A questa domanda è ancora difficile dare una risposta definitiva.

La crepa generata dalla spaccatura del golf mondiale a seguito dell’avanzata del LIV Tour sta creando sempre più scompiglio in modo, pare, irreversibile. A farne le spese è in primis la Ryder Cup, orfana dei grandi nomi che in questi ultimi anni sono state le bandiere delle due squadre, americana ed europea.

Le reclute della Superlega araba sanno già che la loro scelta scatenerà un divieto netto da parte del PGA Tour a prendere parte a ogni singolo torneo in calendario.

Chissà quindi cosa ci aspetta per il 2023 e che provvedimenti prenderanno le singole organizzazioni dei quattro major: Masters (Augusta National), PGA Championship (PGA of America), U.S. Open (USGA) e Open Championship (R&A).

Per il 2022 le cose sono andate diversamente. Lo U.S. Open e l’Open Championship hanno permesso ai giocatori del LIV Tour di prendere parte ai due major. Il Masters e il PGA Championship invece sono andati in scena prima che il LIV inaugurasse il primo evento.

Tra i tanti che hanno scelto di lasciare il massimo circuito americano per quello saudita c’è Bubba Watson apparso preoccupato per l’eventuale possibilità di non presentarsi ad Augusta in qualità di past champion (nelle edizioni del 2012 e 2014).

“In questo momento essere un ex campione Masters mi crea diverse preoccupazioni e spero, anzi prego, che l’Augusta National prenda la giusta decisione. Ho fatto sedere i miei figli e ho detto loro che c’è la possibilità che non si possa andare in Georgia l’anno prossimo. Se l’Augusta National dovesse confermare che gli ex campioni non potranno in ogni caso giocare, vorrà dire che non mi presenterò mai più lì, perché ritengo che questo sia solo il modo sbagliato di vedere le cose”.

Più schietto e rilassato Harold Varner III, ultima recluta passata al LIV insieme a Cameron Smith, Joaquin Niemann, Anirban Lahiri, Marc Leishman e Cameron Tringaleera. Il giovane americano ha detto che la stabilità finanziaria ottenuta dalla Superega araba è stato un compromesso che era disposto a pagare. “Per me, disputare i major è molto importante e questo è stato il primo anno nel quale sono riuscito ad entrare in tutti e quattro ed è stato fantastico. Ma, allo stesso tempo, penso sia molto meglio assicurare un futuro stabile e sicuro a mio figlio cosicché non debba preoccuparsi più di nulla”.