Destinazione Piemonte in compagnia di Land Rover Discovery, dove visitiamo uno dei resort golfistici più dinamici e moderni del nostro Paese, diventato un punto di riferimento assoluto a livello internazionale per qualità e servizi.

Sei anni fa la nostra testata faceva la sua ultima visita con l’itinerario in uno dei circoli più dinamici e moderni della nostra penisola, il Bogogno Golf Resort.

La sua storia

Nato nel 1996, in pochi anni il club piemontese è entrato di diritto nell’elitè golfistica nazionale e internazionale per i suoi altissimi standard di qualità. La sua prima eccellenza in ordine di tempo ad essere realizzata è stato il campo. Il circolo vanta due spettacolari percorsi, il Bonora e il Conte, creati da uno degli architetti più celebri e premiati al mondo, Robert Von Hagge.

Nel corso della sua attività, lo studio vHS&B (nato dalla collaborazione di Von Hagge con i colleghi Mike Smelek e Rick Baril) ha creato più di 250 percorsi in tutto il mondo, in oltre 50 città e 16 Paesi. Ogni stagione i loro campi ospitano una media di 12 eventi golfistici di rilevanza mondiale tra PGA Tour, Senior PGA, DP World, Open nazionali e internazionali. Bogogno ovviamente non è stato da meno, diventando in pochi anni un punto di riferimento per i tornei di cartello.

Premium per definizione

Il percorso Conte dal 2006 è uno delle sedi ufficiali (l’unica in Italia) della Qualifying School – 1° Stage del DP World Tour. 

Partendo da una, anzi da due diamanti di questo calibro, Bogogno ha dato vita anno dopo anno a un resort sempre più completo che oggi non ha nulla da invidiare alle più rinomate destinazioni golfistiche mondiali. Come recita uno degli slogan utilizzati sulla comunicazione ufficiale del circolo, questo è il “Place to be”. Difficile dargli torto, soprattutto dopo aver trascorso una giornata immersi in una realtà che spicca per l’eccellenza e la varietà dei servizi offerti ai suoi visitatori. 

A bordo di Land Rover Discovery

Raggiungiamo il circolo a bordo di un’altra eccellenza, Discovery. Tra Lario Mi Auto, la concessionaria Land Rover di Milano, e la nostra destinazione ci divide poco più di un’ora di viaggio, più che sufficiente per innamorarsi a prima vista di una vettura decisamente piacevole sia da guidare che da vivere in ogni suo aspetto, a partire dal suo elevatissimo comfort.

L’abitacolo si trasforma magicamente in una sorta di vero e proprio salotto in movimento, dentro al quale è possibile intrattenersi, rilassarsi e viaggiare in totale serenità grazie agli alti standard di sicurezza. Il motore è poderoso e la dinamica di guida sorprendentemente equilibrata per un SUV di questa taglia. L’atmosfera a bordo è di gran classe, raffinata, tipicamente British, nel pieno rispetto del DNA del brand.  

Ad accoglierci al circolo ci attendono il direttore, Gianluigi Orecchioni, e il segretario Tiziano Capello, ovvero due delle figure che con la loro competenza e professionalità hanno contribuito alla crescita esponenziale e al successo di questa realtà.

Lo scorso marzo Bogogno ha inaugurato l’ultima parte del suo hotel, un progetto ambizioso nato ormai dieci anni fa su volere dalla nuova proprietà, decisa a puntare sul turismo golfistico per portare il club nel futuro.

“Quando sono arrivato, nel 2004, Bogogno era soprattutto una destinazione golfistica per gli associati – ci racconta Orecchioni -, come un po’ tutto il golf italiano. Poi la crisi del 2008 e la contrazione delle vendite ha obbligato molte realtà a cambiare l’impostazione di business”. Nel giugno 2013, dopo anni di difficoltà, il club passa a una nuova proprietà, una cordata composta da cinque soci storici, Giovanni Tamburi, Alberto Cristina, Gustavo Spizzico, Paolo e Leopoldo Langè.

Nel 2014 viene aperto l’hotel, 32 camere di cui 28 de luxe e i riscontri sono subito buoni. Il club inizia così a riprendere i contatti con i tour operator e a frequentare le principali fiere di settore in Europa sotto il cappello ‘Lago Maggiore Golf Destination’, in compagnia di Des Iles Borromées, Castelconturbia e Varese. 

Con il turismo in rapida crescita il circolo inizia a cambiare volto ma per diventare una vera destinazione golfistica a livello internazionale mancava ancora un passo. Nel 2015 partono i lavori per altre 18 camere, la Spa e il fitness e nel 2017 le camere diventano così 50. “L’hotel ha iniziato ad avere un’altissima percentuale di occupazione ma se volevamo ottenere un equilibrio di bilancio e fare investimenti poi anche sul campo e sulle altre strutture avevamo bisogno di portare a 80 la capacità complessiva – prosegue Orecchioni -”. A marzo vengono così inaugurate le ultime 32 camere tra premium e suite. “Le abbiamo riempite tutte praticamente subito, e venerdì 7 aprile abbiamo raggiunto il record di presenze, 141 su 80 stanze. I feedback generali sono ottimi anche sulla ristorazione, che gestiamo noi direttamente. 

Oggi Bogogno è una realtà di oltre 80 dipendenti, una società di servizi che ha fatto dell’ospitalità, della cortesia e della professionalità i propri capisaldi”.

Gli obiettivi per il 2023 quindi non possono che essere ambiziosi: “Quelli di bilancio sono importanti e stimolanti, dobbiamo riuscirci e ci riusciremo – precisa Orecchioni -. Dal punto sportivo ospitiamo l’European Mid-Amateur Men’s Championship dall’8 al 10 giugno, un evento internazionale di assoluto prestigio.

C’è grande consapevolezza che l’Italia stia diventando finalmente anche una destinazione golfistica. Abbiamo campi di livello alto, offriamo dei percorsi molto ben curati e performanti. L’interesse sta crescendo ma c’è ancora molto da fare, dobbiamo ora iniziare tutti insieme a vendere meglio un progetto golf Italia comune”. Un ultimo accenno va alla parte campo, con un’altra grande novità in arrivo a maggio, un’area pitching green realizzata da Rick Baril dove saranno indirizzate tutte le numerose golf clinic che ogni anno vengono organizzate a Bogogno. 

Raggiungiamo telefonicamente anche il presidente, Paolo Langè, che ci ricorda l’importante percorso di crescita fatto nell’ultimo decennio: “Nel giugno del 2013 la proposta della nostra cordata fu accettata e decidemmo di puntare decisi sul turismo. Devo dire che quando siamo partiti mai avremmo pensato di arrivare a quello che oggi Bogogno rappresenta, ovvero un punto di riferimento assoluto non solo in Italia ma anche all’estero sia in termini di qualità che di servizi. Abbiamo investito e lo abbiamo fatto senza fermarci per dieci anni con dedizione e impegno e i risultati oggi sono sotto gli occhi di tutti. Lo scorso anno il resort ha chiuso con l’87% di occupazione, un grande risultato, e quest’anno abbiamo iniziato ancora meglio, con moltissime prenotazioni fin dai primi mesi, favoriti anche dalla situazione meteorologica che ha permesso di giocare praticamente sempre. Gestiamo il circolo come deve essere, ovvero un’azienda in tutto e per tutto. Con orgoglio possiamo dire che i nostri sforzi, la grande dedizione e l’impegno profusi da tutti hanno portato Bogogno ad essere il primo Golf Resort in Italia a livello turistico e un esempio a cui molti oggi si stanno ispirando”.