone. Prima di tutto, accorciate un po’ il grip per avere più feeling e controllo.

Poi sia se fate un backswing più corto con un ferro 4, riuscendo ad alzare a malapena la palla, sia un backswing più lungo con un wedge 60° per superare un bunker, è lo stesso.

Tutto sta nel far lavorare insieme mani, piegamento dei polsi e rotazione delle spalle.

Anche la postura è fondamentale: dovreste semplicemente piegarvi dalla vita, perché se siete storti le mani lavoreranno troppo, togliendo al colpo solidità e controllo.

Nel set up posizionate il 60% del peso sul piede anteriore e mantenetelo lì per tutto lo swing.

Si crea così un perno che incoraggia i polsi a spezzarsi automaticamente, come dovrebbero poi fare nel take-away.

Da qui, mentre arrivate sul colpo, è fondamentale mantenere tutto il movimento in avanti e permettere agli occhi di seguire la palla.

Non fermate la testa all’impatto o comunque non tenetela abbassata troppo a lungo, perché finirete solo per colpire peggio la palla, con conseguente colpo poco solido…

Ricordate, qualunque sia il bastone scelto, lasciate che sia il loft a sollevare la palla, senza giocare con le mani nell’impatto.

Se avete l’abitudine di farlo intorno al green, provate questo esercizio utile. Spingete un bastone per l’allineamento lungo lo shaft del bastone che state usando.

Il bastone si troverà quindi, nell’address, sotto il braccio dominante.

Lo vedrete cadere mentre i polsi si spostano indietro, ma non avrete altra scelta se non quella di andare avanti attraverso l’impatto, poiché il bastone renderà molto difficile fermarsi.

Quindi, nell’impatto, lasciate che le mani guidino e gli occhi seguano.