Ogni golfista che si rispetti ha almeno una volta nella vita letto un libro sul golf.
C’è chi si diletta a leggere tutti i libri sulla tecnica, chi sfoglia fugacemente le riviste e chi, invece, fa finta di appassionarsi a una lettura ma alla fine non supera mai l’indice.

Per tutti coloro che vogliono approfondire e rendersi conto della bellezza del nostro sport, vi consigliamo 5 libri, entrati ormai nella storia del golf.

1) Le cinque lezioni di Ben Hogan: i fondamenti moderni del golf

È considerato da tutti la Bibbia del golf nonché il libro più venduto nella storia di questo sport.
Ciò che più emerge da queste 128 pagine è la cura dei dettagli. La capacità di offrire una spiegazione minuziosa di come si fa uno swing, con tutto l’insieme di azioni e reazioni analizzate con la lente d’ingrandimento. Tra le pagine si scorge tutto il campione Ben Hogan, con la sua determinazione e precisione nella pratica di ore ed ore sul campo, riportate su carta per tutti i fortunati lettori.

2) The Big Miss: My Years Coaching Tiger Woods di Hank Haney

Non esiste la versione in italiano di questo libro che appena uscito fece molto scalpore suscitando commenti non positivi dal diretto protagonista: Tiger Woods.
Il libro è il risultato di sei anni passati da Hank Haney assieme a Tiger, sia in allenamento che nella vita privata. In quel periodo Tiger vinse ben sei major. Il ritratto che però ne emerge è complesso, umano. La continua messa a punto dello swing e le sessioni infinite di pratica sono state fatte con l’intento di minimizzare le possibilità dei “grossi colpi mancati”. L’obiettivo non era eliminarli ma imparare a gestirli. “Ci sono davvero pochi colpi perfetti nel golf, anche per gli esperti. È prima di tutto un gioco di gestione dei colpi mancati”.

3) Il più bel gioco della mia vita di Mark Frost

Correva l’anno 1913 e un ragazzo dei colletti blu di nome Francis Ouimet, cresciuto dall’altra parte della strada rispetto al Brookline Country Club, si qualifica per giocare da amateur lo U.S. Open. La storia la conosciamo tutti. Accompagnato dal caddie bambino Eddie Lowery, Francis riesce a giocare alla pari con i migliori, costringendo a un playoff su 18 buche i campioni britannici Harry Vardon e Ted Ray. In questo spareggio ha sorprendentemente la meglio su entrambi, vincendo lo U.S. Open. Fu un evento storico perché mise fine all’idea ‘elitaria’ di golf praticata dai Club inglesi, a favore di una più larga partecipazione popolare a questo sport.

4) Stupido libretto di golf di Leslie Nielson

Attore comico e scrittore, Leslie Nielson racconta in satira cosa rappresenta per lui, e per la maggior parte dei golfisti medi, questo sport. Attingendo alla sua esperienza personale, Nielsen racconta con pungente ironia il mondo del golf con consigli sul grip, sulla posizione corretta da assumere davanti alla palla… Insomma, tutto è garantito per non migliorare il proprio gioco.
Si fa beffe dell’idea di prendere lezioni da un professionista, ma offre invece la ricetta per minare il morale del proprio avversario. E ancora ritiene che ogni giocatore debba controllarsi da solo il proprio score e scegliersi i compagni giusti… così si scende di handicap facilmente!
Perché se il bel gioco è inafferrabile, quello pessimo è alla portata di tutti.

5) Il golf non è il gioco della perfezione di Bob Rotella

In queste 150 pagine si tratta di un aspetto troppe volte sottovalutato e poco allenato: quello mentale, molto più decisivo di quello che si crede. Il libro analizza tutte quelle situazioni che il golfista si ritrova ad affrontare e quello che sta sotto, cioè il funzionamento della mente, aiutandoci a trovare la soluzione migliore.
Bob Rotella è uno dei più grandi e noti psicologi dello sport. Ha lavorato con gli atleti più famosi del mondo (LeBron James ad esempio), e con i migliori golfisti professionisti, del calibro di Rory McIlroy, Pádraig Harrington, Keegan Bradley, Graeme McDowell, Ernie Els e, andando più indietro negli anni, Fred Couples, Seve Ballesteros, Nick Price e Tom Kite.