Dubai è alle porte. Giovedì 21 novembre parte l’assalto al DP World Tour Championship. In campo i 50 migliori della stagione 2019 e sul piatto otto milioni di dollari. Disputato la prima volta nel 2009, venne vinto da Lee Westwood. Da allora, il teatro di gara è sempre stato il Jumeirah Golf Estates di Dubai, con il suo percorso Earth (l’altro è il Fire). Disegnato da Greg Norman, viene considerato uno fra i tre migliori 18 buche di Dubai. Venne inaugurato proprio con la prima edizione del DP WTC, posizionato in calendario sempre come chiusura della stagione sull’European Tour.

I re del DP World Tour Championship di Dubai

Ad oggi, solo Rory McIlroy (2012 e 15) e Henrik Stenson (2013 e 14) sono stati capaci di imporsi per due volte in questo torneo, conquistato nella scorsa edizione da Danny Willett. Gli altri a portare a casa l’enorme e ormai celebre scettro che spetta al primo classificato sono stati Karlsson (2010), Quiros (2011), Fitzpatrick (2016) e Rahm (2017). Record assoluto il -25 finale ottenuto dal fuoriclasse svedese Stenson nell’anno del suo primo successo.

In pole position per il rush conclusivo quelli che hanno maggiori chance di dividersi il jackpot da cinque milioni di dollari (due per il primo) della Race to Dubai. In ordine di classifica Bernd Wiesberger, Tommy Fleetwood, Jon Rahm, Shane Lowry e Matthew Fitzpatrick. Con il DP WTC, in ballo ben 12.000 punti per la graduatoria generale.

La strepitosa stagione degli azzurri

Anche in questa edizione, a recitare la parte del leone sono, a livello di squadra, gli inglesi. Saranno ben in 15 al via, seguiti da spagnoli (5) e francesi (4). Di alto livello anche la partecipazione italiana. Tre infatti gli azzurri presenti a Dubai. Francesco Molinari, vincitore lo scorso anno della Race to Dubai, ha raccolto finora quattro top ten al DP WTC, con due coppie di quarti (15/16) e sesti posti (10/11).

Lo affiancheranno Andrea Pavan, già in finale nel 2018, che festeggia il suo 30° anno chiudendo alla grande la stagione. Per lui 29° posto nella RtD, subito dietro a Molinari. Guido Migliozzi, all’esordio nel DP WTC, sarà uno dei più giovani partecipanti in assoluto (compirà 23 anni il prossimo 25 gennaio). La 40a posizione conquistata al termine di un’annata da incorniciare è il giusto premio per le due vittorie e la lunga serie di ottimi piazzamenti.

Sette carte dell’European Tour per il 2020

Il rendimento dei pro italiani lascia comunque sbalorditi. Nei primi 115 della Race to Dubai sono ben sette e automaticamente hanno di diritto conquistato la carta 2020 per l’European Tour. Accanto ai tre che prenderanno parte alla finale, un applauso anche per Nino Bertasio, Edoardo Molinari, Renato Paratore e Lorenzo Gagli. Quello che stupisce è come una nazione con un numero di giocatori così limitato possa allineare tanti professionisti di alto livello. Per rendercene meglio conto, date un’occhiata al breve elenco qui sotto, che riporta il numero dei tesserati per nazione e quello delle carte per l’ European Tour.

Spagna: 269mila tesserati – nove giocatori

Scozia: 180 mila – sette

Italia: 91 mila – sette

Svezia: 461mila – sei

Francia: 412mila – sei

Germania: 642mila – due

Irlanda: 182mila – uno

Da considerare inoltre che il numero di giocatori fa riferimento solo ai tesserati per una federazione o un’associazione nazionale. Sappiamo invece benissimo che in Paesi come Germania, Francia, Scozia e Irlanda i praticanti sono addirittura tre o quattro volte più numerosi di quelli con una tessera in tasca. Un fatto che rende ancora più incredibile l’eccezionale situazione azzurra. Assente giustificata in questa breve graduatoria l’Inghilterra, dall’alto dei suoi 28 pro nei primi 115 della RdD e dei presunti tre milioni abbondanti di giocatori amatoriali.