La rinascita sportiva di Matteo Manassero è anche merito di un team di professionisti che ha riportato il campione ai livelli di un tempo.

Dopo le due recenti e importantissime vittorie ottenute dal talento veronese sul Challenge Tour, abbiamo raggiunto telefonicamente i componenti del suo team, Alessandra Averna, Soren Hansen, Roberto Zappa e Sergio Manenti, per scoprire i segreti del loro lavoro.

Alessandra Averna

Professionista e giocatrice di lunga data, quando ha deciso di smettere con il golf giocato si è specializzata in performance e mental coaching, vista la sua elevata esperienza sul campo.

Alessandra ci racconta che quando nel giugno del 2019 Manassero l’ha scelta, le aspettative per la nuova sfida lavorativa erano molto alte.

“Sapevo il valore di Matteo, come persona e come giocatore. Di lui mi ha subito colpito la voglia di lavorare e di mettersi in gioco al 100%, e questo ha sicuramente agevolato il primo periodo, che tra l’altro è coinciso con l’arrivo della pandemia. Ci siamo sempre detti che sarebbe stato un processo lungo, un viaggio da fare e da vivere un passo dopo l’altro, godendo delle soddisfazioni e delle vittorie che sarebbero arrivate, senza farci buttare giù dai risultati e dai momenti negativi, anzi proprio da quelli ricavarne dei feedback, analizzarli insieme e lavorare duramente per superarli e migliorare la volta successiva” – ci racconta Alessandra, che poi aggiunge –. “Dal punto di vista mentale Matteo non ha davvero limiti. Adesso è un vero uomo, quello che ha vissuto in passato lo ha portato ad essere dov’è ora”.

Alessandra ci spiega che uno dei suoi compiti principali è stato quello di creare per Manny una struttura, un percorso chiaro e preciso, dove potesse avere tutti gli strumenti per poter lavorare al meglio, senza distrazioni.

“Non c’è dubbio che la stabilità e la serenità data da una relazione solida culminata con il matrimonio dello scorso anno con Francesca Apollonio, soprattutto visto il suo carattere solare e super positivo abbiano aiutato tanto Matteo a ritrovare quella gioia e voglia di tornare a performare e a competere in campo” conclude Averna.

Roberto Zappa

Head coach della Nazionale Italiana Femminile e putting coach di molti professionisti dei maggiori circuiti nazionali e internazionali, ci ha raccontato di aver iniziato il lavoro con Manassero nel 2019 con alcune consulenze, per poi diventare ufficiale e continuativo dal 2020. Zappa ci spiega che il loro lavoro si basa su tre diverse sessioni: tecnica, pratica e performance.

Si parte sempre dallo studio indoor, dove con le telecamere e il sensore Capto si fissano e si verificano i miglioramenti tecnici.

Sempre con l’aiuto di Capto poi si va sul putting green, per praticare la tecnica impostata nella prima parte dell’allenamento sulle diverse pendenze e da distanze differenti.

Per allenare la parte di performance utilizzano StatisticGolf, l’applicazione creata da Edoardo Molinari, che gli permette di misurare lo ‘strokes gained’, da distanze differenti, come se fossero in gara. “Al termine di ogni lavoro e sessione di allenamento condivo con Matteo una scheda tecnica, che gli consente di avere un percorso quotidiano e un metodo di allenamento ben definito, a mio avviso fondamentale per una miglior performance in gara” – ci conferma Zappa, che ci racconta come nell’ultimo periodo si siano concentrati maggiormente sul timing nei colpi dalle medie distanze e su un grip apposito per affrontare con più serenità e decisione i colpi più corti.

“Del suo gioco e del suo atteggiamento in campo è rimasto tutto quello di un tempo, unito però alla maturità e alla consapevolezza di un grande atleta che lavora giorno dopo giorno nel quotidiano, dando sempre il 100%, come se in passato non fosse mai stato Manny” conclude Roberto.

Sergio Manenti

Performance trainer specializzato nel golf. Ha iniziato a collaborare con Manassero da marzo del 2020 e ci spiega che all’inizio, non potendo vedersi di persona a causa della pandemia, hanno iniziato a lavorare online, tramite test di valutazione e allenamenti personalizzati, che si ripetevano due volte al giorno per tutti i mesi del lockdown. 

Manenti ci spiega che Matteo quando si trova in viaggio per le gare esegue un programma di mobilità e flessibilità tutti i giorni, con due o tre sedute di potenziamento muscolare, e aggiunge: “Con il passare del tempo abbiamo verificato che il suo fisico reagisce molto bene al lavoro con i carichi e ora anche lui vuole mantenere i risultati ottenuti con tanta fatica e implementare ulteriormente”. 

Per decidere in quale direzione andare Sergio ci illustra che spesso eseguono molti test, tra cui quelli del protocollo TPI (Titleist Performace Institute) nel quale il preparatore atletico crede fortemente, trovando quelle che sono le lacune in fatto di mobilità, stabilità, forza e potenza specifiche per il golf e da qui creano il loro progetto.

“Nel giro di tre anni devo dire che la struttura di Matteo ha subito un ottimo cambiamento: è migliorato moltissimo per quanto riguarda la mobilità e la postura, la forza è incrementata parecchio e anche dal punto di vista visivo le masse muscolari sul suo corpo stanno prendendo lo spazio che prima era occupato da ‘altro’- ci spiega Manenti. “Progrediamo giorno dopo giorno per poter competere a livelli sempre più alti, migliorando ogni aspetto poi ci penserà Super Manny ad unire tutto il lavoro del suo staff per ottenere grandi vittorie come gli abbiamo visto fare recentemente”.

Soren Hansen

Dal dicembre del 2022 l’ex giocatore danese dell’European Tour segue personalmente Manassero per quanto concerne la parte tecnica. Come ci racconta lo stesso Hansen – “Non avevo dubbi sul fatto che potesse tornare a giocare un grande golf e dopo aver parlato al telefono con lui, chiedendogli delle sue esigenze e dei suoi sogni, abbiamo deciso di incontrarci per fare un piano per la stagione 2023”.

Hansen ci racconta di come Matteo sia andato da lui con alcuni problemi nel suo gioco. “Sapeva in che direzione e cosa voleva migliorare, ma il suo tempismo e la comprensione della posizione della faccia del bastone nello swing in relazione al movimento del corpo erano fuori luogo” ci spiega –. Per farla breve, i suoi colpi buoni andavano bene, ma quelli sbagliati erano troppo lontani dal bersaglio”.

Tre sono gli aspetti di Manassero che hanno colpito Hansen: come mantiene il suo corpo flessibile e pronto giorno dopo giorno. In secondo luogo, la sua etica del lavoro che non è seconda a nessuno.

Infine, il modo in cui si comporta da vero campione, non perdendo mai la testa. Un vero gentiluomo e una persona molto simpatica.

“Abbiamo deciso di vederci una volta al mese, di inviarci video e di parlare al telefono dei progressi e degli allenamenti. Matteo è stato bravissimo a darmi dei feedback completi oltre alle statistiche, in modo che io possa vedere e capire cosa sta effettivamente succedendo e credo che questa sia stata una grande chiave del suo ritorno al successo”.

Conclude Hansen: “Matteo deve continuare a fare le cose che fa ora senza cercare di inventarsi nulla di nuovo. Il suo putt ha ancora molti margini di miglioramento, e le sue statistiche di quest’anno stanno andando nella giusta direzione. Il lavoro fisico è fondamentale e il suo allenatore è davvero qualificato e motivato. Essere solidi fisicamente è un aspetto determinante nel gioco di oggi, in modo che ogni giorno sia uguale all’altro. Questo porterà il suo swing a una versione ancora migliore del “vecchio Matteo”.