Dopo la delusione dello scorso anno, non vedo l’ora di scendere in campo al Marco Simone e fare bene davanti al nostro pubblico.

Dopo un periodo di riposo, dove sono tornato anche a casa mia a Vicenza, le ultime settimane le ho trascorse ad allenarmi per prepararmi nel migliore dei modi alle prossime gare che ho in programma in questa parte di stagione.

I miei Open d’Italia

Uno dei ricordi più significativi dell’Open d’Italia è sicuramente legato all’edizione del 2018, quella disputata a Gardagolf, la mia prima da professionista.

Quell’anno giocavo stabilmente sull’Alps Tour e disputavo già alcune tappe del Challenge. Oltre tutto eravamo anche non lontani da casa mia ed erano venuti a vedermi familiari e tanti amici a fare il tifo e a supportami. 

Mi ricordo che dopo il primo giro e le prime nove buche del venerdì ero in lizza per passare il taglio, poi però un brutto doppio bogey alla 11 mi ha fatto perdere terreno e alla fine non sono riuscito a staccare il pass per giocare nel week end.

Un’altra edizione che non dimenticherò mai è stata la mia prima volta da dilettate: era il 2014, quella disputata al Circolo Golf Torino La Mandria e vinta dal sudafricano Hennie Otto. Mi ricordo ancora le sensazioni e la forte emozione di partecipare a un evento del massimo circuito europeo. 

Per me era un sogno che si realizzava. 

Mi sembrava di essere nel paese dei balocchi e ricordo di essermi divertito tantissimo in quell’occasione. Ovviamente non posso non citare anche l’edizione del 2020, quella giocata al Chervò San Vigilio, dove sono stato premiato come miglior italiano del torneo, per la mia 22esima posizione con un totale di -13. 

Devo dire che mi ha fatto un gran piacere ricevere quel riconoscimento, un grande stimolo per il prosieguo della mia carriera.

E per quest’anno?

Per quanto riguarda l’edizione di quest’anno, la numero 80 della storia del nostro Open e prologo della prossima Ryder Cup, non vedo l’ora di scendere in campo.

Il percorso del Marco Simone mi piace molto e devo dire che si sposa bene con le mie caratteristiche di gioco. Bisogna affrontarlo in maniera perfetta da tee a green e prendere molti fairway, perché il rough alto non perdona.

Nei campi come questo o come ad esempio quello de Le National di Parigi, è necessario visualizzare al meglio il colpo che si intende realizzare dal tee. Mi esalto in queste tipologie di tracciati e mi trovo molto a mio agio rispetto a quelli più larghi ma nei quali non si vede dove devi tirare il driver.

Protagonisti e compagni di gioco

A Roma ci saranno tantissimi giovani che stanno venendo fuori a suon di buoni risultati, come ad esempio il vincitore dello scorso anno, Robert MacIntyre, e i due fratelli Rasmus e Nicolai Højgaard. 

Non vedo l’ora di confrontarmi con loro, la concorrenza è molto stimolante. 

Alcuni ho avuto il piacere di conoscerli maggiormente in occasione della Hero Cup di inizio anno ad Abu Dhabi, dove ho passato un po’ di tempo in campo e fuori anche con Luke Donald.

Pensate che nelle due ultime edizioni dell’Open d’Italia ho avuto l’onore e il piacere di essere inserito nello stesso flight insieme ad Henrik Stenson, allora ancora capitano di Ryder e Donald.

Una strana coincidenza, vista poi com’è andata la questione legata alla scelta dello svedese di passare al LIV Golf e la sua automatica esclusione dal team Europe.

Tornando all’Open, saranno presenti tantissimi giocatori italiani, molti dei quali sono anche veri amici, sarà bello ritrovarli tutti visto che ormai ognuno è sempre in giro per il mondo sui vari circuiti.

Sarà l’occasione per rivedersi e provare a esaltare il nostro pubblico attraverso il gioco. Mi auguro davvero che possa essere un’edizione dalle forti tinte azzurre, sarebbe fantastico.

Ho letto e sentito che in ottica Ryder Cup, sono state apportate delle modifiche ad alcune buche del campo. Mi piace molto l’idea di avanzare i battitori della 5 e della 16, perché questo vuol dire che i giocatori più potenti potranno provare a tirare in green con il driver direttamente dal tee e questo aumenterà sicuramente lo spettacolo.

Se ci faranno giocare da quei battitori certamente sarò uno di quei giocatori che tirerà il driver a bomba in quelle due buche. Come sapete bene, non sono proprio un tipo da lay up…