La rivoluzione del calendario mondiale voluto dal circuito americo, all’apparente discapito dell’European Tour, forse è meno negativa di quanto pensassimo. Chiusa a fine agosto con la FedEx Cup la stagione 2018/2019, il golf a stelle e strisce per un paio di mesi almeno perde l’appeal dei grandi appuntamenti. Pur avendo tornei che viaggiano attorno ai sette milioni di dollari di montepremi, i fuoriclasse li disertano per concedersi una pausa di riposo. Il field è così poco interessante, come dimostrano i nomi dei vincitori delle prove di settembre. Nomi di secondo piano, che non richiamano sicuramente l’interesse dei tornei dei primi otto mesi dell’anno.

Ne sta approfittando l’European Tour. Partendo senz’altro da una posizione di sudditanza per premi e richiamo delle grandi firme del golf, sta mettendo però in mostra molti pezzi pregiati da settembre in poi. Nei primi tre tornei di questo mese (Svizzera, Germania e Wentworth) ai primi posti troviamo Paul Casey, Sergio Garcia e Danny Willett, In altre parole, finalmente il meglio del golf targato Vecchio Continente..

L’esempio più evidente è proprio il BWM PGA Championship londinese, che sul West Course di Wentworth ha visto al via 30 fra i primi 100 giocatori del mondo (26 lo scorso anno). E quattro dei primi dieci (McIlroy, Rose, Rahm e il nostro Francesco Molinari), il doppio del 2018. In più, sono approdati al di qua dell’Atlantico anche americani di primo piano come Finau, Reed e Horschel, del tutto assenti nell’edizione precedente.

Un buon segnale, senz’altro, confermato anche dal field del nostro Open, il migliore da tanti anni a questa parte. Lo stesso vale per l’Alfred Dunhill, che parte il prossimo giovedì. La più famosa Pro-Am europea si svolge sui tre percorsi scozzesi dell’Old Course di St Andrews, di Carnoustie e di Kingsbarns. Vedrà al via fra gli altri McIlroy, Lowry, Rose, Willett, Finau, Fleetwood e Kaymer. Anche in questo caso nomi importanti e di sicuro richiamo. E il divertimento sarà assicurato.