L’Arnold Palmer Invitational segna l’inizio degli eventi clou della stagione sul PGA Tour. Dal 7 al 10 marzo si aprono i cancelli del Bay Hill Club & Lodge, nei sobborghi di Orlando, in Florida, il luogo dove Palmer aveva deciso il suo buen retiro disegnando un percorso che sarebbe diventato uno dei suoi marchi di fabbrica.

Field stellare all’Arnold Palmer Invitational

Sarà il quarto degli otto eventi Signature del 2023 con montepremi di 20 milioni di dollari. E, ovviamente, il field non poteva essere che quello delle grandi occasioni. A parte Jon Rahm, assente giustificato perché passato al LIV Golf, scenderanno in campo tutti i primi 15 giocatori del World Ranking capeggiati da Scottie Scheffler e Rory McIlroy, rispettivamente primo e secondo dell’ordine di merito.

Tanti i nomi che cercheranno di mettere le mani sul cardigan rosso di Arnie a partire da Kurt Kitayama, vincitore dello scorso anno, passando dai altri past champion come Scheffler, McIlroy e Tyrell Hatton. Ma nessuno è riuscito nell’intento di vincere tante edizioni quante quelle conquistate da Tiger Woods. Dal 2000 il Fenomeno ha alzato il trofeo per ben otto volte: dal 200 al 2004, nel 2008. 2009, 2012 e 2013.

Purtroppo l’Italia sarà orfana dei suoi giocatori. Francesco Molinari non giocherà il torneo che vinse nel 2019.

Arnie in grande

Il torneo porta il nome dello straordinario fuoriclasse della Pennsylvania (1929-2016). Un giocatore con un’infinita carriera durata oltre mezzo secolo. Palmer vinse 62 titoli del PGA Tour, dal 1955 al 1973 ed è quinto nella lista dei successi di tutti i tempi, dietro solo a Tiger Woods, Sam Snead, Jack Nicklaus e Ben Hogan. Dal 1959 al 1964 ha dominato il golf mondiale, aggiudicandosi sette major, di cui quattro Masters. Ha vinto anche il PGA Tour Lifetime Achievement Award nel 1998, mentre nel 1974 fu uno dei 13 che entrarono nella inedita World Golf Hall of Fame.