In un mondo sportivo dove la competizione spesso prende il sopravvento sull’etica, il gesto di Robert MacIntyre di domenica sera, in occasione della fase finale dello U.S. Open, ci ricorda che lo sport è, o dovrebbe essere, soprattutto rispetto, onore e umanità.
MacIntyre, 27 anni, dopo un ottimo quarto giro in 68 colpi (-2), attendeva in club house l’arrivo degli ultimi team, mettendosi virtualmente in corsa per un playoff. Ma J.J. Spaun, con due buche ancora da giocare, ha scritto la storia: un drive perfetto alla 17 e un putt da 22 metri alla 18 per un trionfo che ha spezzato il sogno scozzese, ma ha messo in luce un gesto che ha commosso il mondo del golf. Un applauso sincero, da sportivo vero. Nessuna rabbia, nessun rimpianto. Solo ammirazione e rispetto.
Il video del gesto di MacIntyre ha fatto il giro del web e dovrebbe essere visto, condiviso e diffuso a tutti i ragazzi che si affacciano allo sport, qualunque esso sia.

Perché quel “Wow” detto a gran voce contiene più valori educativi di tante ore di lezioni teoriche

È un esempio limpido di come si può perdere con classe, di come si può riconoscere la bravura dell’altro senza sentirsi sminuiti. Di come l’avversario non sia un nemico, ma parte integrante del gioco.
In un momento storico in cui in molti sport, pensiamo al calcio, l’aggressività, le simulazioni, gli insulti e il disprezzo per l’avversario vengono quasi normalizzati, il gesto di MacIntyre è un faro. Un messaggio potente che ci ricorda che vincere è importante, ma saper perdere con dignità lo è ancora di più. E che il vero campione non è solo chi solleva il trofeo, ma anche chi sa applaudirlo.
Questo gesto non dovrebbe passare inosservato. Dovrebbe entrare nei programmi delle scuole, nelle riunioni dei circoli sportivi, nelle chat dei genitori che portano i figli agli allenamenti il sabato mattina. Dovrebbe essere visto, raccontato, discusso. Perché, se vogliamo crescere una nuova generazione di sportivi – e di adulti – migliori, dobbiamo partire da qui.
Lo sport insegna la tecnica, certo. Ma soprattutto insegna la vita. E a volte, come in questo caso, ce lo ricorda in modo meravigliosamente semplice.