Guido Migliozzi ha iniziato come meglio non avrebbe potuto The Open Championship, ultimo dei quattro tornei dello Slam. Il percorso del Liverpool Golf Club si è confermato da mal di testa per tutti. Quasi tutti. Guido Migliozzi e Stewart Cink infatti sono stati gli unici due giocatori del field ha consegnare uno score senza errori. L’azzurro ha realizzato due birdie conclidendo a 69 colpi e il 12° posto.

Qualche difficoltà per Francesco Molinari che ha pagato tanto l’imprecisione dal tee quanto i colpi al green con solo il 50% dei fairway centrati dal tee e altrettanti Green in Regulation. I tre birdie hanno parzialmente salvato il giro ma il punteggio di +2 lo colloca al 65° posto, a serio rischio taglio.

McIlroy show

In difficoltà anche Rory McIlroy che non è riuscito ad andare oltre il par. Sebbene lo score non sia da palpitazioni, alcuni colpi hanno letteralmente infiammato la folla. Alla buca 18 il nordirlandese è andato in bunker con il secondo colpo senza riuscire a uscirne. Poi, ha giocato il quarto colpo in equilibrio su una sola gamba con l’altra sollevata fuori dall’ostacolo. Up & down e pubblico in visibilio. Il 32° posto nel leaderboard non è indicativo della qualità espressa che lascia ampi margini di risalita.

Terzetto al comando

Christo Lamprecht porterà con sè a lungo il ricordo di questa giornata. Il dilettante sudafricano ha completato le 18 buche del percorso par 71 in 66 colpi conquistando la leadership con il punteggio di -5. Con lui l’argentino Emiliano Grillo, già vincitore in stagione sul PGA Tour, e Tommy Fleetwood, tra i più attesi al via.

Speranze e delusioni

Il giro di apertura ha già dato le prime indicazioni. Scottie Scheffler e Brooks Koepka hanno concluso appaiati al 19° posto a quota -1 confermando la loro candidatura alla vittoria. Per contro torneo parzialmente compromesso per Jon Rahm, che non ha mai trovato il giusto ritmo sui green, Dustin Johnson, ex numero uno al mondo, e Bryson DeChambeau, tutti oltre il taglio virtuale, all’88° posto, con +3.