Secondo fantastico successo di Francesco Molinari sul PGA Tour (per le statistiche, c’è anche una terza vittoria, in compartecipazione con l’European Tour, quella dell’Open Championship.

A Orlando, in Florida, si impone con un’eccezionale prestazione nell’Arnold Palmer Invitational.

Un giro perfetto (otto birdie) lo vede chiudere in 64 colpi (miglior score del torneo), lasciando a due lunghezze l’inglese Matthew Fitzpatrick. Grandissimo Chicco! Se il buongiorno si vede dal mattino, sarà una stagione da fuochi d’artificio!

Assolutamente impeccabile la sua prestazione (-12, 69 70 73 64, 276 colpi), chiusa con un putt imbucato da 44 piedi (oltre 12 metri) che ha raccolto un uragano di applausi.

Per la cronaca, Chicco aveva deciso di lasciare la bandiera nella buca. La sua marcia verso il gradino più alto del podio è stata sicura, senza la minima esitazione. Partito subito con un birdie, si è ripetuto anche alla 3, alla 6 e alla 8, chiudendo quindi le prime nove quattro sotto, in 32 colpi.

E per… non far torto anche alle seconde del percorso nel Bay Hill Club & Lodge, vera icona dell’architettura golfistica del grande Arnie Palmer, Francesco ha portato a casa altri quattro birdie (12, 13, 16 e, appunto 18), per un altro parziale di 32.

Nei quattro giri, sul suo score sono entrati un eagle, 17 birdie, cinque bogey e un doppio bogey. Da segnalare che Chicco non è incorso in un bogey nelle ultime 28 buche, che lo hanno visto risalire prepotentemente verso il vertice, da un piazzamento attorno al ventesimo posto fino alla poltrona di numero 1.

Con questo meraviglioso risultato, Molinari vola nella classifica della FedEx Cup e dal 151° posto risale già al 20°. Nella top ten del World Ranking, che lo vedeva appunto al decimo posto, è riuscito a recuperare tre posizioni, piazzandosi settimo e superando Rahm, Schauffele e Fowler. Per lui anche il sostanzioso premio destinato al vincitore: 1.638.000 dollari, che vanno ad aggiungersi ai 246.250 accumulati nei precedenti tre tornei PGA a cui ha partecipato in questa stagione (due WGC e il Sentry Tournament of Champions alle Hawaii).

“Non ci son state particolari strategie – ha detto Molinari al termine – o piani di gioco. Ieri mi sono reso conto che i green sarebbero diventati duri e veloci e che ci sarebbe voluto un putter caldo come quello che ho avuto io oggi. Ieri avevo accusato delle difficoltà, ma ero comunque riuscito a darmi delle opportunità e a non rimanere troppo indietro, ma mai avrei pensato di poter effettuare un giro simile. No, non sono in grado di indicare qualche parte del mio gioco che mi dia la possibilità di poter ottenere score così bassi: credo sia solo il frutto del gran lavoro fatto in inverno, sia sull’aspetto tecnico, che su quello mentale”.

Molto buono il finale del coreano Sungjae Im, dell’inglese Tommy Fleetwood (grande compagno di Chicco in Ryder Cup) e dello spagnolo Cabrera Bello, tutti al terzo posto. Meno incisivo quello dell’altro inglese Matthew Fitzpatrick, che non ha saputo difendere il suo primo posto ma che comunque non ci è andato troppo lontano, chiudendo secondo due colpi dietro Francesco. Ennesima delusione invece per Rory McIlroy, che sembrava lanciato a bissare il successo dello scorso anno, quando vinse l’Arnold Palmer con tre lunghezze su Bryson DeChambeau. Un ultimo giro incolore, in par, lo ha fatto scivolare indietro in sesta posizione, quattro colpi dietro Molinari.

E dopo i 9.100.000 dollari di premi distribuiti a Orlando, si avvicinano i 12 milioni e mezzo di quello che viene a tutti gli effetti considerato il quinto major. Da giovedì, il circo del Grande Golf si sposta di poco più di 150 chilometri verso nord, sulla costa della Florida. A Ponte Vedra Beach è in programma The Players, sullo stupendo TPC Sawgrass, percorso disegnato da Pete Dye e celebre anche per la sua 17 con green a isola. Ci saranno tutti i i migliori. E fra questi anche un Francesco Molinari in forma da major.