Per un sogno che si avvera ce n’è un altro ancora tutto da realizzare e Filippo Celli lo sa bene.
A Valencia, sul percorso del Parador Campo de Golf El Saler, il giovane romano ha conquistato il prestigioso European Amateur Championship superando di misura il danese Rasmus Neergard-Petersen. Ora gli occhi sono tutti puntati sulla 150esima edizione dell’Open Championship, in programma sullo storico percorso dell’Old Course di St Andrews dal 14 al 17 luglio.
Non un traguardo ma un punto di partenza per il 21enne dell’Olgiata pronto a vivere un’esperienza accanto al suo coach e, per l’occasione caddie, Alberto Binaghi.

Ti aspettavi questo incredibile successo?
Ci speravo molto perché era da parecchio che il mio gioco era solido. Dopo il British Open dove non avevo superato il taglio per un colpo ero arrivato all’European Amateur Championship pieno di fiducia nelle mie capacità e con la consapevolezza che avrei potuto vincere.

Un po’ come la notte prima degli esami, come hai vissuto la sera prima dell’ultimo giro dell’Europeo?
Non ho chiuso occhio perché da leader ero cosciente che avrei avuto tutto da perdere e la pressione era alle stelle. Il giorno dopo arrivato al golf invece mi sono sentito subito sentito nella mia comfort zone, ero tranquillo e questo mi ha dato molta fiducia, sono sceso in campo focalizzandomi solo mio gioco e il risultato è arrivato.

Cosa significa per te andare all’Open Championship?
Questa vittoria mi aprirà molte porte e quella del major a St Andrews è, in assoluto, la più speciale soprattutto perché in occasione della 150esima nella patria del golf, St Andrews. Avere la possibilità di giocare accanto a campioni del golf mondiale non farà altro che arricchirmi, sarà un bagaglio di esperienze ed emozioni che mi porterò sempre nel cuore.

Chi ci sarà con te in questa nuova incredibile esperienza?
Avrò accanto a me Alberto Binaghi, il mio coach e, per l’occasione il caddie. Alberto è una persona speciale, un secondo padre che ha sempre creduto in me anche quando io stesso non ero il primo a farlo. La sera prima del giro finale ci siamo sentiti al telefono e mi ha confidato che gli piacerebbe tornare a St Andrews. Questo mi ha dato una carica e una motivazione in più e sono veramente felice di aver realizzato un suo desiderio perché se lo merita. Quello che Alberto fa per me e per tutti i ragazzi della Nazionale è lodevole, dà sempre tutto se stesso trattandoci come suoi figli.

Qual è l’insegnamento più importante che ti ha dato?
Oltre all’aspetto tecnico mi ha sempre trasmesso tranquillità e, soprattutto, positività. Alberto sa sempre vedere il bicchiere mezzo pieno, non si scoraggia mai. Mi dice sempre che in campo vince chi riesce a uscire meglio dalle situazioni negative perché nessuno è perfetto e gli errori capiteranno sempre. Bisogna solo pensare colpo dopo colpo e non lasciarsi abbattere.

Sarà la tua prima esperienza in un torneo professionistico?
No, ho avuto altre esperienze giocando alcuni tornei del Challenge Tour e l’Open d’Italia l’anno scorso ma mai eventi di questo livello e mi auguro che questo sarà il primo di una lunga serie.

Texas university, anno prossimo terzo anno, vorrei finore università e poi passare pro. Laurea in communication.

A chi dedichi questa vittoria?
Alla mia famiglia, ad Alberto Binaghi perché senza di lui non sarei dove sono ora e a una persona fantastica e un grande professionista che ci ha lasciati pochi mesi fa, Andrea Basciu.