«È stato il putt a fare la differenza nell’ultimo giro (27 in tutto), perché il resto del gioco è stato ottimo fin dall’inizio. Sono partito più aggressivo, più determinato, cinque sotto alla nove, un attimo di pausa per studiare gli avversari, poi un colpo perso e ancora due birdie nel finale», parole del 42esimo campione di PGA Italiana Luca Cianchetti Quei due colpi che gli hanno permesso di lasciarsi alle spalle il leader del primo giro, Leonardo Sbarigia, e quello del secondo, Pietro Ricci, sul podio parimerito. 204 (71-67-66), lo score vincente.

Solo 23 anni ma golfisticamente ben spesi, con un intento chiaro: «Giocatore di golf, gran lavoratore sulla strada verso il tour europeo», così si descrive nel profilo twitter. È il primo titolo da pro, ma non tra i pro: nel 2015 vince da dilettante l’Abruzzo Open dell’Alps Tour e un anno dopo è campione europeo individuale, titolo che gli permette di giocare l’Open Championship. Poco dopo passa professionista e debutta nel Porsche European Open del tour maggiore con un ottavo posto. Poi un anno incerto, tanto lavoro fisico e con gli allenatori federali Alberto Binaghi e Federico Bisazza: non una questione di tecnica (drive in pista da 280 metri e pochi putt sono i punti di forza), ma di convinzione e aggressività, proprio quel passo in più che gli ha regalato i birdie della 15 e della 18 per portare a casa il campionato. Oltre ai 7.600 euro della prima moneta che gli permettono di scalare diverse posizioni nell’ordine di merito dell’Italian Pro Tour. Intanto, dopo aver appena mancato il primo step di qualificazione per il tour europeo, il piano non è ancora definito ma la strada dell’Asian Tour potrebbe essere quella giusta.

Un anno dopo, stesso campo e stesso piazzamento per Leonardo Sbarigia (qui sotto, nella foto di Claudio Scaccini), 29 anni, ancora secondo parimerito (206, 65-70-71). Un 65 in apertura (miglior score del torneo), poi qualche «distrazione tattica e poca continuità nell’ultimo giro con cinque birdie e quattro bogey», ha detto. Intanto però, mentre si allena all’Olgiata con il maestro Daniele Bagliano, ha già superato lo stage one per l’accesso al tour europeo e a breve giocherà la gara finale dell’Alps Tour. Con lui sul podio Pietro Ricci, leader di metà gara e ancora uno sotto il par nel finale alla buca 15, prima di un rovinoso doppio bogey. Ha chiuso in 206 colpi (67-66-73).

A Castelgandolfo hanno giocato 60 coppie con un format che piace: un pro e un amateur insieme per due giri con formula quattro palle la migliore, poi in gara solo i migliori 25. Nel circolo romano PGA Italiana ha trovato un partner importante con cui condividere progetti sul lungo periodo, contenuti e qualità. Certamente quella di un campo molto apprezzato dai professionisti, che cresce ogni stagione con le migliorie a trecentosessanta gradi volute da Cecilia Fiorucci, presidente dal 2014. Che ha già premiato Leonardo Motta e Corrado De Stefani vincitori del campionato di doppio lo scorso luglio, e nel 2017 Emanuele Canonica e Lorenzo Gagli (in doppio), Mauro Bianco (seniores), Joon Kim (PGAI Champion). Oggi un altro titolo in bacheca.

Top ten

204 Luca Cianchetti (71-67-66); 206 Leonardo Sbarigia (65-70-71), Pietro Ricci (67-66-73); 209Gregory Molteni (70-70-69); 211 Leonardo Motta (71-73-67), Michele Reale (71-71-69), Emmanuele Lattanzi (73-68-70); 212 Michele Cea (71-71-70), Lorenzo Magini (70-71-71), Alessandro Tadini (68-69-75).