Siamo abituati a vedere il lato più austero e severo dei professionisti sui campi da golf, legato sicuramente alla grande serietà con la quale affrontano il gioco, nonché caratteristica identificativa di questo sport.

Tutto ciò, però, non nega l’aspetto emotivo e umano del giocatore, che fuori dal campo, in occasioni speciali, lascia ampio spazio alla propria personalità più introspettiva e sensibile.

È il caso di Kevin Na che, in occasione dell’intervista rilasciata a seguito della sua vittoria nel QBE Shootout, si è lasciato andare a dichiarazioni profonde e toccanti, che hanno mostrato il suo lato più umano e una persona intimamente legata al valore dell’amicizia.

Complice di tale commozione la grande soddisfazione ottenuta in gara

Kevin Na ed il suo fedele compagno Jason Kokrak hanno conquistato il titolo per la terza volta in questa trentatreesima edizione del torneo sul PGA Tour.

La coppia, infatti, ha realizzato 12 birdie nelle ultime 13 buche, totalizzando 33 colpi sotto il par, un risultato inizialmente inaspettato data la loro partenza a tre colpi di distacco da Jason Day e Marc Leishman.
Il momento grandioso è arrivato con il birdie di Na alla sesta buca, seguito da altri due consecutivi alla settima e alla ottava. Tutto questo con il suo divertente recupero di palla dalla buca, marchio inconfondibile del giocatore americano.

Il birdie decisivo è stato realizzato da Kokrak, supportando brillantemente il partner e inserendosi in un momento strategico, permettendo così al duo a stelle e strisce di dare prova di una performance perfetta, macchiata da un solo bogey.

Un momento toccante

Al termine della competizione, Na ha lasciato la sua veste rigorosa facendo trasparire la sua parte più sentimentale ed emozionale. Non sono mancati momenti di commozione e qualche lacrima a rigare il volto.

Dopo un momento di ilarità commentando il prodigioso intervento finale di Kokrak, Kevin Na ha raccontato quanto sia stato duramente colpito dal periodo di pandemia, il quale ha causato perdite importanti per il giocatore.

Ricordando in particolare il compianto amico d’infanzia Kenny Lee, Na ha rivelato quanto questi ultimi due mesi siano stati profondamente drammatici e di quanto lo abbiano segnato nel profondo.

Ha inoltre confidato di non ricordare di aver mai pianto così tanto come in questo ultimo periodo.

Non solo atleti

La grande empatia mostrata da Kevin Na induce a riflettere su quello che effettivamente è la figura del golfista professionista: un atleta tutto d’un pezzo, che racchiude in sé molto più del suo swing e della sua tecnica.
Perché dietro l’immagine del ferreo giocatore, si cela una personalità e un’intimità che spesso non sono catturate da telecamere, giornali e TV, media legati al puro gesto atletico.

Una vittoria che illumina questo difficile momento

Un risultato capace di portare un sorriso sul volto e nell’animo di un uomo che, all’apparenza, in campo sembrerebbe imperturbabile, ma che in realtà racchiude un animo profondamente umano e sensibile.