Suona il telefono, Francesco Molinari è in viaggio per l’aeroporto…

Partiamo dal fatto che non so più come chiamarti. Chicco, Franciesco (sì, con la “i” come dicono e spesso scrivono in giro per il mondo), Laser Frankie oppure preferisci “Italian Stallion”? Facciamo come sempre Chicco? (Ride).

Oppure Francesco, ma senza la “I” in mezzo al nome… Bene, Chicco, come stai? Passata l’influenza d’inizio stagione?

Passati i malanni, mi sento alla grande. Qualche giorno a casa con la famiglia e adesso sono pronto ad affrontare le gare al meglio. Ho voglia di giocare e di mettermi alla prova.

Durante il WGC Mexico ti ho visto stanco in volto e poi volevo chiederti se potevi spalmare meglio la crema, sembravi un fantasma. Sai che ci tengo alla tua immagine…

Dopo un inverno londinese non potevo che cospargermi di crema. Gioca tu a 2.400 metri dopo un’influenza e due mesi all’ombra! Meglio essere cauti con il sole avendo la pelle chiara.

Stagione partita, siamo in buonissima posizione Ranking ma adesso c’è il Masters. Se dico Masters tu cosa rispondi?

Un sogno, sempre e comunque. Partecipare al Masters con regolarità non è scontato, lo sognavo da ragazzino, sognavo di poterlo giocare almeno una volta. È un posto unico e speciale, con un’atmosfera difficile da tradurre per chi non ci è mai stato. È l’appuntamento al quale noi pro pensiamo tutto l’anno, vogliamo arrivare competitivi a ogni costo. Personalmente voglio migliorare le mie prestazioni che negli ultimi anni non mi hanno soddisfatto del tutto, non sono state sufficienti.

Hai giocato sette volte ad Augusta. La prima volta che hai fatto la Magnolia Lane hai sudato o eri tranquillo? A chi avevi dato i tuoi inviti?

No, non sudavo perché quando arrivi ad Augusta sei sempre e solo felice di provare quell’esperienza. I biglietti la prima volta? Mmm, non ricordo bene, ma per non sbagliare dico alla famiglia e a qualche amico.

Cosa hai messo nel navigatore per trovare il campo? Funziona con “Paradiso Terrestre”?

Non ho ancora provato con “Paradiso” (ride) ma proverò adesso che me l’hai detto tu. Onestamente quella strada, dopo sette volte, la so a memoria…

Dove dormi di solito quando vai là?

Affittiamo delle case vicino al campo a circa 10/15 chilometri. Lo facciamo per evitare il traffico. Durante i giorni di prova in pochi minuti sei già in campo pratica, mentre nelle giornate di gara le strade sono più affollate e non possiamo rischiare di superare la mezz’ora di percorrenza.

Per arrivare pronto al Masters hai fatto qualche preparazione particolare? Sia fisica, di swing o mentale?

Non nello specifico. Più che altro ho fatto la preparazione invernale che prevede un lavoro più generale anche in vista delle gare prima di Augusta. Di solito fino alla settimana prima di questo major non cambio mai allenamento. Diventa più specifico proprio a ridosso.

Con la concentrazione degli appuntamenti principali da marzo a luglio è cambiato qualcosa nel modo di affrontare l’intera stagione?

Sì, siamo di fronte a uno sprint impegnativo. Vorrei iniziare subito bene, magari come la stagione scorsa, non credi? Vedrò di dare il meglio appena scenderò in campo, mi piacerebbe davvero molto.

Hai cambiato radicalmente l’attrezzatura. Cosa significa per un pro una tale modifica, soprattutto dopo una stagione ricca di successi? Ci spieghi brevemente qual è il processo di preparazione dei bastoni che utilizzi?

Vuoi la verità? Sto provando una sensazione di novità ed eccitazione nel provare materiali nuovi. È stata una scelta che ho fatto pensando di trovare la miglior performance, i bastoni che fossero i migliori per il mio gioco. Adesso stiamo ancora lavorando e facendo dei test. A casa facciamo il fitting di routine ma, come sai, durante le gare, servono dei ritocchi che puoi apportare solo dopo qualche giro in campo. Voglio sistemare tutto alla perfezione, anzi al mille per mille.

La vecchia sacca l’hai già messa su EBAY o me la regali?

Eh, mi spiace ma la vecchia sacca è già andata in beneficenza, non c’è più. L’ho smaltita velocemente, scusa!

Non mi fai mai un regalo!!! Vabbè, torniamo in Georgia, il tuo miglior piazzamento al Masters è stato un 19° posto nel 2012, l’anno scorso 20°. Per favore, possiamo vincerlo quest’anno? Grazie…

Ma, sai, l’idea è proprio quella! (ride) Però c’è un piccolo problema: un centinaio di altri giocatori vogliono come me quella giacca, quindi mi dovrò dare da fare parecchio.

Anche perché ci arrivi con la Claret Jug in valigia. A proposito, adesso i giocatori ti rispettano o ti salutano di più? O vai tu a fargli il buffetto stile “Uè, zio, è arrivato l’italiano…”

A dir la verità il rispetto c’era già prima della vittoria a Carnoustie. C’è attenzione da parte di qualche giornalista in più e i media sono più attenti a come mi muovo e a quello che faccio, sia dentro che fuori dal campo. È cambiato però che, a casa, c’è e rimarrà la Claret Jug.

Pensiamo già al menù della cena dei campioni, cosa gli prepariamo? Pizzeria da Chicco suonerebbe benissimo, non trovi? E sarebbe la prima volta che a quella cena si mangerebbe come si deve…

Sai che non ci ho mai pensato? Facciamo così, mi porrò il problema quando sarà richiesto il menù…

Anni fa hai dichiarato che Augusta non è proprio il tuo campo preferito. Ma l’hai detto anche per Carnoustie, dove poi hai vinto The Open. Cosa non ti piace del campo della Green Jacket?

È vero, sia Augusta che Carnoustie non sono tra i miei campi preferiti, ciò non toglie che poi ci si possa giocare bene. Il campo del Masters, per come lo giochiamo noi, è molto estremo. Nel senso che puoi giocare benissimo tutto il giorno e fare grandi colpi che però, danno risultati terribili. Diciamo che a inizio settimana amo Augusta, verso la fine del weekend molto, molto meno. Ma ogni anno la sfida ricomincia sempre con voglia di fare bene.

La tua buca preferita, quella che odi di più e quella che ti fa più ansia.

Ah beh… molto semplice. La 16 è la mia preferita, mentre quella che mi fa ansia e che odio di più è sicuramente la 11. Quando mi vedrete in TV sul tee, alzatevi in piedi e incrociate le dita. Fatemi questo favore. Dicono che porti male vincere il Par 3 Contest.

Quindi giocate con il “braccino” la gara di mercoledì?

Guarda, c’è gente che ci tiene tantissimo a fare bene il mercoledì. Altri fanno una passeggiata di salute. Io sono più nella seconda categoria, mi piace giocarlo con la famiglia. L’anno scorso ho fatto puttare mio figlio Tommaso alla prima buca, praticamente mi sono fatto squalificare già alla 1. Ma è una giornata stupenda da condividere con le persone a cui vuoi bene.

Chi ti farà da caddie durante il Par 3 Contest e chi durante la gara?

Durante il Masters il mitico Pello Iguaran, mentre il mercoledì mia moglie Valentina e i bambini.

Ti chiedo dei caddie perché anche tu lo sei stato per tuo fratello al Masters. Chissà come puzzavi a fine giornata sotto quella casacca bianca!

Fortunatamente quell’anno non faceva caldissimo! (ride) Devo dirti però che è un’esperienza da vivere. Da caddie, probabilmente, Augusta ti mette ancora di più alla prova. Comunque, amico mio, io non puzzo mai.

Hai già giocato tutti e quattro i campi dove quest’anno si disputano i major (Augusta, Bethpage Black, Pebble Beach, Royal Portrush). Quale di questi ti si addice di più e ci fai una tua classifica di gradimento?

Sono campi che, di nuovo, non mi fanno impazzire. Lo so, lo so, sono di gusti difficili in effetti. A Pebble Beach ho giocato una volta mancando il taglio allo U.S. Open, quindi non ho bei ricordi. Bethpage lo conosco di più, ma adesso che ci penso non mi dispiace troppo perché ho disputato in quel campo il mio primo U.S. Open. Quindi Bethpage si adatta meglio alle mie caratteristiche di gioco ovviamente, senza mettere di mezzo eventuali variazioni meterologiche. La mia classifica è Bethpage, Portrush, Augusta e Pebble Beach.

Siamo alle battute finali. Fammi pronostico e classifica Masters 2019. Dietro di te, chi sono gli altri quattro giocatori in classifica? E Tiger… Rory McIlroy, Rickie Fowler, Phil Mickelson e Tiger Woods.

Se penso all’ordine di merito mondiale invece i nomi di chi sta andando alla grande sono sicuramente quelli di Dustin Johnson, Brooks Koepka e Justin Thomas. Loro sono a un altro livello in questo momento. Tiger rispetto all’anno scorso ha qualche dubbio in meno e qualche certezza in più, oltre all’esperienza impareggiabile. Credo che la vecchia Tigre sarà ancora protagonista per tutta la stagione.

Sai che Tiger ti guardava in campo pratica al WGC Mexico, era in fissa sul tuo modo di tirare il driver. Con quel piedino sinistro che si muove poi…

Sono un ballerino, non ti piace così?

Grazie Chicco del tuo tempo e di aver ricordato a tutti come io fossi più lungo e forte di te durante le giovanili del 1995…

Effettivamente questo non posso negarlo (e qui ride per gentilezza).

 

Quest’anno non posso venire ad Augusta ma tieni pure l’invito per me nel 2020. Ok, promesso!

Ah, dimenticavo. Grazie anche per tutte le interviste all’Open e alla Ryder Cup. Con i nostri sketch mi è successo di tutto… Mi chiedono qualsiasi cosa da proporti, anche situazioni imbarazzanti. Credo mi abbiamo scambiato per il tuo manager Gorka Guillen… Facciamo così, ti do il suo numero.

Ti voglio bene ma non mi fido di te. Facciamo fare a lui che è molto, molto bravo. Per l’intervista grazie a te Belli, sempre divertente…

Swing Your Life

 


La nuova sacca di Francesco Molinari

Dal 5 marzo Chicco è entrato ufficialmente nel Team Callaway. Ecco i bastoni con cui gioca quest’anno:

Driver Epic Flash Sub Zero 
Legni Epic Flash Sub Zero 
Ferro 3 X-Forged Utility 
Ferro 4 Apex 19 
Ferri (5 - PW) Apex MB ’19 
Sand wedge 50°, 56° e 60° Mack Daddy 4 
Putter Odyssey Toulon Madison 
Palline Chrome Soft X